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“Problemi al cuore dopo vaccino Covid”, 24enne costretta a non fare sport, il legale: “Chiesto risarcimento per reazione avversa e depressione post traumatica da stress”

L’avvocato Renato Mattarelli, che assiste la ragazza di Latina: “Non c’è dubbio che vi siano elevate probabilità che la vaccinazione sia la causa della pericardite e del versamento pleurico”

20 Novembre 2023

Covid vaccino

Covid vaccino (fonte foto Lapresse)

Una 24enne di Latina ha chiesto il risarcimento danni in seguito alla somministrazione del vaccino anti-Covid a causa delle reazioni avverse e dei danni subiti al cuore. In base a quanto è emerso la ragazza è stata sottoposta alla somministrazione del vaccino contro il Covid e da subito, ha osserva il suo legale, l’avvocato Renato Mattarelli, “ha accusato un malessere generalizzato e affaticamento. Qualche mese dopo alla giovane è stato diagnosticato dai medici: scollamento pericardico a carico della parete laterale del ventricolo sinistro e di dubbia falda di versamento pelurico sinistro”, oltre ai sintomi di una “depressione post traumatica da stress” perché la 24enne, a causa dei problemi al cuore, è impossibilitata a svolgere attività fisica.
Per l’avvocato Mattarelli “non c’è dubbio che vi siano elevate probabilità che la vaccinazione sia la causa della pericardite e del versamento pleurico. Prima della vaccinazione la giovane era una attiva sportiva che si sottoponeva regolarmente a visite ed esami cardiologici con esiti di ottima salute. Invece, dopo la prima e la seconda dose del 2021 e il booster del 2022, la salute della giovane ha iniziato a peggiorare e aggravarsi progressivamente. Oggi la 24enne non solo non può più svolgere le proprie attività sportive ma ha difficoltà anche a salire una rampa di scale, deve sottoporsi a controlli serrati e inizia ad accusare i sintomi di una depressione post-traumatica da stress visto che anche la qualità e le sue abitudini di vita è cambiata”.

Vaccino Covid, chiesto il risarcimento danni per reazioni avverse, una 24enne di Latina: “Problemi al cuore”, il suo legale: “Depressione post-traumatica da stress”

Questi danni, che al momento sono state richiesti dall'avvocato Mattarelli con una prima domanda di indennizzo in favore proprio dei danneggiati da vaccinazione e che prevede un assegno mensile a vita, saranno richiesti anche in Tribunale per il risarcimento integrale che tenga conto di tutti i pregiudizi subiti dalla giovane: oltre ai danni alla salute e alla forzata modifica delle proprie abitudini di vita saranno chiesti i danni patrimoniali visto che la 24enne appena laureata, aggiunge il legale, non potrà (viste le condizioni di salute) intraprendere alcune professioni e lavori che richiedono il trasferimento all’estero.

Per l’avvocato Mattarelli la responsabilità è anche dei sanitari che hanno inoculato la dose

Per l’avvocato della giovane, oltre alla responsabilità del ministero della Salute, dell’Aifa che hanno autorizzato i vaccini e delle farmaceutiche produttrici di quelli somministrati, con riferimento a Pfizer e Moderna, sono ravvisabili anche responsabilità dei sanitari che hanno inoculato la dose a Latina. “La 24enne aveva infatti scritto nella scheda anamnestica da consegnare ai medici di soffrire di soffio al cuore e di accusare mal di gola e perdita dell’olfatto e del gusto e che due mesi prima era risultata positiva al test degli anticorpi Anti-Sars-CoV2 e, ciononostante, veniva comunque sottoposta a vaccino. Anche dopo i primi sintomi post vaccinali successivi all'inoculo della prima dose del 2021 (malessere generale, affaticamento e affanno) di cui la giovane informava i medici, veniva vaccinata con la seconda dose”.
Dalla documentazione depositata dall’avvocato Mattarelli per la domanda di indennizzo risulta anche che, prima della somministrazione della dose booster, la ragazza informava i medici “di essere stata a contatto, nei 30 giorni precedenti con persone contagiate da Covid-19 e di accusare mal di gola e perdita di gusto e olfatto. Ciononostante i sanitari di Latina procedevano alla vaccinazione in violazione della Raccomandazione del 3.03.21 del Ministero della Salute per cui è “.possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-SARS-CoV-2/COVID-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa…’”. 
Inoltre nel ricorso per l'indennizzo il legale ha evidenziato come le “complicanze cardiologiche e cardiovascolari, come quelle della giovane pontina post-vaccinazione con Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna) hanno trovato riscontro in molti studi condotti da autorità nazionali (AIFA) e internazionali (Pharmacivingilance Risk Assessment Committee- PRAC dell'European Medicines Agency) competenti che, hanno redatto un prestigioso lavoro attestante, proprio come nel caso dell'istante “...il comitato per la sicurezza dell'EMA (PRAC) ha valutato dati recenti sul rischio noto di miocardite e pericardite a seguito della vaccinazione con i vaccini COVID-19 Comirnaty e Spikevax (precedentemente COVID-19 Vaccine Moderna). Questa revisione includeva due ampi studi epidemiologici europei. Uno studio è stato condotto utilizzando i dati del sistema sanitario nazionale francese (Epi-phare) e l’altro si è basato sui dati del registro nordico”.

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