03 Maggio 2023
La Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi) coordinata dal dott. Alberto Donzelli ha organizzato un convegno per discutere alcuni punti nodali del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-25 che il Governo sta per varare. Medici ed esperti invocano la prudenza e mettono sul tavolo alcune problematiche che invece le autorità sanitarie non sembrano considerare.
Al convegno hanno parlato molti esperti. La moderatrice era Martina Pastorelli, giornalista dal 1991 che si fa portavoce del dialogo aperto e non ideologico su più fronti (lei è fondatrice e coordinatrice di Catholic Voices Italia). Il seminario era pensato appunto con l'intento di promuovere un confronto senza preconcetti sul tema vaccini e Piano Nazionale di Prevenzione Nazionale.
La CMSi ha già inoltrato una mail a Governo, ministri, parlamentari e a più di 900 consiglieri regionali per proporre di avviare una discussione nel merito della recente bozza del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-25, visionabile qui. Non avendo ricevuto risposta, oggi ha rinnovato il suo impegno e la sua disponibilità. Il convegno di aperto con una carrellata di politici che hanno promesso incaricarsi di portare la loro voce indipendente ai vertici.
Gli interventi che sono seguiti hanno evidenziato come non ci siano prove né che l'obbligatorietà dia benefici né che un'eventuale decrescita nel numero dei nuovi vaccini somministrati possa essere catastrofica, come spesso è stata descritta. L'OMS, ad esempio, ha lanciato l'allarme che 67 milioni di bambini nel mondo non sono vaccinati e vuole rimediare.
Alberto Donzelli, medico di sanità pubblica, il pediatra Eugenio Serravalle e il patologo Paolo Bellavite concordano che tutte le informazioni che ci sono finora non sono sufficientemente solide per imporre l'obbligatorietà dei vaccini fin dalla tenera età.
Secondo loro, inoltre, l'obbligo scardina il rapporto fra medico e paziente, solleva dalla responsabilità medica e impedisce ai genitori di scegliere in maniera sufficientemente libera e informata su cosa somministrare ai loro figli.
In più convengono che molti studi disponibili sottolineino che aumentare copertura vaccinale e dosi dia l'effetto contrario rispetto a quello sperato. Lo ha espresso chiaramente Alberto Donzelli in un'intervista esclusiva a Il Giornale d'Italia: "Per quanto riguarda la vaccinazione anti-influenzale, ad esempio, non solo non ci sono prove che fatta in maniera universale a tutta la popolazione anziana o ancora più estesa dia dei benefici complessivamente ma addirittura le ricerche di più alta validità combinate che puntano in direzione opposta. Si è riscontrato un 45% in più di mortalità cardiovascolare in anziani stabili, senza scompenso cardiaco o infarto nell’ultimo anno".
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