Maria Rosaria Boccia diffidata da Camera dei Deputati, logo Montecitorio usato illecitamente “per promuovere diete e chirurgia estetica sui social”

Secondo quanto risulta, la Camera dei Deputati avrebbe dunque avviato la procedura per comunicare a Boccia una diffida formale all'utilizzo del logo. Pochi mesi fa, infatti, la stessa Boccia era stata interdetta dall’ingresso a Montecitorio dopo aver utilizzato occhiali smart con i quali aveva registrato e pubblicato sui social scene dai corridoi della Camera, senza alcuna autorizzazione e in violazione delle norme interne in materia di dispositivi audiovisivi

Sui profili social di Maria Rosaria Boccia sarebbero comparse da giorni decine di card e fotografie recanti il logo ufficiale della Camera dei Deputati. Un uso che, secondo quanto filtra da Montecitorio, sarebbe ritenuto improprio e tale da aver attivato la procedura per una diffida formale nei suoi confronti. Le immagini, spesso accompagnate da messaggi motivazionali o riferite a iniziative sullacultura della bellezza”, cioè chirurgia esteticae sulla dieta mediterranea, riproporrebbero una grafica molto simile a quella istituzionale.

Maria Rosaria Boccia diffidata da Camera dei Deputati, logo Montecitorio usato illecitamente “per promuovere diete e chirurgia estetica sui social”

Negli ultimi giorni, sui profili social di Boccia sono state pubblicate oltre dieci card in cui il logo della Camera è ben visibile, incastonato in layout che richiamano la comunicazione ufficiale di Montecitorio. In alcune immagini, Boccia appare con in mano atti parlamentari o fotografata davanti alla scrittaCamera dei deputati”, accompagnando i post con riferimenti al proprio ruolo diideatricedegli intergruppi dedicati allacultura della bellezza” (medicina estetica) e alla dieta mediterranea.

Sebbene gli intergruppi parlamentari non abbiano alcuna valenza istituzionale e non prevedano un iter formale né un coinvolgimento degli uffici della Camera, la grafica utilizzata – osservano fonti parlamentari – suggerirebbe un legame diretto con l’attività ufficiale dei deputati.

Secondo quanto risulta, la Camera dei Deputati avrebbe dunque avviato la procedura per comunicare a Boccia una diffida formale all'utilizzo del logo. La vicenda si inserisce in un contesto già delicato: pochi mesi fa, infatti, la stessa Boccia era stata interdetta dall’ingresso a Montecitorio dopo aver utilizzato occhiali smart con i quali aveva registrato e pubblicato sui social scene dai corridoi della Camera, senza alcuna autorizzazione e in violazione delle norme interne in materia di dispositivi audiovisivi. Il Comitato per la sicurezza aveva disposto un divieto totale di accesso, che risulterebbe tuttora in vigore.

Resta fermo che il logo ufficiale può essere utilizzato esclusivamente da deputati o loro collaboratori nell’ambito delle attività legate al mandato parlamentare. Né il ruolo di “ideatore” degli intergruppi, né la promozione di iniziative personali consentono l’impiego dell’emblema di Montecitorio, essendo gli intergruppi realtà informali e prive di riconoscimento regolamentare.

Maria Rosaria Boccia, dal canto suo, respinge le ricostruzioni circolate nelle ultime ore e punta il dito contro la diffusione anticipata della notizia della possibile diffida: "Da qualche ora le principali testate online annunciano una sedicente diffida che la Camera dei Deputati sarebbe in procinto di notificarmi per un presunto uso improprio del logo della Camera dei Deputati attraverso i miei canali social. Senza entrare nel merito della liceità dell'utilizzo del logo, in quanto le immagini risalgono e sono riferite ad attività realmente da me sostenute nel recente passato, il dato che fa riflettere e che è inaccettabile, è come ancora una volta una testata giornalistica (nel caso di specie Adnkronos) sia in possesso di informazioni simili prim'ancora che la diretta interessata venga raggiunta da qualsivoglia atto o documento che dovrebbe, per propria natura, essere strettamente riservato".

La Boccia lega l’episodio a una presunta esposizione mediatica indesiderata che, a suo dire, proseguirebbe da tempo: "A quanto pare lo scandalo legato al Garante della Privacy nulla ha insegnato in tal senso e vi è ancora qualcuno convinto di poter deliberatamente disporre della riservatezza e della privacy di una cittadina, seppur ritenuta nota, e già vittima, dalla vicenda Sangiuliano in poi, di un accanimento mediatico senza precedenti".