08 Febbraio 2025
Il garantismo all'italiana non mi piace per diversi aspetti, il primo dei quali è che funziona egregiamente per i grandi ladri e malissimo o per niente per i ladruncoli e peggio mi sento per gli innocenti. Non trovo garantismo ma privilegio di impunità per politici di potere, ministri, amministratori che hanno chiaramente, a volte orgogliosamente rubato a man salva (quando non provocato stragi immani) e protestano, restano fin che possono dove sono o se proprio rimossi fanno le vittime, rivendicano, minacciano, continuano a girare e vengono più o meno presi sul serio. Di solito se la cavano, restano al potere, magari da posizione defilata, sommersa, ma continuano a muovere i fili (ne ho giusto in mente qualcuno, in Lombardia per esempio). Per loro comunque niente manette, niente catene, è oltraggioso, è disumano, mentre per i dannati della terra, clandestini finché si vuole, magari delinquenti o perfino criminali, si esibisce l'estetica schiavistica che piace tanto a Cruciani, anzi “lo fa godere”, perché ognuno ci arriva come può. Io non la penso così e resto convinto che la dignità umana non trova eccezioni: o per tutti o per nessuno. O meglio, o vale per nessuno o vale per tutti. A me le catene non piacciono neppure per il peggior nemico, salvo, si intende, che chi le porta sia idrofobo e attualmente pericoloso. Ma l'esibizione la detesto e non tanto per garantismo ma per elementare senso di umanità.
C'è poi un'altra forma di garantismo, altrettanto ipocrita, altrettanto miserabile: quella delle parole. Garantiamo i Caino, facciamo scena per metterci in mostra, per guadagnarci personalmente, poi li scarichiamo nelle segrete del loro destino. Comodo così. Ancora una volta, è questione di responsabilità umana: un colpevole, di qualsiasi cosa, lo prendi, lo condanni, gli fai scontare la pena. Non in una beauty farm, ma neanche alla rocca di San Leo, perché nel frattempo qualcosa sulla dignità umana dovremmo avere imparato.
Infine, color che son sospesi. Mi sono preso alcuni insulti classisti dal babboSalis, questo personaggio passato da esternazioni di destra dura e pura, perfino orbaniana, al tifo ultrà per chi gli ha tirato fuori la figlia dai guai, gente da centro sociale antagonista. Non sorprendente ma curioso perché mentre questa figlia si palesa a sinistra della rivoluzione d'ottobre, vuole sbaraccare il capitalismo, il liberismo, vuole la società socialista totale, il babbo dice che sono un povero, per giunta invidioso del fatto che la figliola si è sistemata e pubblica con le case editrici di potere. Una reazione così io me la aspetterei, faccio per dire, dalla Santanché, non dal padre di una che bazzica l'Askatasuna a predicare la lotta proletaria permanente, anche se è fumo negli occhi, ma non me ne frega niente, non scendo a certi livelli e certi personaggi, ho più volte ironizzato sulla figlia e gli attacchi di conseguenza li considero inevitabili, anche se irresistibilmente sgangherati.
Senonché, a proposito di color che son sospesi, questa Ilaria Salis è passata da una galera ungherese, imputata di tentato omicidio in gruppo, ai fasti dell'Europarlamento. Ha alcune condanne e parecchi precedenti di polizia. Vive una strana favola, dagli abissi alle stelle, e anche di questo mi importa relativamente, ossia per puro dovere professionale, insomma sono tenuto ad occuparmene. Sta di fatto che resta imputata da un paio d'anni e si è fatta un lungo periodo di detenzione preventiva, non facile, non sopportabile, e la sentenza chissà quando arriverà. Ecco, questo non mi sta bene; non posso io cavarmela col commento al grappino di chi passa per il bar social, buttate la chiave, lasciatela là. Continuo a considerare stravagante, se non aberrante, che una venga “premiata” con le istituzioni somme, e un mensile da manager, sulla base di certi precedenti, ma ritengo altrettanto aberrante che resti un anno e mezzo chiusa in attesa di giudizio (portata in udienza in catene, a proposito) e che questo giudizio ancora tardi e chissà fino a quando. Questo non è garantismo, è abuso. Il garantismo per quanto mi riguarda è proprio il contrario: accusa, processo veloce, sentenza. Se è di condanna la sconti, se vai assolto vai avanti e magari, se c'è stata negligenza o accanimento, la sconta chi ti ha fatto passare l'inferno preventivo e ingiusto. Se poi finirà con la ragion politica, col chi ha avuto ha avuto, sarà solo la conferma che il garantismo è l'impunità del potere, che per goderne devi passare dalla fogna di un centro sociale al giro dorato del potere. Dorato e blindato.
Non entro nel merito, non mi addentro in considerazioni marginali, non mi infogno nelle sabbie mobili delle ideologie: la disistima, e mi contengo, per la Salis e i suoi familiari è totale, non credo minimamente ai “valori” che sbandiera, li considero incompatibili con la logica, con l'etica e con lo Stato di diritto, è un soggetto che non giustifico in niente e per il quale nutro un sentimento di incompatibilità a tutti i livelli, mi sento proprio di una specie diversa, di un pianeta diverso, non le riconosco nessun merito, non le concederei nessuna fiducia, non riuscirei a stare in un locale dove la vedessi entrare. Sarò sempre un suo nemico, e ribadisco nemico in senso ideale, morale, civile e anche razionale. Perché le cose che sostiene sono fuori dalla grazia d'Iddio. Quanto agli impresari Bonelli & Fratoianni, che la hanno candidata e fatta eleggere dietro mandato di Schlein, vado perfino oltre, trovo che AVS sia una succursale estremistica del PD e, per quanto mi riguarda, la scioglierei come Askatasuna, cui è legata, i centri sociali e le ong di Casarini, Casa Pound, Forza Nuova. Dico per dire, tanto non ho mai avuto uno straccio di potere e mai l'avrò, per dirla con babboSalis sono un poveraccio senza risorse e senza Feltrinelli. Però senso di giustizia (non garantismo, che è ideologia farlocca) è vincolo morale, è non accettare situazioni che giudiziariamente si traducono in un abuso bello e buono. Piaccia o non piaccia, convenga o meno. Parlo di Ilaler Salis (che deve 90mila euro alle case popolari per plurime occupazioni abusive) ma è chiaro che ne parlo come di un simbolo, il caso eclatante di una che per qualche capriccio del dio degli antagonisti se l'è cavata; ma quelli che restano, come Alberto Sordi, in perenne attesa di giudizio sono legione. Che facciamo? Non ci riguardano? Dormiamo tranquilli nella nostra garantistica coscienza? Ma tra garantismo e garanzia c'è l'abisso che corre tra chiacchiere e fatti, tra abuso e applicazione del diritto. Quel babboSalis lo capisco quando difende la figlia, le ragioni non gli mancano anche se le sostituisce con i pretesti e si muove in un modo talmente scomposto che per me resta inconcepibile, incomprensibile, incredibile.
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