05 Giugno 2024
Tamburrano è stato eurodeputato M5S tra il 2014 e il 2019, inoltre tra il 2016 e il 2017 è stato classificato da una organizzazione indipendente europea tra i 5 deputati UE più influenti sulle politiche enegetiche comunitarie.
Quali sono i settori in Europa dove vorrebe incidere?
Mi impegnerò a spingere per la transizione verso le energie rinnovabili, indispensabili per costruire un’Europa pacifica e prospera. Infatti, oltre a costituire la risposta alla crisi climatica, le rinnovabili rendono possibile la generazione diffusa, che è legata ad una prosperità diffusa; inoltre rappresentano la strada maestra attraverso la quale l’Europa può compiere un atto strategico di autonomia dalla dipendenza geopolitica legata alle importazioni di idrocarburi, incamminandosi così verso la costruzione consensuale di un nuovo assetto multipolare e paritario. Ma non vorrei incidere soltanto su questo. Temi come diritti sociali e civili, ambiente, antifascismo hanno sempre fatto parte dei miei valori personali, oltre che della mia azione politica.
Cosa non le piace di questa Europa a trazione PPE?
Più che una questione di PPE, credo che la mancanza di volontà politica di costruire un’Europa pacifica sia trasversale ai cosiddetti centrodestra e centrosinistra.
Le piace l'idea di un esercito europeo?
Sono pacifista, ma mi rendo conto dell’importanza che un esercito può avere. Però bisogna vedere quale sarebbe il suo compito. Se un esercito europeo serve per sottolineare la sovranità di un’Europa geopoliticamente autonoma e in buoni rapporti con tutti, allora l’idea mi può piacere. Tutt’altro paio di maniche invece se l’esercito europeo costituisce uno strumento per partecipare a conflitti; peggio ancora se questi conflitti non rappresentano gli interessi dell’Europa.
A livello ambientale come commenta le ultime decisioni sul Green Deal?
La prima comunicazione di Ursula von der Leyen sul Green Deal, nel dicembre 2019, mi ha letteralmente stupito. Sebbene alcuni punti fossero dal mio punto di vista non consoni, essa era imperniata su transizione ecologica, uso efficiente delle risorse, energia pulita, economia ed industria circolari, sistema alimentare sano, riforestazione, ripristino della biodiversità, inquinamento zero, neutralità climatica al 2050. Ma, scoppiata la guerra alle porte dell’Europa, tutti questi buoni propositi hanno cominciato ad impallidire e addirittura a svanire. Nelle proposte legislative legate al Green Deal e nel loro iter di approvazione sono sempre più entrati temi contrari alla transizione ecologica, come il nucleare e l’importanza del settore aerospaziale, che ha sì scopi civili ma che è anche legato a riarmo e difesa. Inoltre la decarbonizzazione ha cessato di essere veramente tale e si è trasformata in differenziazione energetica secondo il principio della neutralità tecnologica; la resilienza climatica si è trasformata in resilienza militare e la ripresa economica in ripresa della produzione e dell’acquisto di armamenti. Eccetera.
Che tipo di alleanze vorrebbe in Europa?
Un’alleanza fra le persone di buona volontà determinate a fermare la follia bellica nella quale l’Europa sta lasciandosi trascinare. “Sostenibilità” significa consegnare ai nostri figli e ai figli dei nostri figli un mondo vivibile: la guerra è la cosa più insostenibile di tutte. Infatti non si limita a causare sofferenze e distruzione di vite umane, di mezzi di sussistenza, di ambiente e di risorse naturali. La guerra porta con sé un inquinamento pressoché irreversibile che non guarda in faccia nessuno: né i vincitori, né i vinti. Pensiamo ad esempio ai proiettili all’uranio impoverito che alcuni Paesi occidentali hanno consegnato all’Ucraina. E poi, la guerra cancella i diritti, compreso quello di opporsi, di difendere l’ambiente e di battersi per un mondo migliore.
Crede che l'Europa abbia perso la sua funzione sociale proteggendo i più deboli?
L’Unione europea può anche essere intesa come un insieme di trattati intergovernativi volti alla costruzione di un mercato interno. Se vista sotto questo aspetto, l’Unione europea non ha un’ “anima” sociale: per quanto a volte si sforzi di darsela. In particolare, la transizione ecologica deve essere equa dal punto di vista sociale, sia perché considero questo un valore in sé, sia perché altrimenti ka transizione diventa invisa ai cittadini. E’ improponibile pensare di accollarne i costi esclusivamente ai cittadini stessi. Ovvero, un Green Deal che funzioni e che sia socialmente giusto è incompatibile con le politiche economiche restrittive e con i patti di stabilità. Un’ispirazione può venire anche dal modello dei crediti fiscali, che negli Stati Uniti è stato largamente adottato Biden con l'Inflation Reduction Act del 2022 e che sta producendo risultati eccezionali per l'economia statunitense.
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