Migranti, rinviato alla Corte Ue il dl “Paesi sicuri” dal Tribunale di Bologna, Gasparri: “Il decreto è sacrosanto”

Le cosiddette “toghe rosse” hanno richiesto il rinvio del dl nell'ambito di un ricorso promosso da un richiedente asilo del Bangladesh, contro la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione

Il Tribunale di Bologna ha rinviato alla Corte di Giustizia europea il decreto legge sui “Paesi sicuri” del governo, con cui è possibile il rimpatrio dei migranti. Le cosiddette “toghe rosse” hanno richiesto il rinvio del dl nell'ambito di un ricorso promosso da un richiedente asilo del Bangladesh, contro la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione.

Migranti, rinviato alla Corte Ue il dl “Paesi sicuri” dal Tribunale di Bologna

I giudici hanno dunque contestato il principio per cui uno Stato si considera “sicuro” nel caso in cui la generalità dei suoi abitanti, o quantomeno la maggioranza, viva in condizioni di sicurezza. I giudici per “legittimare” la scelta del rinvio alla Corte Ue del dl hanno citato la Germania nazista che, “nonostante stata estremamente sicura per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca” non lo era “per ebrei, omosessuali, oppositori politici e rom”.

Gasparri: “Il decreto è sacrosanto”

Sul rinvio alla Corte di Giustizia Ue del dl "Paesi sicuri", il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri ha replicato: “La giustizia in Italia in genere è molto lenta, salvo quando motivazioni politiche spingono i togati a essere rapidissimi. Ne abbiamo la conferma dalla decisione del Tribunale di Bologna, che ha subito contestato il sacrosanto decreto del governo in materia di immigrazione sui Paesi verso i quali è lecito attuare dei restringimenti”.

Inoltre, Gasparri ha parlato di “una sfida dal sapore politico che non ci sorprende e ci rafforza in un giudizio negativo che riguarda sì una minoranza di togati, ma che non può non estendersi a un intero corpo che non reagisce a questi atti politici, che vanno fuori dalle regole costituzionali vigenti”.

La decisione del rinvio alla Corte Ue

La decisione del Tribunale di Bologna sarebbe scaturita in seguito al ricorso promosso da un richiedente asilo del Bangladesh, Paese che rientra tra i 19 “Paesi sicuri” del dl. Le "toghe rosse” hanno ricordato che i casi in cui si riscontra la necessità di una protezione internazionale sono legati all'appartenenza alla “comunità Lgbtqi+, alle vittime di violenza di genere, alle minoranze etniche e religiose, senza dimenticare i cosiddetti sfollati climatici”.

Secondo i giudici, dunque, il decreto legge del governo italiano, avrebbe la natura di "un atto politico, determinato da superiori esigenze di governo del fenomeno migratorio e di difesa dei confini, prescindendo dalle informazioni e dai giudizi espressi dai competenti uffici ministeriali in ordine alle condizioni di sicurezza del Paese designato".

I “Paesi sicuri”

Si ricorda che i Pesi ritenuti “sicuri” dal decreto legge promosso dal governo sono stati “individuati secondo i criteri stabiliti dalla normativa europea e dai riscontri rinvenibili dalle fonti di informazione fornite dalle organizzazioni internazionali competenti”. I “Paesi sicuri” sono: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d'Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.