12 Febbraio 2025
Carlo Nordio (foto da https://twitter.com/marcocicchelli)
Il tribunale dei ministri ha acquisito le carte e fatto partire l'indagine sul ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito al caso Almasri. Tra i documenti richiesti anche quello preparato dal dicastero per la conferma dell’arresto del torturatore libico e mai controfirmato. Intanto le opposizioni sono tornate all'attacco ed hanno presentato una mozione di sfiducia verso il Guardasigilli, l'ennesima dopo quella contro Santanché.
Il caso Almasri continua a tenere banco. Il tribunale dei ministri indaga su Nordio. Nella giornata sono stati acquisiti gli atti relativi all’arresto e al rilascio del generale libico accusato di torture e crimini contro l’umanità da parte della Cpi. Il reato ipotizzato per il Guardasigilli è quello di omissione di atti d'ufficio, mentre Meloni, Piantedosi e Mantovano sono accusati di favoreggiamento e peculato. Dopo la trasmissione del fascicolo da parte della Procura romana, ora il Tribunale dei ministri avrà circa tre mesi di tempo (per la precisione 90 giorni dall'invio delle carte dell'inchiesta) per decidere se richiedere al Parlamento l'autorizzazione a procedere o archiviare l'indagine.
Sono diverse le fasi che ha vissuto il caso legato al generale libico. Dopo la scarcerazione infatti sono stati indagati la premier Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi ed il sottosegretario Mantovano, in seguito ad una denuncia arrivata dall'avvocato Li Gotti. Dopodiché è stata la stessa Corte penale internazionale ad aprire un fascicolo sull'Italia in seguito ad una denuncia di un cittadino sudanese che avrebbe subito torture da Almasri.
Intanto le opposizioni non arretrano ed hanno presentato una mozione di sfiducia verso Nordio. L'ennesima dopo quella del Movimento 5 Stelle contro l'altro ministro Santanché. È stata sottoscritta da tutti i gruppi tranne Azione. Per Calenda è "inutile e controproducente".
Nella mozione si sottolinea come Nordio abbia "abbandonato la strada fino ad allora seguita del 'cavillo giuridico' "strada peraltro seguita anche dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che, come noto, anziché presentarsi alle Camere ha preferito diffondere un video d’accusa al procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, umiliando ancora una volta la dignità del Parlamento".
Per FdI "è un rito ridicolo e stanco quello delle opposizioni che puntualmente chiedono le dimissioni di questo o quel ministro. Un copione – chiosano da Via della Scrofa – che si ripete dall’inizio della legislatura, ma che ogni volta si schianta contro un muro".
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