09 Aprile 2025
La cosa più vera l'ha detta, probabilmente senza avvedersene, il geometra Bonelli, quello del partito della occupatice pregiudicata Ilaria Salis: siamo diversi in tutto, distanti in tutto ma usiamo le piazze per unirci a far fuori Giorgia Meloni. La politica delle adunate non è una buona politica se occupa tutto lo spazio, se è unica sostanza invece di proiezione. Genera demagoghi e oggi i leader sono demagoghi, il politico fallimentare Renzi ha fatto un libro chiamato Influencer per dire che questo egli è, non diversamente dai colleghi. Influenti come lobbisti e intrallazzoni, del tutto inconsistenti come uomini di stato e di governo, di visione. La politica delle piazze e delle adunate mette sullo stesso piano Conte e Schlein, Serra e Travaglio, tutti con la loro dose di faccia tosta. Da non credere! Il leguleio foggiano che sbraita contro la guerra quando ci ha tenuto in regime di guerra: deportati, arrestati, costretti ad avvelenarci nel modo paternalistico delle dittature o delle finte democrazie. La Schlein che sta ovunque e in nessun posto come la Meloni, una il cui opportunismo trasformistico ricorda sempre più quel cavaliere che "salì sul destriero e partì in tutte le direzioni". Solo che il Paese resta fermo, impantanato. Serra a 70 anni fa il redditiero armigero per la pace, Prodi manda messaggi di buona volontà, con gli occhi fissi, tra una escandescenza e l'altra. Travaglio è il migliore. Ha costruito la sua fortuna a dare del leccaculo a tutti, per dire servi dei partiti mafiosi ma le infiltrazioni nel suo non le vede. Indipendente? Si, molto, da se stesso.
La politica demagogica è lugubre, mette spavento per la demenza spregiudicata che sa raggiungere. Quella tipa che organizza vacanze di massa in sospetto di riciclaggio, attualmente sotto processo per spaccio! Subito alla Zanzara di Cruciani, dopo il Lacerenza del troiaio milanese e prima di quella che ha aiutato il figlio a far sparire una malcapitata appena trucidata: già si offre con tanto di occhiali griffati e vedrete se non si candiderà, posta la mutazione antropologica della mamma coraggio non più della vittima ma del carnefice. Un'altra in rampa di lancio è la maestrina da onlyfans, altra carne più o meno fresca per la Zanzara di Cruciani. Aberrazioni che proprio la politica dovrebbe combattere invece o le ignora o se ne serve, ci fa i casting. Come fanno tutti questi demagoghi, responsabili di un disastro immane negli ultimi anni, a restare così tracotanti? Come fa Mattarella a insistere nelle provocazioni con cui insignisce i virologi fanatici come a voler dire che non è cambiato niente, che prima o dopo torneranno i bei tempi delle farneticazioni e delle reclusioni di massa? Uno come Conte ha seppellito la democrazia, introdotto il regime repressivo degli inetti e dei ladri, inabissato il bilancio dello Stato sotto 220 miliardi di sprechi irresponsabili, e fa il salvatore della patria?
Ma tutto passa come normale, fatale. Il coacervo politica informazione, coacervo autoritario, è indistinguibile ed è ignobile, i peggiori tra i servi sono quelli che accusano gli altri di esserlo anche se a questo punto nessuno più si azzarda a scagliare la prima pietra. Una politica negativa sortisce una democrazia negativa, autoreferenziale, proiettata verso l'esclusiva autotutela, insomma un sistema che vuole durare, che si autoperpetua ed esclude il resto. Su youtube mi sono imbattuto in alcuni filmati della Comunità di Capodarco, dove ho fatto il servizio civile 35 anni fa, c'era il mio caro don Vinicio Albanesi che a 82 anni continua a fare la vita infernale che gli vidi fare a 47, prosciugarsi per gli sfortunati e gli ultimi, e gli ho visto addosso come un'aura di solitudine, di isolamento. Nessuno più parla di disagio, la politica meno di tutti. È come se esistessero solo migranti e fluidi, ma anche quelli messi in una prospettiva affaristica. Se a un politico parli dei disabili, degli sbandati, dei vecchi, dei soli, fa la faccia stranita: ma come, non li paghiamo già questi del terzo settore, non gli diamo le rette, e allora che altro vogliono? Ma operare nel disagio non è solo una faccenda di soldi, ci vuole sostegno amministrativo, burocratico, ci vogliono leggi, organizzazione, flessibilità in un mondo che cambia continuamente e ripropone o impone forme di alienazione e necessità di intervento sempre più urgenti e complesse. I disastri provocati dal gagà grillino Conte, col consenso del sistema senza opposizioni, hanno scatenato forme di marginalità giovanile esplosive, che nessuno sa come arginare. Ma i responsabili non se ne curano e nessuno li richiama alle loro colpe immani e miserabili.
Altro che Norimberga ci vorrebbe, ma qui si parla solo di manifesti di 85 anni fa, di dazi, di puttane, di influencer. E di alleanze di piazza, di come usare le adunate a scopo destabilizzante. Quando entrai a Capodarco ne diffidavo, li sentivo, ed erano, ideologizzati e a me i lavaggi del cervello non sono mai piaciuti. Però standoci, vivendoci nella condivisione della difficoltà e della sofferenza maturavo una prospettiva nuova del tutto insospettata, diventavo anche io machiavellico e un po' per forza di cose e un po' per contagio e un po' per la esaltazione che prende chi è convinto di star facendo la cosa giusta, di essere meglio degli altri: dedicandomi al "bene" molto diventava lecito, i compromessi accettabili e perfino auspicabili. E i compromessi c'erano, le tentazioni c'erano perché la politica non si negava almeno per motivi di convenienza elettorale. Adesso non so come se la passino lì dentro, ma direi che cercare interlocutori nella politica degli Influencer e degli sciabolatori da Gintoneria sia dura. E, francamente, è improbabile trovare uomini di potere diversi, più seri, più decenti in qualsiasi schieramento. La politica è diventata un affare razzista e non se ne vergogna, chi entra viene accolto come in un club esclusivo, chi non ne fa parte è disprezzato, chi è malato o handicappato addirittura incalcolato, tenuto in fama di ubermensch. Lo stesso avviene nei confronti degli altri esseri senzienti, degli animali. Il sud in particolare con gli animali è terrificante, si abbandona alle situazioni più crudeli e più insensate. In compenso, tutti a sbandierare le ossessioni sessuali, climatiche, etniche cui tutto è permesso, ma senza alcuna direzione, senza riferimenti di sorta. La politica garantistica ha fatto sua la sensibilità post liberista per la quale lunica cosa è il profitto, il guadagno, il privilegio a tout prix e la presenza umana è vista come un intralcio se possibile da sterminare o almeno sfoltire. E ci riescono, perché gli uomini più vengono sacrificati e meno imparano, si fidano dei loro carnefici e sciamano alle loro adunate. Ma pur di esserci, e se quelli della televisione ti interpellano, è il massimo della democrazia partecipativa e narcisistica.
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