Vaccini Covid a mRNA "causano Tromboembolia Cerebrale", segnalati 5.137 casi in 3 anni contro i 52 casi post vaccino antinfluenzale in 34 anni (100 volte di più in 1/10 del tempo) - LO STUDIO

Gli autori dello studio raccomandano "un'immediata moratoria globale sull’uso dei vaccini COVID-19, con una controindicazione assoluta per le donne in età riproduttiva". La ricerca si basa su segnalazioni, quindi i numeri potrebbero essere almeno 10 volte più alti

I vaccini Covid a mRNA "provocano un aumento esponenziale di tromboembolia cerebrale (CTE) come reazione avversa". È quanto emerge da un recente studio retrospettivo di coorte basato sui dati raccolti dal database VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System) dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e dalla Food and Drug Administration (FDA) dal 1 gennaio 1990 al 31 dicembre 2023. La ricerca ha permesso di offrire un quadro approfondito, dettagliato e temporale degli eventi avversi segnalati. I risultati sono tuttavia allarmanti e pongono nuovi interrogativi sulla sicurezza dei vaccini Covid a mRNA.

Vaccini Covid a mRNA "causano Tromboembolia Cerebrale", 5.137 casi in 3 anni

Il nuovo studio ha valutato in maniera approfondita i tassi di eventi avversi (EA) che riguardano la tromboembolia cerebrale (CTE) dopo la somministrazione dei vaccini Covid a mRNA. La ricerca è basata sul database Vaers confrontando i casi di CTE correlati al vaccino Covid e quelli, invece, successivi ai vaccini antinfluenzali e a tutti gli altri vaccini, utilizzando l’analisi del rapporto proporzionale di segnalazione (PRR) in base al tempo.

I numeri sono decisamente allarmanti. Nel periodo di 36 mesi successivo alla vaccinazione contro il Covid, sono stati segnalati 5.137 eventi avversi di tromboembolia cerebrale. Questo dato è significativamente più elevato rispetto ai 52 eventi avversi segnalati per i vaccini antinfluenzali negli ultimi 34 anni (408 mesi) e ai 282 eventi avversi segnalati per tutti gli altri vaccini (esclusi i vaccini contro l’influenza) nello stesso periodo di 34 anni. L'aumento della tromboembolia cerebrale è enorme, ossia 100 volte di più, peraltro in un decimo del tempo.

Questa metodologia avanzata consente di identificare eventuali differenze significative nei tassi di segnalazione degli EA tra diversi gruppi di vaccini, come riporta meteoweb.eu, permettendo così di isolare e comprendere meglio i rischi specifici associati a ciascun tipo di vaccino. L’analisi dettagliata dei PRR, con intervalli di confidenza e valori di p, offre un quadro chiaro e scientificamente robusto dei rischi relativi, fornendo una base solida per le decisioni politiche e sanitarie.

I PRR risultano essere altamente significativi quando si confrontano gli eventi avversi associati ai vaccini COVID-19 con quelli dei vaccini antinfluenzali (p < 0,0001) e con quelli di tutti gli altri vaccini (p < 0,0001), indicando un rischio notevolmente maggiore di tromboembolia cerebrale con i vaccini COVID-19. Il PRR degli EA CTE nel tempo ha mostrato valori estremamente preoccupanti: 1120 (intervallo di confidenza al 95% (723-1730), p < 0,0001) per gli EA del vaccino COVID-19 rispetto agli EA dell’influenza e 207 (intervallo di confidenza al 95% (144-296), p < 0,0001) per i vaccini COVID-19 rispetto a tutti gli altri vaccini.

Vaccini Covid a mRNA, correlazione con tromboembolia cerebrale soprattutto nelle donne, gli esperti: "Controindicazione in età riproduttiva"

Questi dati indicano un rischio significativamente maggiore di tromboembolia cerebrale associata ai vaccini Covid rispetto agli altri vaccini considerati, suggerendo la necessità di una revisione approfondita delle politiche di vaccinazione.

L’analisi ha inoltre rivelato che gli eventi avversi legati al tromboembolismo venoso cerebrale sono prevalentemente femminili, con un odds ratio femmine/maschi di 1,63 (intervallo di confidenza al 95% (1,52-1,74), p < 0,0001). Da questo dato emerge una vulnerabilità maggiore nelle donne rispetto agli uomini, richiedendo ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi alla base di questa differenza di genere.

Al contrario, il tromboembolismo arterioso cerebrale ha mostrato una preponderanza non significativa nel sesso maschile, indicando che il rischio potrebbe essere più equilibrato o influenzato da altri fattori non ancora completamente compresi. Inoltre, il tromboembolismo venoso cerebrale si è rivelato molto più comune del tromboembolismo arterioso cerebrale nell’arco di 36 mesi, con un odds ratio (OR) di 14,8 (intervallo di confidenza al 95% 14,0-15,5, p < 0,0001).

Questo suggerisce che, sebbene entrambi i tipi di tromboembolismo siano preoccupanti, il rischio di eventi venosi è significativamente più alto, richiedendo interventi mirati per mitigare questo rischio specifico.

Correlazione anche tra fibrillazione atriale e tromboembolia cerebrale post vaccino Covid

Un altro aspetto critico emerso dallo studio è la correlazione tra la fibrillazione atriale e la tromboembolia cerebrale. La fibrillazione atriale, identificata come la causa più comune di tromboembolia venosa cerebrale, è risultata essere molto più frequente dopo la vaccinazione contro il COVID-19 rispetto a tutti gli altri vaccini, con un PRR di 123 (IC 95% 88,3-172, p < 0,0001).

Questo dato indica dunque una correlazione tra la somministrazione del vaccino Covid e l’insorgenza di fibrillazione atriale, che a sua volta aumenta il rischio di eventi tromboembolici cerebrali. La fibrillazione atriale è una condizione cardiaca seria che può portare a complicazioni gravi, e la sua associazione con la vaccinazione contro il Covid richiede un’attenzione urgente e ulteriori studi per comprendere meglio i meccanismi coinvolti e sviluppare strategie per mitigare questo rischio.

Gli autori dello studio raccomandano "un'immediata moratoria globale sull’uso dei vaccini COVID-19, con una controindicazione assoluta per le donne in età riproduttiva". Queste raccomandazioni sono basate su dati che evidenziano non solo un aumento del rischio di tromboembolia cerebrale, ma anche una maggiore prevalenza di fibrillazione atriale dopo la vaccinazione contro il Covid.