Ucraina, Meloni scarica Zelensky: "Devi fare concessioni territoriali dolorose", e appoggia pressing di Trump su accordo per piano di pace

Zelensky si era recato in Italia per cercare una sponda proprio da Meloni contro il piano di pace di Trump

Meloni scarica Zelensky dopo l'incontro a Roma, a Palazzo Chigi. La premier italiana avrebbe infatti dichiarato all'omologo: "Considera che alcune concessioni dolorose forse sei costretto a farle". E il tema si sposta subito ai territori. Uno di questi è il Donbass, che Putin ha rivendicato essere "russo, è un fatto storico", mentre Zelensky ha replicato: "Cedere il Donetsk senza combattere è idea dei russi". Zelensky che si era recato in Italia per cercare una sponda proprio da Meloni contro il piano di pace di Trump, anche se la premier sembra avergli dato picche. La leader di FdI ha già fatto capire di essere "allineata con gli Usa" sul tema, e appoggia il pressing di Trump su un accordo entro breve tempo. La deadline sarebbe fissata per Natale.

Ucraina, Meloni scarica Zelensky: "Devi fare concessioni territoriali dolorose"

Delle "concessioni dolorose". È quello che avrebbe chiesto Meloni a Zelensky nell'incontro di ieri durato un'ora e mezza. Dal canto suo, il presidente ucraino avrebbe aperto a questa ipotesi, asserendo che questo non basterà a convincere Putin. 

Quest'oggi Kiev dovrebbe inviare agli Usa il nuovo piano di pace rivisitato in 20 punti, che sicuramente conterrà qualche passaggio anche sui territori, anche se probabilmente non quello che rivendica legittimamente Putin. Da questo punto di vista, secondo un retroscena del Giornale d'Italia ci sarebbe un piano segreto tra Trump e Putin costringere il presidente ucraino Zelensky a rinunciare definitivamente alle regioni comprese tra il Lugansk e la Crimea, con la creazione di una zona cuscinetto tra Kharkiv e Donetsk.

Allo stesso tempo Meloni appoggia il pressing di Trump su un accordo entro Natale in merito al piano di pace per l'Ucraina. È quello che confida il tycoon per mettere fine ad una guerra che si trascina da ormai quasi quattro anni, anche e soprattutto per via delle provocazioni di Kiev.