Atreju, Meloni accoglie sfida di Schlein e invita anche Conte: "Pronta a confronto con le opposizioni", Pd: "Porti anche Tajani e Salvini"

Meloni accetta il confronto di Atreju ma lo estende a Conte: Schlein rifiuta e ora rischia di essere lei a sembrare in fuga dal “triello” con premier e leader M5S

La premier Giorgia Meloni non solo ha accolto la sfida lanciatale da Elly Schlein sul confronto diretto, ma ha anche invitato Giuseppe Conte alla festa nazionale di Fratelli d'Italia ad Atreju. Un gesto che le opposizioni hanno percepito come evasivo, tanto da richiedere: "A questo punto, Meloni porti anche Antonio Tajani e Matteo Salvini".

Atreju, Meloni accoglie sfida di Schlein e invita anche Conte: "Pronta a confronto con le opposizioni", Pd: "Porti anche Tajani e Salvini"

Il duello politico annunciato per la prossima edizione di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, si è trasformato in poche ore in un intricato gioco strategico tra Giorgia Meloni, Elly Schlein e Giuseppe Conte. La leader Pd aveva accettato l’invito alla kermesse solo a condizione di potersi confrontare direttamente con la premier, immaginando un faccia a faccia che potesse rappresentare un’anticipazione della sfida elettorale del 2027. Un piano che, in teoria, avrebbe messo Meloni di fronte a un bivio: rifiutare il dibattito, rischiando l’accusa di voler evitare il confronto, oppure accettare e legittimare Schlein come sua principale rivale.

Lo schema, però, si è rapidamente complicato. Giuseppe Conte, già in contatto con gli organizzatori della manifestazione, aveva anch’egli ricevuto un invito e non aveva escluso la sua partecipazione. Al contrario, aveva fatto sapere che un confronto con la premier sarebbe stato per lui più che gradito. Una mossa che ha reso chiaro fin da subito come il leader M5S non avesse alcuna intenzione di cedere a Schlein il ruolo di unico sfidante del centrodestra.

Elezioni regionali Campania-Veneto-Puglia, Meloni: "Vittoria Stefani grazie a serietà". Schlein: "Uniti si vince"

Fico eletto presidente con il 60,63% dei voti, Decaro con il 63,97% e Stefani con il 64,39% dei voti

Meloni, cogliendo l’occasione, ha deciso di rovesciare la dinamica: non solo accetterà il confronto, ma lo allargherà a entrambi i leader dell’opposizione. "Mi confronto con tutti e due", ha fatto sapere, ricordando che il centrosinistra non ha ancora un candidato unitario. Una soluzione che, nelle intenzioni della premier, la favorisce strategicamente: un dibattito a tre mette in risalto le divisioni interne all’opposizione e la posizione dominante del centrodestra.

Conte ha dato la sua disponibilità immediatamente. Schlein, invece, si è trovata davanti a un dilemma inatteso. Accettare significherebbe rischiare di ritrovarsi schiacciata in un confronto nel quale, oltre alla premier, dovrebbe fronteggiare anche il suo principale rivale interno. Rifiutare, però, la esporrebbe al rischio di essere descritta come colei che sfida, ma poi si sottrae.

Ospite a Piazzapulita, la segretaria Pd ha accusato Meloni di "aver trovato un modo per scappare", proponendo sarcasticamente che, se deve partecipare Conte, allora la premier porti Salvini e Tajani. Ma la mossa non chiude affatto il caso. Ora la palla passa a Conte, che potrebbe comunque confermare la propria presenza, lasciando Schlein fuori dal campo che lei stessa aveva aperto.