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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

La commissione Covid si annuncia come un'orgia di buone intenzioni che non porteranno a niente

E' incredibile la conclusione di uno dei commissari, il meloniano Malan: "Se le misure furono inutili, andranno evitare per il futuro". Tutto qui? E per il passato? Chi paga? Abbiamo capito, non pagherà nessuno se non i malati, per i quali i risarcimenti resteranno impediti.

20 Agosto 2024

lavacro nel Gange

Massimo Franchini, lo scienziato, dimostra a mezzo di ricerca pubblica l’efficacia del plasma autoimmune del compianto Giuseppe De Donno: avrebbe evitato duecentomila ricoveri e centoquarantamila morti assurdi per Covid. Ma costava troppo poco e bisognava distruggere De Donno, operazione di cui si incaricavano certi personaggi improponibili alla Selvaggia Lucarelli, oggi intoccabile. Sulla Verità Silvana Demari, scienziata radiata, ribadisce la stessa verità scientifica scrivendo delle cure corrette al posto di “tachipirina e vigile attesa” inventata dall’ex assessore al traffico di Potenza, Roberto Speranza: “aspirina, azitromicina, eparina, cortisone, vitamina D, ozonoterapia e ovviamente plasma iperimmune”. Chissà se la leggendaria commissione Covid si occuperà davvero di questi risvolti. Leggo, ancora su la Verità, una intervista per così dire incoraggiante al meloniano Lucio Malan: è la fiera dei buoni propositi, tutti al condizionale: potremmo vedere, potremmo audire, potremmo approfondire. Il condizionale è il modo pilatesco di chi ha molte intenzioni ma nessuna volontà, di chi si impegna fortissimamente a non impegnarsi; per intanto, sopra i Malan e i Borghi ci stanno le vacciniste forsennate, le Ronzulli, le Bonafè, cosa che al leghista Borghi pare del tutto normale in virtù di quel paternalismo ipocrita per cui “la democrazia è questa”. La democrazia sarebbe mettere i controllati nel ruolo di controllori? L’esito è sospetto e Malan se lo lascia sfuggire: se finissimo per riscontrare irregolarità, dovremmo fare in modo che non si ripetano. E mecojoni, come dicono a Roma! Le irregolarità sono state più che riscontrate, sono state ammesse da tutti, dall’allora primo ministro Conte, dai costituzionalisti di servizio, dall’evidenza di un regime poliziesco-sanitario, a Sanremo ci vuole il giullare Benigni, sotto gli occhi indulgenti di Mattarella, per dire alla nazione che la Costituzione torna in auge, che è tempo di tirarla fuori dall’armadio. I riscontri già riscontrati, caro senatore, non ci bastano: che ne è dei responsabili? Non è specificato e par di capire che tutto si chiuderà all’italiana, col chi ha avuto ha avuto. Ma ad avere avuto oppressione che, lo ricorda sempre Silvana, crea livelli di stress insostenibili che poi fanno ammalare, sono stati 60 milioni di italiani, senza contare quelli che si sono ammalati per effetto di un vaccino letteralmente somministrato a forza. Con la violenza più o meno legittima, meglio, legittimata, dello Stato. Tutto qui l’esito della commissione? Nell’orgia del possibilismo non si scorgono volontà certe per esempio di trovare interlocutori oltre il solito recinto dei politici, insomma una cosa tra intimi. Col piccolo dettaglio che quegli esponenti dei partiti, oggi riuniti tutti sotto l’egida della commissione sanificatrice, erano tutti d’accordo nell’imporre o tollerare misure repressive quanto inutili. Adesso, pensare a un redde rationem pare un po’ dura, più facile ipotizzare un colossale Gange di coscienze sporche e sporchissime.

Insomma ci siamo riuniti per assolverci meglio, tutti insieme. Incredibile che a Malan venga chiesto il fantastico e cioè se oseranno invitare la Baronessa Siringa: questo è prendere per i fondelli chi legge. Quanto ai medici eretici, invece? Nessun indizio, nessun nome possibile. Volendo, si potrebbero pure “audire” i pazienti, che particolarmente in Italia vengono trattati da criminali, da boia e sottoposti a rally istituzionali umilianti e impossibili per ottenere risarcimenti a dispetto della dannosità certificata dei vaccini; e magari, perché no?, anche qualche informatore, sono pochi, pochissimi, che tanto scempio, democratico e sanitario, ha denunciato fin dall’inizio. Chi scrive è uno di loro e sta nella invidiabile condizione duplice di malato e di giornalista. Non sono novax, perché mi sono vaccinato; non sono provax, perché ho denunciato immediatamente la mia condizione, prima ancora di sapermi minato da un linfoma: e non ho più smesso, col bel risultato di farmi odiare da entrambe le tribù dei “pro” e dei “no”. Dico la verità, la prospettiva di parlare davanti a una platea di politicanti mi mette ribrezzo, ma pur di testimoniare lo farei; di cose da dire, piuttosto sgradevoli, ne avrei: le ho nel sangue, negli occhi, nelle cicatrici, nei rantoli di centinaia di pazienti incontrati, ascoltati nelle lunghe ore tra una chemio e una biopsia, tra un esame del sangue e una tac total body. Ripeto, di giornalisti non omogeneizzati siamo pochissimi, di giornalisti pure malati forse solo io: che fate? Le trovate le palle di ascoltarmi? Di ascoltare le Demari, gli Stramezzi, i Franchini, gli Avanzini, quello che si definì evangelicamente “come un ladro nella notte”, a significare la fatica e la pena di curare pazienti a domicilio nell’ostilità spietata di uno Stato che aveva rinnegato ogni parvenza democratica?

Cari commissari, non bastano le intenzioni, non bastano i condizionali. Siamo d’accordo, le commissioni in Italia si fanno per coprire, per legittimare, per chiudere i conti, ma in questo caso si andò troppo oltre. Si scoperchiò il vaso di Pandora del male puro e irrazionale che è tipico dei regimi assoluti, si è messa in atto una strage che solo adesso comincia ad emergere, come la famosa punta dell’iceberg, e i cui contorni, i cui numeri fatalmente si dimostreranno di gran lunga più spaventosi per quantità di soggetti colpiti e per ventaglio di patologie. È una certezza e oscurarli ancora non servirà, sono numeri troppo grandi come innumerevoli sono le cose da chiarire, tra cui svariati aspetti al limite del criminoso e infinita la trama delle responsabilità che non si possono chiudere nel segno del fatalismo. Tanto più che se non identifichi bene colpe e colpevoli, se non li punisci, la certezza è di tornare a ripetere un abominio che è dietro l’angolo, che l’accolita criminale dell’OMS non si stanca di spingere. Cari commissari, il potere che voi continuate ad incarnare ha fatto schifo e orrore: che facciamo? Andiamo ancora oltre? Decidiamo una Norimberga alla rovescia? Cari, si fa per dire, rappresentanti del popolo violentato, tra malati, giornalisti e medici eretici siamo pochissimi: vediamo se avete i coglioni di ascoltare anche noi o se siete solo coglioni già pronti all’ennesima presa per il culo delle vittime.

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