Martedì, 21 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

“Conte sogna la Farnesina (e la Giustizia per il M5s) la Schlein spedisce Ruffini in Campidoglio”: Roma è già campo di battaglia

“Nessuno si fida di nessuno” nei palazzi del centrosinistra: la sinistra vorrebbe spedire Ruffini in Campidoglio, ma è solo l’inizio del risiko. E spunta l’ombra di Ignazio Marino

30 Maggio 2025

“Conte sogna la Farnesina (e la Giustizia per il M5s) la Schlein spedisce Ruffini in Campidoglio”: Roma è già campo di battaglia

Altro che tempo per riflettere. A meno di due anni dalle elezioni per il nuovo sindaco di Roma Capitale, la campagna elettorale si sta già giocando tra i corridoi ovattati dei palazzi e i salotti buoni della sinistra. Sotto traccia, ma neanche troppo. Perché a Roma — si sa — le partite iniziano sempre prima, e finiscono quasi mai.


La data è fissata: primavera 2027. Ma nei partiti, soprattutto nel centrosinistra, è già caccia alla posizione. E il centrodestra? “Con questa legge elettorale e una sinistra divisa, possiamo vincere solo per demeriti altrui”, confessa con onestà un senatore meloniano di lungo corso. Tradotto: a destra si spera più nei litigi altrui che nelle proprie strategie.
E i litigi non mancano. “L’accordo PD-M5S? Una favola per bambini”, taglia corto un dirigente dem. Il problema? Sempre lo stesso: la leadership. Da un lato Elly Schlein, che non può certo accettare un Conte leader della coalizione. Dall’altro l’ex premier, che “non ha alcuna intenzione di fare il vice di qualcuno”, come ha confidato a porte chiuse a Montecitorio.
Ed è qui che entra in scena Ernesto Maria Ruffini. L’avvocato, già a capo dell’Agenzia delle Entrate, ha il profilo perfetto per fare da mediatore tra le anime del centrosinistra. “È stimato, è cattolico, è sobrio. E soprattutto non è Schlein né Conte”, spiega una voce vicina alla Comunità di Sant’Egidio.

Ma proprio per questo, i due leader principali avrebbero deciso di spedirlo altrove. “Non possiamo permettere che il federatore ci scavalchi”, avrebbe detto senza troppi giri di parole un esponente di spicco del Nazareno. Soluzione? Ruffini candidato sindaco di Roma. Un ruolo prestigioso, ma lontano dalle vette nazionali.


E Giuseppe Conte? Sta già pensando al prossimo livello. Le sue recenti uscite parlano chiaro: pacifismo, guerra in Ucraina, Palestina. Tutti temi da politica estera. “Si sta cucendo addosso il profilo da Ministro degli Esteri”, osserva un deputato pentastellato. E in caso di vittoria, il patto potrebbe prevedere proprio la Farnesina per il leader 5 Stelle.


Ma c’è chi non si accontenta. “Conte vuole anche la Giustizia, altrimenti salta tutto”, avverte un parlamentare. E se il compromesso non si trova? Ecco il piano B: l'idea di Conte è quella di rimettere in pista Ignazio Marino. Giusto per fare un dispetto al Pd. L’ex sindaco, che già si è pubblicamente proposto, potrebbe tornare in pista. “Io ci sono, se serve alla città”, ha detto di recente. Un ritorno clamoroso, ma non impossibile.

Intanto a Roma, tra marciapiedi che si sgretolano e assessori a fine corsa, il vero cantiere è quello politico. Le manovre sono partite, le telefonate corrono, i sondaggi girano. Il Campidoglio chiama. TotoSindaco, TotoMinistri, TotoLeader. Una cosa è certa: “nessuno si fida di nessuno, e tutti pensano di fregare l’altro al momento giusto”, sussurra, tra il serio e il faceto, un ex ministro dal pedigree prodiano. La sfida è lanciata. A sinistra, più che allearsi, si sta giocando a Risiko. E Roma è solo la prima casella.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x