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Vaccino Covid, i virologi vogliono la quinta dose per i neonati, ma il paese è saturo e in "overdose"

La comunicazione, ancora forsennata, sui continui “shot” contro i malanni di stagione testimonia del solito baratro fra l'informazione pubblicitaria e la cittadinanza reale. Che, dopo 3 somministrazioni, non ce l'ha più fatta a continuare. Eppure la propaganda di regime spinge per la quinta, la sesta dose. Chi la spunterà?

21 Ottobre 2022

Vaccino Covid ad un neonato

Ultime dal pianeta di Papalla, quello abitato da virologi pallisti, scienziati da operetta e debunker da circo equestre: via alla quinda dose, insiste il ministro uscente, più cattivo che alienato, lui è il potere che esce e che esce e che sta sempre lì, a rinverdire le sue oscenità; e vuole la dose pure per gli infanti da sei mesi a 5 anni: follia, vergogna tutta italiana. Proprio mentre il mondo assiste alla resa dei conti, la Francia si batte il petto, Israele, il paese più forsennato, si vergogna e lo ammette, la Florida blocca le somministrazioni per i minori di 40 anni, la Danimarca fino a 50, in Inghilterra circolano certi dati, ufficiali, agghiaccianti quanto a mortalità crescente per i vaccinati. Qui, no. Qui e solo qui vogliono dopare gli infanti freschi di placenta. Poi possono anche mormorare, come fa più di qualcuno, che “dopo le stragi di prima non vogliono più rischiare, è acqua e zucchero, solo che li vendono come vaccini perchè i fatturati debbono restare in piedi”. Che consolazione! Dopo le stragi di prima, ma sì, chi ha dato ha dato (il siero), chi ha avuto ha avuto (le conseguenze), tutto è perdonato.

Davvero? Il cronista intanto raccoglie nuove situazioni preoccupanti o meglio sono le situazioni, e sono i pazienti, in molti sensi, ancora una volta a cercare un canale per i loro sfoghi. Che pensare dunque di persone con patologie serie, forse latenti, certo esplose dopo i primi 3 shot, che si ritrovano con un numero spaventoso di linfociti, situazione niente affatto normale né prevista né tale da lasciare tranquilli? E cosa dire, dopo che il farmacista viene a confidarti dell'aumento, vertiginoso, dei casi di orticaria e di quella ostinata, rognosa, che non passa? Lo stesso accade con i sofferenti di psoriasi, impossibile di colpo da tenere sotto controllo dopo la terza botta. In qualche caso, a questa patologia si sono affiancate difficoltà nel deambulare, sfasamenti, sbandamenti, peggioramento delle facoltà uditive e visive.

Per non dire, ancora, dei pazienti ai quali misteriosamente si è risvegliato un aggressivo Fuoco di sant'Antonio dopo dieci, quindici anni. E l'Herpes Zoster, come è chiamato scientificamente, è un ceppo dormiente della varicella che da endemico si scatena in caso di difese immunitarie troppo basse, con effetti fastidiosissimi che rendono problematica, per non dire invivibile, la qualità delle giornate. Non a caso è spuntato un vaccino anche per quello, e c'è chi ironizza: insomma col vaccino ti faccio ammalare, o riammalare, di Fuoco di sant'Antonio e poi ti do un altro vaccino per curarlo, che probabilmente scatena una nuova patologia che andrà immunizzata (ammesso che il vax in questione sia efficace, sulla qual cosa ormai nessuno scommette di più, a parte qualche fact checker prezzolato), in un circolo maligno infernale.

Il pianeta Papalla è quello dell'informazione di regime, dei telegiornali di regime che pompano come dannati sulla quinta dose sapendo che la gente, stravolta, estenuata, si è fermata già alla terza; sapendo, anche, che questi preparati nascono già “vecchi”, mirati su situazioni che non giustificano una somministrazione vaccinale, per giunta dopo altre 4 in poco più di un anno: dovrebbero scongiurare che cosa? Stati influenzali lievi e lievissimi, da sopportabili a impercettibili, non diversi dai soliti malanni o virus stagionali, destinati a persistere pochi giorni o poche ore? Ma i nostri disinteressati mercanti di sieri hanno ordinato a suo tempo, tramite la UE delle politiche inconsistenti e degli affari loschi, quantitativi pari a 10 dosi cadauno e quelle dosi vanno consumate, al netto di quelle generosamente rifilate agli africani, per fare ammalare pure loro. Il pianeta Papalla gioca al solito terrorismo, non si ferma davanti alla prospettiva, da inorridire, di neonati siringati a raffica, ma i medici di base sempre più dicono No!, non fatela la quarta, fermatevi. La quarta, non le successive. E spesso sono dottori in origine convinti, ma che si sono stancati di contemplare certi effetti preoccupanti o devastanti, quelli sì a contagio, a ondate. La solita frattura tra paese reale e paese Papalla, solita ma non per questo meno preoccupante: di che parlano i giornali? A chi parlano? Al regime morente? Al sistema che mette tutto insieme, propaganda, distorsioni, bugie e informazioni, che confonde tutto e mescola vaccini, ambiente e sovvenzioni pubbliche per la stampa? Questi giornali più che informazione hanno praticato sformazione e sono franati, una testata come Repubblica non tira novantamila copie, i telegiornali sono all'emorragia di ascoltatori a cominciare dal tg 1 pubblico, il più ortodosso, il più governativo e il più pervasivo nella campagna del terrore. Dite quello che volete, ma questo scempio deve finire. Devono sparire i propagandisti che corrono dietro ai novax per irriderli, i virologi buffoni, gli affaristi in camicie che danno i numeri ballerini graditi al regime, i ministri disturbati e maligni, i media che già spingono per la sesta, la settima dose. Pensatela come volete, ma il pianeta di Papalla deve tornare ad essere un posto appena umano, per dire logico, razionale. Senza la gente che ancora gira autosequestrata in macchina, da sola, con strati di mascherine “perché non si sa mai ma tutti mi devono stare lontani”.

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