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Scuola, il cellulare come la cocaina: i danni fisici e psicologici causati dalla "dipendenza" da tecnologie

L’indagine conoscitiva proposta dalla 7° Commissione Permanente, sull’impatto del digitale sugli studenti, ha delineato una serie di parametri allarmanti per le nuove generazioni

14 Giugno 2021

Scuola, il cellulare come la cocaina: i danni fisici e psicologici causati dalla "dipendenza" da  tecnologie

fonte: pixabay

Oggigiorno l’impatto del digitale sui giovani e sugli studenti è sempre più forte, con particolare riferimento e danni ai processi cognitivi dell’apprendimento. L’uso del dispositivo cellulare viene quasi paragonati agli effetti della cocaina, quale sostanza che crea dipendenza e produce seri danni fisici all’organismo. È stata pertanto condotta un’indagine conoscitiva, proposta dalla 7° Commissione Permanente (Istruzione pubblica, beni culturali), terminata con la seduta del 9 giugno 2021, che ha portato alla delineazione di parametri allarmanti per le nuove generazioni.

Scuola, il cellulare come la cocaina

Il documento è stato approvato dalla 7° Commissione Permanente, nella seduta del 9 giugno 2021, presieduta dal Relatore Cangini. A conclusione dell’indagine conoscitiva proposta dalla Commissione, “Sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento" (Articolo 48, comma 6, del Regolamento).

I risultati dell’indagine mostrano i danni fisici dell’uso dello smartphone (miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscoloscheletrici, diabete) e quelli psicologici (dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, aggressività, insonnia, insoddisfazione, diminu­zione dell’empatia). “Ma a preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza”. Si registra la perdita massiccia della capacità di concen­trazione, di memoria, di spirito critico e capacità dialettica. Sono tutti effetti che l’uso e abuso di smartphone e videogiochi produce sui più giovani.

Niente di diverso dalla cocaina. Stesse implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche. È quanto sostengono, ciascuno dal proprio punto di vista scienti­fico, la maggior parte di neurologi, psichiatri, psicologi e pedagogisti. “Un quadro oggettivamente allarmante, anche perché evidentemente destinato a peggiorare”.

 L’impatto del digitale sugli studenti: le ricerche internazionali 

I numeri impressionano, guardando agli altri Paesi. In Corea del Sud il 30% dei giovani tra i 10 e i 19 anni è classificato come “troppo dipendente” dal proprio telefonino: vengono disintossicati in 16 centri nati apposta per curare le patologie da web. In Cina i giovani “malati” di tecnologia sono 24 milioni. Analoga situazione in Giappone, dove per i casi più estremi è stato coniato un nome, “hikikomori”, che significa “stare in disparte”. Insomma, tutte le ricerche internazionali giungono alla medesima conclusione: il cervello agisce come un muscolo e se non viene allenato, per conseguenza si atrofizza. Così come la scrittura su tastiera elettronica invece della scrittura a mano, che non sollecita il cervello e la sua attività.

Per quest’insieme di ragioni, non è esagerato dire che il digitale sta decerebrando le nuove generazioni, fenomeno destinato a connotare la classe dirigente di domani. "Mai prima d’ora una rivoluzione tecnologica, quella digitale, aveva scatenato cambiamenti così profondi, su una scala così ampia e in così poco tempo". Lo smartphone, ormai, non è più uno strumento, ma una vera parte del corpo, soprattutto nei più giovani. Un’appendice da cui, oltre ad un’infinita gamma di funzioni, dipendono anche la loro autostima e la loro identità. Motivo per il quale risulta così difficile staccarli. Usarlo incessantemente è dunque per loro naturale, ma allo stesso tempo li proietta in un processo di snaturalizzazione e disumanizzazione totale.

Dal ciclo delle audizioni svolte e dalle documentazioni acquisite, non sono emerse evidenze scientifiche sull’efficacia del digitale applicato all’insegnamento. Anzi, tutte le ricerche scientifiche internazionali dimostrano che quanto più la scuola e lo studio si digitalizzano, più calano sia le competenze degli studenti sia i loro redditi futuri.

Si avverte dunque il dovere di segnalare il problema, sollecitando Parlamento e Governo ad individuare i possibili correttivi, trovando possibili modi per governare e regolamentare il mondo virtuale nel quale i giovani sono inghiottiti. 

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