20 Febbraio 2025
Ecco la bozza del nuovo piano pandemico 2025-2029. Una bozza che arriva a 5 anni di distanza dall'inizio della pandemia di Covid costellata da obblighi e restrizioni come lockdown, Green pass, obblighi vaccinali e quant'altro. Obblighi e restrizioni che la nuova bozza del Ministero della Salute non prevede.
Il Nuovo Piano pandemico 2025-2029 è "ispirato a principi che rappresentano i valori fondativi del nostro Servizio sanitario nazionale", in particolare "la giustizia, l'equità, la non discriminazione e la solidarietà". Un testo che esclude "l'utilizzo di atti amministrativi per l'adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali". I vaccini quando "approvati e sperimentati, risultano misure preventive efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole; non possono" però "essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni, ma vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili".
Il nuovo testo prende le distanze dai Dcpm degli ex governi Conte e Draghi. "Di fronte a una pandemia di carattere eccezionale - si legge nella bozza - si può presentare la necessità e l'urgenza di adottare misure relative ad ogni settore e un necessario coordinamento centrale, valutando lo strumento normativo migliore e dando priorità ai provvedimenti parlamentari. Solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali possono essere previste misure temporanee - si puntualizza - straordinarie ed eccezionali in tal senso".
Premesso che "la solidarietà" sta alla "base di ogni intervento di sanità pubblica", richiamando "un approccio di cooperazione tra singoli individui e istituzioni", il capitolo che riassume la filosofia del piano indica tra i principi guida "l'efficacia. Gli interventi sono fondati su un solido razionale scientifico e metodologico", e dovranno essere "motivati da una condizione di necessità. Per tale motivo - si puntualizza - ogni intervento è guidato anche dai principi di precauzione, responsabilità, proporzionalità e ragionevolezza".
"Il conflitto che potrebbe eventualmente insorgere tra la sfera privata e quella collettiva - si legge ancora - rende necessario operare in ottemperanza al principio di trasparenza. Le informazioni saranno divulgate dalle istituzioni preposte, tanto al personale medico-sanitario quanto ai non addetti ai lavori, in maniera tempestiva e puntuale, attraverso piani comunicativi pubblici e redatti in un linguaggio semplice e chiaro. Ogni persona deve essere informata sulla base di evidenze scientifiche in merito alle misure adottate". "È opportuno aggiornare o modificare le decisioni o le procedure qualora emergano nuove informazioni rilevanti e fondate su evidenze scientifiche".
Le istituzioni "devono essere dotate di risorse necessarie e impiegarle in maniera efficiente ed efficace, rendicontando pubblicamente il proprio operato. La preparazione e la necessaria pianificazione operata punta a ridurre al minimo l'eventualità che si verifichi una scarsità di risorse in caso di evento pandemico. Ogni scelta di allocazione - e comunque ogni volta che si assegna una priorità - deve essere trasparente e guidata dal principio deontologico e giuridico della uguale dignità di ogni essere umano, dall'assenza di ogni discriminazione e dal principio di equità. L'équipe medico-sanitaria, supportata da una riflessione interdisciplinare, valuta il bisogno clinico dei singoli pazienti secondo i criteri di urgenza, gravosità ed efficacia terapeutica e di deontologia professionale. Ogni intervento deve essere proporzionato alle condizioni cliniche del paziente, del quale è riconosciuta l'autonomia decisionale e tutelata la dignità".
"In base alle rispettive competenze statali e regionali - prosegue il testo - gli interventi di sanità pubblica mirano ad essere inclusivi e rispettosi delle caratteristiche di ogni contesto sociale, nella piena consapevolezza che ogni tipo di misura possa gravare in maniera differente su gruppi di popolazione diversi tra loro per tratti sociali, economici, culturali, clinici. Tra le popolazioni particolarmente fragili e vulnerabili cui è opportuno prestare specifica attenzione" si elencano "i grandi anziani, coloro che sono ospitati all'interno di Rsa, le persone affette da patologie rare, psichiatriche, oncologiche, da comorbidità severe o immunodeficienze, le persone che vivono in condizioni di particolare fragilità sociale o economica, le persone migranti e le persone in regime di detenzione".
Un passaggio importante è riservato anche ai vaccini. Sappiamo tutti che durante la pandemia il vaccino Covid è stato lo strumento principale che i governi hanno messo a disposizioni per la cura dal virus, nonostante molti medici avessero evidenziato l'esistenza di metodi alternativi e più efficaci, ad esempio la tachipirina e la vigile attesa che permetteva ai medici di base di curare i malati, anche se secondo l'ex ministro Speranza è un protocollo che non esiste ed una "invenzione dei no-vax".
"Nel contrasto ad un evento pandemico vanno individuati protocolli di cura efficaci". Vanno usati i trattamenti disponibili, oltre ai vaccini la cui distribuzione "deve rispondere a criteri trasparenti e motivati, nel pieno rispetto dei principi etici e costituzionali di uguaglianza ed equità a livello nazionale e internazionale, affinché nessuno sia escluso". In ogni caso "risulta assolutamente centrale la sensibilizzazione delle persone attraverso una comunicazione semplice ed efficace dei benefici e dei rischi correlati", si sottolinea. E "in nessun modo - avvertono gli estensori del piano - la campagna di informazione dovrà utilizzare toni drammatici, generare discriminazioni e stigma sociale".
“Mai più norme vessatorie nei confronti dei cittadini. Mai più le Camere disautorate da un inopinato autoritarismo attuato col favore delle tenebre. Il nuovo Piano nazionale pandemico inviato in Conferenza Stato-Regioni costituisce una svolta nel segno della libertà e del buonsenso scientifico. Esso esclude, infatti, l’utilizzo di atti amministrativi per l’adozione di misure di contrasto ad eventuali nuove pandemie che comprimano i diritti individuali. Non solo. La nuova strategia, infatti, riconosce sì l’importanza dei vaccini, ma non esclude l’utilizzo di altri presidi terapeutici per contrastare agenti patogeni. Prevista, inoltre, una comunicazione chiara e costante per divulgare a medici e non addetti ai lavori le evidenze scientifiche dietro a ogni misura presa. Questo nuovo Piano nazionale pandemico chiude finalmente l’epoca buia della gestione della pandemia di Covid e apre una nuova stagione all’insegna della trasparenza”.
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