28 Aprile 2021
Fonte: lapresse.it
La variante indiana del Covid è arrivata in Italia dopo che una famiglia indiana di Vicenza ha partecipato a un pellegrinaggio sul Gange insieme a centinaia di migliaia di persone. Tutto per festeggiare il capodanno indiano che cade il 12 aprile. Dunque, mentre l'Italia era blindata e non si poteva andare nemmeno a visitare i parenti per Pasqua, dopo un Natale e un Capodanno passato da reclusi, con tantissime attività gravemente danneggiate, si è permesso a una famiglia indiana di andare dall'altra parte del mondo per partecipare a un evento di massa. Chi sa, a questo punto, cosa possono pensare i gestori di ristoranti e bar, piscine e palestre, cinema e teatri. Perché il Governo miope ci ha sempre detto che i veicoli su cui viaggia il Covid erano le loro attività, quando non è palesemente vero.
Si tratta dunque di un pellegrinaggio sul Gange la causa dell’ingresso della variante indiana in Italia. Ed è stato lo stesso pellegrinaggio a provocare un'escalation di contagi nella stessa India, che conta quasi 3000 morti e 300000 contagi al giorno. La nazione, guidata da un Governo sovranista, adesso si è vista costretta a chiedere aiuto a Unione europea e Stati Uniti.
Intanto, però, la variante è arrivata in Italia. Due indiani sono risultati positivi a Villaverla (Vicenza), padre e figlia, hanno infatti partecipato al Kumbh Mela, la festa induista che ha causato in questi giorni migliaia di vittime in India. A confermarlo è Ruggero Gonzo, il sindaco della cittadina vicentina in cui risiede la famiglia.
L'uomo contagiato fa il meccanico e risiede in Italia da molti anni. Lui e la figlia sono rientrati dall'India il 7 aprile atterrando all'aeroporto di Bergamo e da lì hanno preso un taxi per tornare a casa. "Poi diligentemente hanno segnalato la cosa al sito dell'Usl 7, chiedendo di fare il tampone", ha raccontato al Corriere della Sera Gonzo. "Lo hanno fatto il 14 aprile: il padre e la figlia sono stati trovati positivi alla variante indiana mentre per la madre, asintomatica, si stanno ultimando gli accertamenti. Stanno tutti bene". Tutti e tre ora sono a casa in quarantena.
La direttrice dell’Istituto Zooprofilattico Antonia Ricci conferma il collegamento diretto con l'India. "Ci ha impressionato che fossero partiti per l'India con un tampone negativo", ha continuato il primo cittadino. "E siano tornati infettati dalla variante che ha contagiato mille persone in sole 24 ore". Per l’Istituto Zooprofilattico gli altri presunti casi sono ancora in fase di valutazione: "Abbiamo trovato una mutazione sicura ma le altre non sono state caratterizzate, siamo in attesa dell'esito completo. Sono casi di importazione da un Paese estero. Anche in questo caso tutte le misure di quarantena sono state prese".
La variante è stata scoperta per la prima volta a ottobre nel Maharashtra, stato dell'India Centro-occidentale, conosciuto per la capitale Mumbai, la variante è identificata come B.1.617. Le sue caratteristiche principali riguardano mutazioni già note (E484Q e L452R), unione che sarebbe responsabile della drammatica ondata che sta stravolgendo l’India. La mutazione identificata come L452R corrisponde a una modifica individuata anche nella variante californiana (B.1.427) che interessa la proteina spike e potrebbe aumentare la contagiosità del coronavirus.
Per il momento non si conoscono tutti i dettagli su questa nuova variante. In ogni caso, le sue caratteristiche e i sintomi per riconoscerla dovrebbero essere simili a quelli delle altre varianti. La variante scoppiata in India, dunque, si presenta molto più aggressiva rispetto al Covid come lo conosciamo, con una maggiore capacità di contagio e di impatto sul corpo umano. Non si sa ancora se i vaccini siano in grado di tenerla sotto controllo, anche se in questo senso, dalla comunità scientifica, continua a filtrare ottimismo.
In ogni caso, scendendo più in dettaglio, a livello di sintomi la variante indiana parrebbe essere più impattante sull'organismo. I sintomi però sono i soliti: tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza. In pratica gli stessi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, anche se più forti.
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