11 Ottobre 2025
Giorgia Meloni non è nuova alla demagogia becera, ma stavolta ha passato il punto di non ritorno. Durante il comizio a Firenze per chiudere la campagna delle regionali in Toscana, ha accusato la sinistra italiana di essere “più fondamentalista di Hamas”. Non è una battuta mal riuscita: è un attacco calcolato, pericoloso e profondamente indegno.
Paragonare partiti democratici a un’organizzazione armata come Hamas, è un atto di pura violenza politica. Significa alimentare l’odio, delegittimare l’opposizione e preparare il terreno alla repressione.
Meloni non cerca il confronto: cerca il nemico. E quando il nemico non c’è, lo inventa. Intanto l’Italia reale affoga: stipendi fermi, sanità pubblica smantellata, precarietà endemica, mentre il governo ingrassa le imprese, arma le frontiere e sventola il tricolore come scudo per l’avidità padronale.
Questa è la vera funzione della propaganda meloniana: coprire la miseria sociale con un teatrino reazionario. Un copione stanco, da neofascismo in giacca e tailleur, che nulla ha da offrire se non slogan vuoti e una rabbia indirizzata verso il basso.
La Premier può insultare quanto vuole: non fermerà chi lotta per un Paese più giusto. Ma ogni parola d’odio che pronuncia è un promemoria: il suo Governo teme la sinistra perché la sinistra è ancora viva.
Di Aldo Luigi Mancusi
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