Violenza sulle donne, oggi in Cdm il ddl per introdurre il reato di femminicidio voluto da Meloni, Mantovano, Nordio, Roccella, le critiche: "Allora inseriamo pure il maschicidio"

Verrà discussa in Cdm oggi alle 17 l'introduzione del reato di femminicidio come fattispecie autonoma rispetto all'omicidio

È previsto per oggi alle 17 il Consiglio dei Ministri per introdurre il delitto di femminicidio nell'ordinamento italiano che diventerebbe così un reato trattato in maniera autonoma rispetto alla fattispecie dell'omicidio.

Reato di "femminicidio" punibile con l'ergastolo

Il provvedimento, fortemente voluto dalla premier Meloni, è frutto del lavoro congiunto del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Cdm Alfredo Mantovano, del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e della ministra per le Pari opportunità, Eugenia Roccella.

Nella bozza del ddl che verrà discusso oggi in Consiglio dei Ministri, sono previste forti misure repressive nei confronti dei colpevoli di violenza. Addirittura, si prevede che il reato di femminicidio possa essere punibile con l'ergastolo.

"Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l'esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l'espressione della sua personalità, è punito con l'ergastoloFuori dei casi di cui al primo periodo, si applica l'articolo 575", che regola la fattispecie dell'omicidio volontario.

Mentre, quando ricorre una sola circostanza attenuante "la pena non può essere inferiore ad anni 24", e "quando più circostanze attenuanti concorrono con taluna delle circostanze aggravanti" la pena non può essere inferiore ad anni 15.

Le novità del ddl: obbligo di audizione dei pm, distanziamento di oltre 500m

Oltre all'introduzione del delitto di femminicidio, nello schema del decreto di legge sono contenuti anche "altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime". Tra le disposizioni contenute nel ddl, la fattispecie autonoma del femminicidio dovrà avere priorità di valutazione, cioè se una donna viene uccisa, è la prima ipotesi da tenere in considerazione. 

L'inserimento del reato nel codice penale, secondo la la ministra alle Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella, punta a "rimarcare l'assoluta specificità del femminicidio che dipende da questioni strutturali della società".

Su richiesta della vittima, è previsto l'obbligo di audizione dei pm che dirigono le indagini senza possibilità di deroga alla polizia giudiziaria; inoltre, si inserisce l'obbligo per le procure di sentire il parere delle vittime (non vincolante) su richieste di patteggiamento per reati del "codice rosso", che vanno dallo stalking allo stupro.

Sono previste anche misure più repressive nei confronti dei colpevoli di violenza, come ad esempio l'obbligo di distanziamento esteso oltre i 500 metri dall'abitazione della vittima e dai luoghi che abitualmente frequenta.

Verrà valuta invece, la possibilità di eliminare l'imposta di registro sui risarcimenti per evitare casi come quello di Giulia Galiotto, uccisa nel 2009 dal suo ex compagno. In quel caso i genitori della donna erano stati costretti dal Fisco a pagare un'imposta sul risarcimento a cui era stato condannato l'omicida, un risarcimento che però non avevano mai ricevuto.

Pillon: "Ddl non è la strada giusta", prefetto Messina: "Delitti in diminuzione" 

Sul nuovo decreto di legge che verrà proposto questo pomeriggio in Cdm, l'ex senatore Pillon, intervistato dal GdI, ha criticato l'iniziativa affermando che in realtà "inasprire la pena non è la strada giusta" e indicando la causa reale dei delitti: "l'80% dei reati contro le donne è commesso da extracomunitari". Pillon ha poi continuato: "non c'è nessun patriarcato, l'unica dinamica che va sostenuta è l'alleanza tra maschi e femmine".

La ministra Roccella, tra i promotori del ddl, ha commentato: "Bisogna intervenire prima che ci sia il femminicidio, con gli strumenti delle misure cautelari in modo intelligente accorgendosi subito di quanto sta avvenendo", perché "nonostante gli strumenti innovativi già adottati il numero dei femminicidi non cala, ogni tre giorni una donna muore". Anche se sul numero di femminicidi in Italia, il prefetto di Padova, Francesco Messina, si era precedentemente espresso sostenendo che sono reati "in diminuzione" e distinguendo i femminicidi da omicidi di donne.