Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Che scandalo la cancellazione delle multe ai "novax", è il trionfo dei furbi e dei disonesti: no, è esattamente il contrario

Ad essere furbastro, truffatore e stragista fu lo Stato, furono le istituzioni alle quali nessuno crede più. Ma la comunicazione che ha sostituito l'informazione non può permettersi nessun mea culpa, la Narrazione non glielo consente. E allora, avanti con le distorsioni, come la "vera" causa delle morti improvvise...

19 Dicembre 2024

Multa vaccino

La cancellazione delle multe ai “novax” non va giù ai propagandisti di regime, la considerano una crepa nel muro della repressione che così bene aveva funzionato. E allora ci tocca leggere le letterine strazianti delle Elena e dei Matteo, che siamo tenuti a prendere come reali, ai giornali che ovviamente ci soffiano sopra e ricamano sul trauma. La tesi è la solita, di delirante qualunquismo: ah, il trionfo dei furbi, degli impuniti, degli indisciplinati. Il mondo al contrario delle dittature! Lo Stato non come garanzia ma come prepotenza, non come sicurezza ma come controllo, la legge fatta non di limiti ma di abusi, i cittadini tenuti non a ragionare ma ad obbedire, la legalità come soggezione non come opzione, come scelta. Col giornalista - il Cazzullo della situazione - che predica una sua verità che può anche suonare fasulla, fatta di mezze prese d'atto ma del tutto discutibili, “il vaccino non ci ha certo reso immuni ma sicuramente ha attenuato la gravità della malattia”. Davvero? E, ammesso che così sia, ma non è, a quale prezzo?

Un buon senso generale, da tutti i commentatori dell'informazione che per tre anni ha giurato sulla assoluta efficacia dei vaccini, che adesso suona fasullo, suona peloso come una difesa d'ufficio dell'ortodossia al vecchio potere irrazionale e banchiere dei Draghi, della Ursula, fondato sul terrorismo istituzionale affidato a una comunicazione drogata, costretta a mentire su basi argomentative ampiamente franate: la necessità di adeguarsi letta come bene comune, il sacrificio doveroso, ineluttabile delle libertà civili e personali, costituzionalmente garantite, nell'interesse estremo e non negoziabile della collettività. Ci sarebbe di che discutere già così, ma il fatto è che una impostazione del genere è costretta a ricorrere alle sue menzogne una dentro l'altra, all'omertà sistematica con cui l'informazione si costringere a stendere il velo sulle sconfessioni della scienza, cui sostiene di riferirsi.

Era indispensabile, il vaccino contro il Covid, era non trattabile il ricatto della cattività per chi non lo assumeva? Assolutamente no, il vaccino non risolveva e non immunizzava, al punto che le multe non raggiungevano i novax integrali e magari fanatici, ma quanti non disponibili ad una terza dose, stante l'inefficacia delle prime due. Di conseguenza, non attenuava in alcun modo la gravità del morbo, questa è una leggenda che si autoimpone ma del tutto priva di riscontri scientifici non meno che logici. Come a dire che lo Stato prendeva atto delle sue falsità - “non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire” ma sceglieva di insistere, di potenziarla quella falsità e pericolosa falsità (le chat sono lì, a imperitura memoria: “Che cazzo state facendo? Il vaccino non immunizza e la gente muore”; “Ih, sai quanti ne dovranno morire, ma qua nessuno sta cosa sta succedendo”); di imporla con l'arma della rappresaglia, quanto a dire la soluzione esemplare delle dittature ideologizzate. Di conseguenza, avevano senso la prigionia diffusa, la perdita del lavoro, le punizioni e le rappresaglie per chi non si vaccinava a oltranza? No se si sta ai risultati come allo scrupolo costituzionale, sì, se ricondotte nel quadro e nel senso di un esperimento sociale finalizzato al controllo, alla ridefinizione civile, alla destabilizzazione mentale, alla costruzione di un'etica pavloviana, totalitaria: obbedire è legale, piegarsi all'abuso è legale, eccepire, ragionare è criminale. Cioè la definitiva, irreversibile prevalenza della Narrazione che, come diceva il Klaus Schwab del World Economico Forum, “è l'unica cosa che conta, ed è nostra”.

