27 Maggio 2024
Essendo ancora vivo dopo un linfoma e 7 mesi di chemio devastante mi invitano a tenere conferenze in convegni che sembrano più simposi di medicina, pieni di scienziati e luminari che fanno degli interventi complicatissimi, inafferrabili da noi comuni mortali ma che convergono tutti su un punto: i vaccini del covid possono essere micidiali e vi spieghiamo come e perché. Ma appena mi azzardo a riassumerne, alla buona, qualche cenno, ecco che parte la contraerea dei provocatori, i troll con dietro chissà chi. Anche se scrivo che Sinner è seriamente preoccupato per la sua tenuta, ovvero la nuda verità, mi investono con messaggi offensivi o menagrami. Ma il cantante Bruce Springsteen detto il Boss, una specie di Benigni americano, sempre presente dove sia un potente di sinistra da omaggiare, uno che faceva campagna vaccinale per Biden, per i Democrat, sospende un’altra volta la tournée per non specificati problemi di salute. A Napoli c’era un sindacalista di polizia che si è dilungato nel raccontarsi, agente e funzionario pentito e risoltosi a svelare gli abusi e le vergogne anche del suo corpo, meschinità gerarchiche, cieche, in malafede come nel resto della filiera di potere in tutte le sue articolazioni, sanitaria, di sicurezza, istituzionale, politica. Mentre parlava, il sindacalista poliziotto Antonio Porto si portava addosso l’ombra di infiniti colleghi schiantati da mali voraci repentini o addirittura folgorazioni improvvise. Tutti plurivaccinati a forza.
Gli scienziati che incontro ai convegni a forza di condividere viaggi e palchi sono diventati amici e sono gente che chi segue questa testata conosce benissimo: gli Stramezzi, i Barbaro, le Gentilini, i Carvallo, a Napoli c’erano anche Freccero e il mio amico Alessandro Rico, perché questa dei vaccini killer è pure faccenda di comunicazione e di informazione, ossia di potere. Io racconto la storia mia, paragidmatica di quella di migliaia, e anche io mentre parlo mi sento addosso le ombre di tanti: dovunque vada, in piscina come in corriera, trovo chi mi racconta di queste pozioni che gli hanno rovinato la vita o decimato la famiglia o aggredito amici cari. Non conosco nessuno che non abbia almeno un parente danneggiato, nella migliore delle ipotesi, da questi accidenti che, per diretta ammissione di chi li ha escogitati, hanno funzionato alla cieca, senza riscontri definitivi, senza certezze, sulla pelle dei cittadini di tutto il mondo obbligati ad assumerli e quindi ad avvelenarsi. In corriera da Roma verso casa, l’altra sera discutevo con una gentile sconosciuta che subito attaccava a riferirmi di amicizie stroncate dopo le due, le tre dosi: il giorno dopo mi ha contattato il marito, non in quanto geloso ma solidale: mi conosce, mi segue, è incazzato e atterritto da questo orrore con pochi precedenti nella storia umana. Eppure anche in pullman c’era una sedicente biologa dell’OMS che me li difendeva, i vaccini come la mela di Biancaneve, me li pompava con una serie di balle talmente ingombranti che dopo un po’, messa alle strette, ha preferito filarsela, anche perché mi sono comportato da teppista consapevole; la più enorme delle menzogne di questa sedicente scienziata stava nel presunto salvataggio vaccinale di tutta l’Africa. L’Africa, unico continente ad avere rifiutato la vaccinazione di massa scampando l’eccidio programmato. Quando questa ha capito che aveva di fronte uno preparato ma soprattutto incivile, un vecchio punk sfasciato, si è sfasciata lei. Le ho teso la trappola, “chi sono io? Sono uno che dopo il vaccino ha preso un cancro” e questa non ha osato rifiutare, si è salvata farfugliando “ma questo che c’entra? Cose che capitano, certo un vaccino può anche fare male”. Cioè sapeva. Biologa o sguattera, sapeva: oltre che una ballista sovrappeso era una in malafede cronica. Piccoli trucchi di manipolazione che adopero nei casi estremi e dei quali non mi pento perché funzionano sempre, funzionano meglio dei vaccini.
Per cui davvero non mi spiego la contraerea dei cialtroni sui social, non riesco più a distinguere il confine tra coda di paglia e fanatismo: questi reagiscono perché terrorizzati, senza poterlo ammettere, e quindi maledicono chi gli ricorda il rischio che corrono, oppure sono degli alienati intossicati di ideologia tali che nessun vaccino potrà più immunizzarli? In ogni caso, chi hanno dietro? Perché non posso pensare siano davvero i fantasmi che ostentano di essere: tutti con la biografia classica, “restiamo umani, uccidiamo il fascista”, tutti sponsor di Ilaria Salis, ma da quando in qua i balordi da centro sociale, gli anarcoidi parassitari difendono l’ordine di regime, i vaccini coatti, la tecnologia autoritaria, i greenpass, la reclusione di massa? Chi hanno dietro? Burioni, Bassetti? I giornalisti servi? I politici piddini? Speranza? Mattarella?
