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Nomine Ue, Meloni e la negoziazione per la vicepresidenza, la terna tra Fitto, Crosetto e Cingolani, le condizioni a von der Leyen: deleghe con portafoglio e competenze esclusive

Dopo la scelta di dire no ad Antonio Costa e Kaja Kallas e di astenersi su Ursula, la premier prosegue la sua campagna per ottenere una poltrona di peso

29 Giugno 2024

Nomine Ue, Meloni e la negoziazione per la vicepresidenza, la terna tra Fitto, Crosetto e Cingolani, le condizioni a von der Leyen: deleghe con portafoglio e competenze esclusive

La poltrona di vicepresidente, deleghe con portafoglio e competenze esclusive. Sono queste le condizioni dettate da Giorgia Meloni a Ursula von der Leyen. Dopo la scelta di dire no ad Antonio Costa e Kaja Kallas e di astenersi su Ursula, la premier prosegue la sua campagna per ottenere una poltrona di peso. All'estero viene descritta come colei che vuole "stravolgere gli equilibri", mentre alti funzionari Ue e rappresentanze diplomatiche degli stati membri dell’Unione Europea parlano di "errori strategici" che oggi le costano l’isolamento.

Nomine Ue, Meloni e la negoziazione per la vicepresidenza, la terna tra Fitto, Crosetto e Cingolani, le condizioni a von der Leyen: deleghe con portafoglio e competenze esclusive

Intanto la negoziazione per la vicepresidenza continua. La materia del contendere sono naturalmente le poltrone. La premier italiana punta sì alla poltrona ma con deleghe pesanti come quella al Pnrr: il candidato in questo momento è il suo fedelissimo Raffaele Fitto, ma ci sono già le prime alternative come Guido Crosetto. Ma attenzione anche alla risalita di Elisabetta Belloni e Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica del governo Draghi.

Come già scritto, la deadline è il prossimo 18 luglio: quel giorno il Parlamento Europeo voterà su von der Leyen presidente della Commissione Ue. Ursula in teoria può contare su 399 voti, più dei 361 che le occorrono per la maggioranza. In pratica, nel 2019 il voto fu funestato da un centinaio di franchi tiratori e se la cavò con solo 9 voti di scarto. Un rischio ancora attuale. 

La vittoria di Trump potrebbe cambiare le carte in tavola

Intanto la possibile vittoria di Trump a Usa 2024, sempre più probabile dopo le voci di ritiro e di malattia di Joe Biden, potrebbe cambiare le carte in tavola in Europa, che si troverebbe costretta a dover rivedere la sua politica estera e di difesa. PNel caso, infatti, addio all’euroatlantismo e soprattutto si dovrà lavorare per ricostruire un rapporto Trump, da sempre protezionista e isolazionista. La vittoria del tycoon, però, rimetterebbe in gioco anche i conservatori e la destra sovranista a discapito dell’intera Ue. 

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