Belloni: “Tajani e Mantovano? Non si può piacere a tutti, non scappo per il caso Cecilia Sala, sarebbe un onore lavorare con von der Leyen”, come anticipato dal GdI

La direttrice generale del Dis prova a spiegare le motivazioni che l'hanno convinta ad abbandonare il ruolo

Elisabetta Belloni in un'intervista ha provato a spiegare le ragioni delle sue dimissioni, che saranno ufficiali il 15 gennaio. "Tensioni con Tajani e Mantovano? Non si può piacere a tutti", spiega la direttrice generale del Dis, confermando le anticipazioni del Giornale d'Italia. Tuttavia, "una cosa ci tengo a dirla ed è l’unico motivo che mi fa rompere il riserbo che mi sono imposta in tutti questi mesi: non vado via sbattendo la porta. Il tritacarne in cui sono finita in questi giorni mi impone di chiarire quanto è successo e soprattutto di sgomberare il campo da illazioni che fanno male non tanto a me quanto al Paese, soprattutto in un momento così delicato".

Belloni: “Tajani e Mantovano? Non si può piacere a tutti, non scappo per il caso Cecilia Sala"


La Belloni spiega di aver capito che anche con il nuovo anno "sarei tornata sulla graticola". Hanno pesato le diverse vedute con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il cattivo rapporto con il sottosegretario Alfredo Mantovano, titolare della delega ai servizi segreti. Belloni spiega che "gli ultimi mesi di mandato sarebbero stati un vero e proprio stillicidio". "Ma io sono un funzionario dello Stato, faccio il mio lavoro e non è obbligatorio piacere a tutti o andare d’accordo con tutti. Purché questo non metta in discussione i risultati, come infatti non è avvenuto. Però a maggio scade il mio mandato, quando ho avvertito che già cominciavano a circolare voci sul mio futuro e soprattutto sul mio successore ho ritenuto fosse arrivato il momento di lasciare. E ne ho parlato con i miei interlocutori istituzionali, prima fra tutti la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario Mantovano. È con loro che, sin dagli inizi di dicembre, abbiamo tracciato la strada per una transizione tranquilla e senza scossoni".

Le sue dimissioni arrivano dopo lo scoppio del caso Cecilia Sala: "Io sono ancora in carica e non vengo certamente meno ai miei doveri. Per questo mi fa ancora più male essere dipinta come una che scappa o addirittura che va via lasciandosi macerie alle spalle. Non è così, non potrebbe mai essere così. Non a caso era stata concordata un’uscita nel massimo della trasparenza. Purtroppo è andata diversamente e per questo sento l’obbligo di chiarire come stanno davvero le cose".

Il suo nome negli ultimi anni è stato spesso oggetto di discussioni nei piani alti della politica. Prima dell’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale fu proprio il suo il nome accreditato dal centrodestra come presidente della Repubblica. E anche dopo la caduta del governo Draghi ci fu chi la inserì nella rosa dei possibili capi del nuovo esecutivo.

Belloni: "Sarebbe un onore lavorare con von der Leyen”

Il suo nome venne inserito di nuovo nel totonomi per il dopo Fitto, nominato vicepresidente della Commissione europea. Tuttavia la premier Meloni ha optato per Foti. Adesso per Belloni potrebbe prospettarsi un futuro nello staff della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: "Sarebbe un onore ma anche su questo voglio essere chiara nel dire che non c’è nulla di deciso. Al mio futuro comincerò a pensare il 16 gennaio".