Se è vero che, come aveva certificato l'Istat lo scorso agosto, praticamente la totalità dei possessori di auto elettrica coincideva con gli assuntori del vaccino a oltranza, “un dato che mette in risalto la sensibilità di queste persone su argomenti come la salute e il cambiamento climatico”. Questa è precisamente la comunicazione che ha sostituito l'informazione e va intesa in funzione del potere autoritario, indiscusso, che discutere equivale a delinquere. L'obbedienza che oggi i burocrati della propaganda sentono messa in discussione, reagendo come possono, per lo più in modo scomposto o ridicolo. Ma è come se dicessero: sappiamo tutto, sappiamo di mentire, ma le nostre bugie restano più degne, più morali della vostra verità che nasce infame e rimane scandalosa. Ne deriva la tipica alienazione delle democrazie in fase negativa, in processo involutivo e dissolutivo verso il regime autoritario a guida paranoide. Una condizione allucinante che abbiamo sperimentato per oltre due anni, che ha lasciato strascichi questi sì traumatici nel tessuto sociale, particolarmente giovanile, che ha scatenato conseguenze devastanti a lungo rilascio quali la dissociazione psichica di massa, la sfiducia totale, purtroppo motivatissima, verso le istituzioni, la definitiva scomparsa dei centri più piccoli, che dopo la moria commerciale non si sono mai più ripresi, languono come macchie di deserto nella sconfinata provincia italiana che a malapena vanta un paio di metropoli, una delle quali di pura consistenza politica e giornalistica, vale a dire parassitaria.

La Narrazione sconfessata dalla realtà non può darsi pace ed è costretta come in un incubo della follia a reiterare le proprie visioni cupe e apocalittiche. La chiusura dei finti moderati, finti ragionevoli in risposta alle Elena e ai Matteo che scrivono angosciati, indignati ai giornali mainstream reca la identica, immancabile previsione dal sapore lugubre, quasi un auspicio di sventura: “Si sta dando un segnale di liberi tutti di cui molti si ricorderanno quando prima o poi – ovviamente tutti speriamo nel poi – ci troveremo ad affrontare un'altra pandemia”. Non “se” ma “quando”, con la certezza che la falcidie arriverà. E chi l'ha deciso? Da tre anni ci riprovano, prima con le successive edizioni del Covid, inopinatamente degradato a raffreddore, poi con le malarie cinesi o congolesi, della scimmia e del cammello, sempre sotto Natale, che durano lo spazio di un allarme. E senza accennare minimamente alla repressione dura, violenta, fatta di idranti, affidata a forze di polizia degenerate in sbirraglia sudamericana, nel rimorso dell'agente sindacalista Antonio Porto in commissione Covid. Ma permacrisi significa precisamente tenere le plebi nel terrore perenne e criminalizzare l'idea stessa di libertà, di dissenso, fino a farla scomparire. La libertà di sottrarsi a un ricatto potenzialmente letale sarebbe una sciagura? Mentre sottoporsi a vaccini confermatisi come pericolosi (e lo sappiamo perché ce lo hanno spiegato gli stessi che li avevano prodotti, oltre ad una schiera sempre più numerosa di scienziati, per non dire della casistica, dei malati a milioni, delle famiglie decimate) sarebbe senso civico e prova di responsabilità? O la è, mediocremente, dell'obbedienza alle ondivaghe, irresponsabili politiche europee e draghiane? Se una disonestà c'è, se una ingiustizia c'è in questo tardivo annullamento di multe pazzesche, non viene da quelli che se ne fregarono di pagarle, ma nel mancato rimborso da parte dello Stato per chi le pagò.

L'invito da più parti a rimuovere la realtà per restare confinati nella sudditanza irrazionale verso il potere, di stampo mistico o idealistico, è, né più né meno, la ripresa, pedissequa, del messaggio utilitaristico europeista di respiro eversivo: la “permacrisi” di cui vaneggia la Baronessa Siringa per dire una crisi infinita, che arriva perché la facciamo arrivare, perché deve arrivare, con l'effetto di uno stato di emergenza perenne che non può mai risolversi, che si alimenta da sé, ciclicamente. Poi ci si stupisce se i più giovani non trovano più prospettive né le vogliono, se si abbandonano a un carpe diem criminale o autolesionista. La comunicazione che ha sostituito l'informazione, imposta dalla finanza farmaceutica, ha trovato una nuova menzogna per giustificare la strage infinita su scala globale, delle “morti improvvise” post vaccinali ma che nessuno deve mettere in relazione ai vaccini: racconta l'Ansa che “centinaia di migliaia di morti e milioni di casi di malattie cardiache 'potrebbero' essere collegati (sic) a sostanze chimiche presenti in prodotti di plastica di uso comune come reso noto su Pnas da Maureen Cropper dell'Università del Maryland”. Ma andate a fare in culo e anche alla svelta, come diceva Terence Hill nei due superpiedi quasi piatti.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x