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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Mattarella ha ragione: resistenza ora e sempre. Contro il loro regime, però

Talmente eversivo il regime sanitario, da sorprendere perfino chi lo imponeva. E le istituzioni mentivano, tradendo disprezzo per la vita umana e per i cittadini. Un incubo che potrebbe tornare in ogni momento. Perché il regime confida nella viltà di chi lo subisce.

26 Aprile 2023

Mattarella 25 aprile

Il nostro presidente della Repubblica dimezzata, il Mattarella della sovranità nazionale “parzialmente ceduta” alla UE, va a Cuneo a far professione non di antifascismo ma di quell'antifà che piace ai centri sociali e ai professionisti dell'antifascismo parassitario dell'Anpi: “Resistenza ora e sempre”. Coi bambini di tipo nordcoreano, perché se stanno intorno alla Meloni è dittatura ma a corteo di Mattarella è resistenza democratica. Ma noi ci trasciniamo dietro il regime che non passa, regime sanitario che faceva temere al primo ministro Conte la sollevazione popolare tanto erano violente e eversive le sue trovate autoritarie. Ma non si ribellavano, così che a Conte poteva subentrare Draghi ancora più reazionario e concentrazionario: ricatti, costrizioni e polizia con gli idranti addosso ai novax. Che non erano novax, era più gente confusa e preoccupata, spaventata, sfiduciata e con ragione; erano quelli destinati a perdere un figlio o una gamba dopo la somministrazione, al che l'Aifa che avrebbe dovuto tutelarli, nei messaggi intercettati: “Ah, sai quanti ne debbono morire. Ma che facciamo? Meglio loro che sacrificare il vaccino”. Una mentalità che ricorda il Riina delle grandi stragi: “Ma di che vi state a preoccupare, in Africa ne muoiono assai di bambini”. Mostruosi, ma non privi di una loro logica, avrebbero potuto dir meglio: sacrificare le opportunità di carriera e di potere, di corruttele e di arricchimenti che il vaccino si porta appresso? Per nulla al mondo. Questo non era regime, presidente? Non lo vedeva lei? Lo vedeva ma lasciava fare, proteggeva le istituzioni che però erano bacate da cima a fondo. Anzi diceva espressamente: a questi novax non va dato spazio. E lo prendevano alla lettera dagli informatori ai carabinieri. Questo non era regime?

Hanno truccato la verità, hanno truccato i dati, i grafici e adesso puntano a truccare la commissione d'inchiesta perché ci stavano dentro tutti. Quaranta, cinquanta reazioni avverse, devastanti se non micidiali e all'Aifa dicevano: coprire, nascondere, negare. Chi le accusava, e, fidandosi, segnalava, irriso e privato del rispetto fondamentale che si deve a un essere umano, quello di una risposta, di una attenzione. Soffocando e disprezzando, ancora adesso non si sa con certezza quante siano state le vittime. Come nei regimi degenerati, come nelle dittature. Troppe e troppo sporche sono state le nefandezze, dal tradimento dei diritti fondamentali alle menzogne, dall'odio instillato tramite i media alle costrizioni e minacce che tuttora aleggiano nel totale disprezzo delle conseguenze accertate e future: tutto questo conferma che lo stato italiano si è scoperto infestato di soggetti senza scrupoli, veramente terrificanti o repellenti, di bassissimo livello professionale, morale, civile. Arrivavano, come dimostrò la Verità, e come ricordato da “Fuori dal Coro”, ad evitare perfino l'Ema europea che a suo modo si preoccupava della caterva di accidenti post vaccinali: “Porco... che cazzo volete? Che ci fottiamo tutte le dosi?”. Era una istituzione dello stato o una famiglia camorrista dei Bassi? Comunque un sistema chiuso, blindato, ostile verso ogni esterno, che nelle intenzioni non doveva finire mai: il demone autoritario una volta scatenato non conosceva più limite, soffiava e sputava su tutto, sulla stessa vita umana, ogni perversione da mettere in conto pur di non toccare gli affari e la catena di comando che si era sviluppata. Come nelle dittature che di malvagità si nutrono fin che non collassano.

“Ai novax non va dato spazio anzi vanno mortificati e meglio schiacciati”: e provvedevano i volonterosi, dai megalomani della finta informazione alla Lucarelli, Scanzi, ai tenutari dei talk show di regime, ai direttori felloni dei giornali, alle infermiere tettone premiate con vacanze a Dubai. Tanto le compagnie dei vaccini pagavano tutto, foraggiavano in continuazione. Ma novax o altro che fossero, avevano ragione di preoccuparsi e le sordità improvvise, le cecita insorte, i cancri fulminei o risvegliati, i colpi apoplettici, le infermità irreversibili sono lì a testimoniarlo, un tetro esercito di invalidi, di sciancati, di menomati e perfino di cadaveri che avanza nell'indifferenza e nell'omertà generale. Anche oggi, perché tanto, lo abbiamo capito, la volontà di far luce non ce l'ha nessuno ed è spartita la volontà di insabbiare tutto perché il potere e perfino il regime, se adornato dall'addobbo formalmente democratico, non succede mai per strappo, per sostituzione traumatica, è più nel segno della trasformazione morbida e transitoria, comunque condivisa. A fare da garante c'è l'Unione Europea prima responsabile della catastrofe sanitaria e della strage vaccinale e oggi scatenata “con più fame che pria” sulla transizione assai presunta verde che è un modo per destabilizzare il sistema Italia fino a cancellarlo; ed è sempre più difficile rifiutare i teoremi e i complotti di chi vede un disegno, lucido, di sostituzione e di colonizzazione del nostro paese a tutti i livelli. Ma il nostro Mattarella, come sempre: “Ci vuole più Europa” e intende meno Italia, meno del paese che è chiamato a rappresentare e a tutelare.

Oggi ad avere la coda di paglia sono tantissimi, dai virologi infimi ai dirigenti come il Palù dell'Aifa che glissa sulle vittime e sulle censure nel suo ente e invece annuncia nuovi vaccini per nuove fantomatiche varianti. Oggi non regge più la scusa della torsione autoritaria nel segno dell'interesse superiore della sicurezza pubblica; restano solo le evidenze di una gigantesca falla democratica fine a se stessa, inutile e controproducente, che nessuno più vuole intestarsi: al tempo del cortocircuito autoritario, facevano a gara a rivendicare misure drastiche e perfino demenziali. A pensarci, a ripensarci adesso, abbiamo vissuto un incubo totalitario che gli stessi responsabili ammettono, sorprendendosi di quanto gli italiani siano stati docili e imbelli. Ragione per cui non c'è dubbio che ci riproveranno, a prescindere da chi si troverà in carica. Smaltita, con fatica, la nube tossica della retorica resistenziale, ci aspetta subito quella sindacale del Primo Maggio canterino con gli stessi guitti che in tempo autoritario erano i primi a lodare il regime, a fare sfoggio di mascherine e conformismo: oggi questi zdanoviani penosi tutti a latrare contro “l'eterno fascismo”, quando del conformismo fascista sono stati i campioni e i parassiti premiati. Ed era, come resta, conformismo a raggiera, sanitario, climatico, sessuale, moralistico, storicistico. Sempre più gente malata dentro e fuori, eviscerata della forza e della voglia di vivere, e Mattarella scandisce resistenza ora e sempre. Ha ragione presidente, ci voleva la resistenza perenne, quella paventata da Conte: ma da voi, dal sistema che avete messo in piedi, un sistema lugubre, truce, spietato.

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