28 Agosto 2024
Oliviero Toscani, il fotografo provocatore che insultava i novax e non contava le sue dosi, si scopre condannato da un male incurabile, una amiloidosi che per prima cosa sfascia il cuore ed io ricordo una conferenza del cardiologo di fama internazionale Giuseppe Barbaro che tra le correlazioni da vaccino Covid metteva proprio questa patologia. Sento Barbaro e, da grande, limpido scienziato ci va cauto ma propende per una forte possibilità; in attesa della smentita dell’allegro virologo Puente, a suon di “FALSO!”, “FUORI CONTESTO!”, mi chiedo: Toscani è vittima del destino, del vaccino, di se stesso o di Zuckerberg? Perché Zuckerberg, demiurgo di Facebook, ha appena ammesso un abominio e cioè di avere sistematicamente mentito sugli effetti del vaccino Covid allo stesso tempo censurando le informazioni vere, scientifiche, in obbedienza ai desiderata di Biden le cui malefatte familiari ha pure provveduto ad oscurare. Uno scandalo senza scandalo perché non c’è niente di nuovo rispetto alle rivelazioni di 14 mesi fa, così come puntualmente riportate dal Giornale d’Italia.
Si sarebbe salvato Toscani sapendo la verità? Difficile, lui è di quelli che neanche in punto di morte ammettono gli errori e le esagerazioni, ma insieme a lui c’è un numero di vittime stimato in non meno di 25 milioni: al confronto, Hitler impallidisce. Questi oligarchi della rete, dicevamo, sono tutti spioni ciascuno nei suoi social, ma di quelli che invece di tramare nell’ombra lo fanno alla luce del sole, sono sovraesposti ed esibiscono i loro panfili da duecento milioni all’insegna dello scrupolo ambientale. Poi qualcuno incappa o magari si cerca un arresto, per salvarsi da peggiori conseguenze, qualcun altro se la cava con la letterina gesuitica: ho sbagliato, ci starò più attento. A fare che? A mentire meglio? Dicono gli esperti o sedicenti tali: Zuck sta cambiando cavallo, sa che alla fine vincerà Trump. Ma come lettura pare semplicistica; in controluce si può osservare che, mentre le dittature conclamate non vanno per il sottile, le democrazie corrose come quella americana qualche scrupolo di facciata ancora lo conservano e, fin che possono, evitano di sopprimere gli spioni che si sono montati la testa, preferendo fargli capire che per quanto ricchi e potenti debbono pur sempre rispondere a chi li ha creati e lasciati prosperare. Che non è un Biden o un Kennedy o un Clinton ma il sistema nel suo complesso, è la finanza globale totale che alleva le sue serpi in seno, li spaccia come genietti dell’informatica, li cresce come spioni e se ne serve. In dittatura come in democrazia: in Iran la rivoluzione verde falliva perché gli oppositori, ingenui, credevano di potersi servire di Twitter che era controllato dalla teocrazia e prevedeva le loro mosse, procedeva a retate colossali ad ogni raduno finché di ribelli non è rimasta neppure l’ombra. Nelle democrazie autoritarie occidentali si procede con le menzogne che sostanziano l’olocausto.
Niente di quanto abbiamo vissuto, il mondo stritolato, la psicosi che non passa, la strage infinita di cittadini ridotti a cavie, niente sarebbe potuto accadere senza il controllo dell’informazione, nessun regime o sovraregime avrebbe potuto imporsi con tale facilità senza la collaborazione dei social: un mezzo, o se si preferisce un medium, di efficacia devastante perché pervasivo, capillare: ecco cosa scrive pubblicamente l’avvocato Renate Holzeisen, in fama di novax: “Sono in possesso di documentazione tratta da facebook di un gruppo - organizzato/strutturato a livello locale - di scagnozzi del potere autoritario che dava l’ordine di censurare ogni opinione critica in merito alle misure Covid-19 sui social. Tale gruppo locale altoatesino/sudtirolese di scagnozzi dei censori comprende politici, avvocati e persone impiegate in strutture finanziate con le imposte dai cittadini. Dal contenuto della documentazione si desume che questi gruppi sono stati “pagati” per la loro attività profondamente antidemocratica. Tale documentazione, ovviamente, è stata portata a conoscenza di diverse persone, ormai ulteriori depositari, e da oggi costituisce parte di un procedimento”. Mica solo in sud Tirolo! La tendenza va immaginata a qualsiasi livello e dimensione, dalle megalopoli ai villaggi più sperduti. Non è un caso che ad essersi relativamente salvati da vaccini e contagi siano stati i Paesi africani dove meno è implementata ancora oggi la rete con i suoi social che funzionano da Panopticon. In Italia intanto è subito partita la fuga dei topolini dalla nave che non affonda ma sbanda, i fact checker alla vaccinara che, se è vero, e sottolineo se, quanto ammesso dal loro committente, non agivano per controllare i fatti ma per confonderli, per diffondere porcherie: non andrebbero giudicati, condannati questi? Questa disinformazione insistita, questa censura ossessiva, questo sistematico dirottamento della verità così come ammesso dal metaspione Zuck si traduce in una tragedia epocale, un orrore gigantesco finora sconosciuto nelle fasi storiche non condizionate da conflitti mondiali. Ovviamente sono serviti, come per ogni Olocausto, infiniti zelanti, fanatici, intriganti, egocentrici, cacciatori di gloria, parassiti, avventurieri, bugiardi, apprendisti giornalisti, sonori coglioni, nullità che improvvisamente coglievano la loro occasione di piccolo potere con cui scatenare il male puro, assoluto. Ma che gli fa? Basta far finta di niente e infatti l’osceno, clamoroso coming out di Zuckerberg passa nell’omertà più vergognosa. Ma chi erano i complottisti? Chi i negazionisti? Toscani muore, ogni giorno a migliaia muoiono o si invalidano di malattie croniche, il conto l’umanità non finirà mai di pagarlo e sarà abissale, molti multipli dei 25-30 milioni ipotizzati già oggi. E nessuno paga. Zuck, il boss della principale piattaforma di bugie, se la cava con una letterina gesuitica: bello schifo, anche la democrazia americana, occidentale. Ma, per quanto i suoi detrattori possano avere ragione nel denigrarla, almeno di una cosa debbono prendere atto: nell’America ancora puritana presto o tardi la resa dei conti arriva, magari troppo tardi ma arriva, le istituzioni di controllo non scherzano e perfino i padreterni spioni ci debbono fare i conti; nell’Italia troiona fanno una commissione farsa per santificare lo scempio, per rafforzarsi, per mettere in cantiere riedizioni dell’incubo ancora più tragiche e più feroci. In Italia dietro il velo di Maya non c’è mai il noumeno: c’è un altro velo.
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