17 Ottobre 2025
Di Presidenti del Consiglio in Italia ne abbiamo avuti tanti, oserei dire un numero spropositato. Abbiamo avuto Governi che duravano giorni, eppure il Paese è cresciuto, è stato finanche una superpotenza negli anni Ottanta.
Diciamo perciò che chi ha memoria e un minimo di capacità analitica ha imparato a distinguere il politico che fa il suo dovere e affronta i problemi dal cialtrone.
Per quanto l’epoca del cialtronismo sia nata con l’avvento di Berlusconi. Ecco, con il Cavaliere abbiamo conosciuto un aspetto molto interessante del cialtronismo: la sfacciataggine del vittimismo autoreferenziale. Si tratta di una strategia di marketing, non a caso.
Questo aspetto ha due “virtù”. Da un lato cerca di appassionare e fomentare i suoi elettori, inasprendo volontariamente lo scontro nel Paese; dall’altro rende il leader un eroe da difendere. Intanto, la politica si fa i cazzi suoi.
Allora ecco che, mentre sfasciava il tessuto sociale italiano e si faceva le sue leggi su misura, Silvio sventolava lo spettro del vittimismo contro i comunisti cattivi. Qualcuno lo criticava? Comunista. Crisi di governo, pur avendo una maggioranza bulgara? Colpa dei comunisti. Ruby nipote di Mubarak? Sono stati i comunisti.
Ecco, Giorgia Meloni è l’evoluzione del berlusconismo con un accento più aggressivo. Con un Paese sempre più appiattito sulle linee americane, un’economia interna alla frutta e senza neanche un’Europa forte e carismatica — nella misura in cui Donald Trump le dice quanto è bella — vive nella costante ricerca di un nemico da abbattere.
Un nemico che costruisce nei modi più ridicoli, a partire da una sinistra inesistente e impotente, che tira in ballo ogni giorno come se la Schlein fosse il vero Premier. Al netto dei paragoni con Hamas, sta cercando di far passare l’idea che tutto ciò che in questo Paese non va sia colpa del PD: dall’aumento dei disoccupati all’immigrazione selvaggia.
Ora, visto che la sinistra in Toscana ha vinto (grazie al generale Vannacci, che ha polverizzato la Lega), con le ferite ancora fresche ha deciso di colpire un altro “bollito”: Landini, il primo sindacalista al mondo che non sciopera per i lavoratori.
Il pretesto? Una parola estrapolata dal suo senso e contesto, quel “cortigiana” con cui l’ha metaforicamente definita in una dichiarazione.
Apriti cielo. “Piatto ricco, mi ci ficco”, dicono i più volgari giocatori di poker. E lei ci si è ficcata con tanto di post su X, comunicati stampa eccetera, fomentando l’odio e il disgusto dei suoi elettori, vincendo un altro premio come vittima del giorno e portandosi a casa la certezza, ancora una volta, di aver messo in cassaforte il suo bel 30% nei sondaggi.
Di Aldo Luigi Mancusi
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