Morte Ramy Elgaml, Piantedosi e Sala minimizzano: "A Milano nessuna banlieue", in arrivo 600 agenti da gennaio
Sala e Piantedosi si sono trovati apparentemente d'accordo sul fatto che le rivolte nelle banlieue parigine siano un'altra cosa rispetto a quanto visto al Corvetto
La morte di Ramy Elgaml continua ad essere un tema di discussione. I disordini al Corvetto, quartiere alla periferia di Milano, hanno fatto il giro dell'Italia, tuttavia il ministro dell'Interno Piantedosi ed il sindaco Sala minimizzano, e asseriscono come nel capoluogo meneghino non si possa parlare di "banlieue". Piantedosi ha anche sottolineato come da gennaio arriveranno 600 agenti delle forze dell'ordine: una decisione che era già stata presa da tempo.
Morte Ramy Elgaml, Piantedosi e Sala minimizzano: "A Milano nessuna banlieue", in arrivo 600 agenti da gennaio
In seguito alla morte di Ramy Elgaml, avvenuta durante un inseguimento dei carabinieri, la politica si è spaccata. In particolare sulla questione sicurezza a Milano e nelle periferie. Un tema affrontato più volte visto che il 20% della popolazione è straniera, il doppio di qualsiasi altra città.
Anche per questo motivo da gennaio arriveranno 600 nuovi agenti delle forze dell'ordine, anche se spesso tenere a bada rivolte come al Corvetto diventa difficile anche per loro. "Milano è una città pericolosa perché complessa, ricca e attrattiva", ha spiegato Piantedosi al termine del vertice sulla sicurezza in prefettura a Milano sottolineando che "non si può dire che Milano sia una città fuori controllo".
Sala e Piantedosi si sono trovati apparentemente d'accordo sul fatto che le rivolte nelle banlieue parigine siano un'altra cosa rispetto a quanto visto al Corvetto.
"Non va bene parlare di banlieue ma non va bene neanche chiudere gli occhi e far finta che va tutto bene. Non mi spingo a dire che Milano è una città sicura e non ha problemi, ma non serve a nulla crocifiggerla. Ci vuole tanta, tanta attenzione. Dobbiamo lavorare" ha osservato Sala, e questo tenendo conto che Milano avrebbe "bisogno" dell'immigrazione, altrimenti "chi manda avanti la città nei lavori che i nostri figli non vogliono più fare?", ha asserito il sindaco.
Piantedosi sulla stessa lunghezza d'onda: "Io credo che oggettivamente sia molto esagerato assimilare" i fatti di Corvetto agli incidenti nelle periferie francesi, "per questioni di numeri, proprio di evidenza. Tuttavia sono segnali che non vanno sottovalutati. Chi immagina che l'integrazione passi semplicemente attraverso un rilascio di un foglio di carta, di un permesso di soggiorno, quindi solo di una decretazione formale, sbaglia". Tuttavia, questi episodi dimostrano che il tema dell'integrazione "passa attraverso dinamiche per le quali non basta essere munifici con il rilascio di titolo di soggiorno".