08 Giugno 2021
Fonte: lapresse.it
Il professor Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva del San Raffaele, è stato ospite di Un giorno da pecora, dove ha parlato del Covid, del vaccino e dei suoi colleghi Massimo Galli e Andrea Crisanti. A cena con loro? "Queste cose le riservo agli amici. Non a persone che mi è capitato di incrociare ma che non avrei mai incrociato nella mia vita per altri motivi", ha detto con un velo di polemica il professore, le cui opinioni sono state spesso molto differenti di quelle dei suoi colleghi.
Per quanto riguarda le mascherine all'aperto, "negli ultimi giorni", dice Zangrillo, "mi è capitato di scuotere la testa quando ho incontrato persone che in un bosco, avvicinandomi, mettevano terrorizzate la mascherina. Senza informazione corretta saremo un popolo di beoti che segue chi la spara più grossa".
E ancora: "Dobbiamo tornare gradualmente alla normalità, altrimenti qualcuno - sulla base della presunta autorevolezza di medica, ricercatore o virologo - può proporre che noi attraverso un chip siamo sorvegliati e registrati. L'ha proposto Crisanti? Chiunque l'abbia proposta, è qualcosa di indegno e indecoroso, è indegno di un paese civile".
"Io di 'cassate' ne ho dette poche, quando ho avuto il dubbio mi sono fermato", dice ancora il professore. Infine: "La 'cassata' più grande è stata creare personaggi veri e propri che si sono autoalimentati. Sono entrati in competizione, hanno disorientato e hanno passato molto tempo sui media creando disagio".
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