No, davvero troppe cose non mi tornano: non esiste contesto, interlocutore da treno, auditore da convegno che non sia ormai consapevole, più che edotto, vuoi per vicissitudini personali, vuoi per riscontri indiretti, della strage organizzata – e a questo punto mi scopro io stesso personaggio paradigmatico, riconoscibile e riconosciuto ovunque vada, ovunque salga: gente che mi ferma per la strada, che ricorda questi miei articoli, disperatamente furibondi, che mi affida tragedie vaccinali subite o assorbite; non esiste più nessuno che non sappia, che non veda come le varie Astrazeneca, Moderna, Pfizer si stiano rimangiando sieri, parole, certezze, garanzie; non si trova neppure più gente che ignori come, alla prima occasione, il mondo verrà nuovamente richiuso, perché “comandare è meglio che fottere” come dicono a Napoli e se tieni all’incirca 8 miliardi di sudditi reclusi comandare e fottere si uniscono in un orgasmo inarginabile; senza contare lo sfoltimento della popolazione teorizzato dai vari Schwav, Timmermans, Ursula, Bill Gates e dai governi di quasi tutto il mondo. Eppure questa consapevolezza diffusa, generale, incazzata, angosciata, ancora non trova ragione degli spaventapasseri da X o da Facebook che piombano, stormi di uccellacci inveleniti e preoccupati, con la pretesa di distorcere, disinnescare, neutralizzare. L’unica spiegazione che trovo plausibile, è che questi spettri siano diretta emanazione del potere politico e industriale, farmaceutico, che si prepara a nuove ondate pandemiche da sconfiggere con nuove alluvioni vaccinali da imporre con nuove tempeste autoritarie. Insomma vanno salvaguardati gli affari, la riconversione affarista che deve seguire dopo il fallimentare successo dell’anticovid: redditizio, certo, nell’ordine di centinaia di miliardi, di trilioni di dollari o euro, ma allo stesso tempo un fiasco per le ricadute sociali, per come le cittadinanze di tutto il mondo hanno maturato una diffidenza, uno scetticismo generalizzato per la medicina e la scienza in genere. Ha risposto a Padova Patrizia Gentilini, in collegamento con me, a una che rifiutava ogni riscontro e ogni razionalità in blocco: “Io parlo da medico, da scienziata, non da stregona: è importante distinguere, diffidare, ma anche, alla fine, affidarsi e scegliere la scienza medica, perché con le danze o le superstizioni non ci si cura, non ci si salva”.
In questo i miei amici luminari hanno un potere, un peso, e una responsabilità: in passato si sono candidati praticamente tutti, sbagliando clamorosamente i loro calcoli lo facessero per spirito di rivalsa dopo tante persecuzioni infami, per umana ambizione, per poter dire la propria in un agone politico. Ma una battaglia politica, e quella sui vaccini covid (e seguenti) senz’altro lo è, può essere portata avanti senza per forza intrupparsi in sette, movimenti e partitini occasionali e malfamati. Nessuno di loro è stato eletto, ma questi scienziati di fama e anche eroici in pandemia nello sfidare le assurdità repressive dei governi si sono messi in mano a cialtroni, carrieristi, paraculi, le solite Wanne Marchi che si millantano antisistema, talmente contro il sistema che o ci vogliono entrare con ogni mezzo o rifiutano di uscirne ad ogni costo. Gli elettori li hanno puniti e questo dividersi, questo consegnarsi al peggior offerente, per poi venirne truffati, ha nuociuto enormemente alla causa di una credibilità, lasciando gioco facile agli zdanoviani, ai leccaculo del sistema nel definirli in modo sprezzante e strumentale “novax”. La prossima volta, amici, pensateci bene e magari resistete a quelle sirene. Non c’è niente di male a farsi eleggere, ma dipende dai tempi, dai contesti, dagli interlocutori. Non è in gioco solo la vostra immagine di cittadini ma quella, più importante, più urgente, della scienza che dovete difendere contro le alchimie e le menzogne dei troppi Fulcanelli o Calandrino nel Mugello alla ricerca della pietra filosofale. Siamo d’accordo che i partiti classici hanno fatto tutti blocco nell’imporre lo Stato concentrazionario, ma dall’altra parte c’erano pifferai più o meno miserabili, ma tutti inverecondi. E invece questa è una battaglia che non finisce mai, come testimoniano i troll del potere, e va combattuta senza compromessi, senza ambiguità, ciascuno nel suo ruolo, ma restando più immacolati di un santo. Questo è il prezzo da pagare se si vogliono arginare nuove incombenti tragedie, sanitarie e sociali. Quanto alle ambizioni personali verrà il tempo, ma dovrà essere un tempo di pace.
p.s.. alla mia discesa, sono stato approcciato da una ragazzina che sedeva non distante da me e dalla gentile sconosciuta con cui ho conversato tutto il viaggio, a quel punto nuova amica: “Mi avete tenuto compagnia”. Scusami, le ho risposto, per le cazzate che mi avrai sentito dire e per come mi sono comportato con quella fanatica. “Non ho mai fatto un viaggio più bello” mi ha sorriso. E sicuramente non alludeva alla mia prestanza, al mio carisma di ex paziente oncologico.
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