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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Vaccino Covid, Astrazeneca prima ammette la letalità poi lo ritira dal commercio, e i vecchi mentitori: "Ah, ve lo dicevamo noi"

Senza vergogna, senza decenza, ma in fondo è normale: è il gioco del potere cambiare idea e restare sempre a galla. Ma questa volta è finita. I morti non smetteranno di urlare, e le altre ammissioni arriveranno. Presto. Perché questi vaccini erano armi di sterminio.

05 Maggio 2024

max cancro

In fondo non c’è niente di nuovo, niente di speciale. Loro fanno sempre così. Loro sono il potere, i tenutari della politica finanziaria, “ramo intrattenimento dell’industria” . Quando non possono più mentire, imponendo le loro bugie, cambiano trucco: beh? Che c’è? Si è sempre saputo. La logica del “ve l’avevamo detto, noi”. Funziona per i fantasmi dei vaccini come per quelli dei cambiamenti climatici, dei migranti integrati, funziona per tutto, sempre. In fondo era prevedibile, ed è normale: Astrazeneca, quando ha ammesso la letalità dei suoi intrugli, non lo faceva per scrupolo o per un rigurgito di onestà: stavano solo preparando il terreno alla mossa successiva, arrivata poche ore dopo: ritirano il vaccino – quella pozione infernale, ammettendo che poteva uccidere, che uccideva. Da noi almeno quattro, a cominciare da Camilla Canepa, diciottenne, sportiva, sanissima. Folgorata tre anni fa a poche ore da una dose anticovid. Si sapeva? “Ve l’avevamo detto”? No, dicevano tutto il contrario: che il vaccino non c’entrava, che era sicuro e rigenerante, che i “novax” erano feccia da torturare, da eliminare… Il campionario del male puro, spartito fra sanitari, politici, giornalisti, artisti da suburra era vergognoso e sterminato, io stesso ne ho letto un estratto pubblicamente, gira ancora per la Rete. Tutta gentaglia a libro paga di questi colossi del farmaco. Si sapeva? Ce l’avevano detto? Adesso, lo ammettono. Dopo più di tre anni in cui “ci avevano detto” tutto il contrario. Ce l’avevano detto? Ma se io stesso ho fatto un libro, finito primo in classifica, accuratamente censurato, taciuto, nascosto da tutti, dove si dice precisamente questo, che il vaccino è pericoloso, nefasto, micidiale e lo dico con tonnellate di storie di vittime, di studi scientifici, e perfino sulla mia pelle, sul mio stesso sangue. Ma se perfino il presidente del Consiglio mentiva, “non ti vaccini ti ammali muori”. Ma se addirittura il presidente della Repubblica copriva, “non si invochi la libertà per non vaccinarsi”. Ma se non c’è una sola istituzione, e una sola faccia in qualsiasi istituzione, che non risulti coinvolta nel marcio. Ma se i parassiti ostentavano di volere chi non si vaccinava “cascare come mosche”, “ridotto in poltiglia verde”, si vantavano di eiaculare estraendo il greenpass, invocavano sputi e malattie “nel cibo per i novax”. Ma se i televirologi invitavano, con tracotanza, a spararsi quanti più sieri Astrazeneca “che è sicuro”. Sicuro, sì. Sicuro che distruggeva.

Adesso le testate di regime, primari strumenti di questa strage diffusa, vanno di litote, sono costretti ad ammettere: “eventi non rarissimi… patologie in aumento…”. Non rarissimi? O più che dilaganti? Allora assoldano infettivologi, virologi per dire, beh? Che volete? Sì, possono far male, possono perfino uccidere questi vaccini “ma poco” e in ogni caso hanno salvato cinque, dieci milioni, dieci miliardi, cento miliardi “di vite umane”. Comodo così! Questo lo dicono loro, lo dicono i produttori, lo dice l’oste del suo vino, lo dicono gli avventori che magari hanno il pasto gratis; che invece queste pozioni potessero avvelenare, ammalare, folgorare, distruggere lo dicevano altri: e venivano maledetti, isolati, additati, radiati, minacciati, insultati; lo diceva, sempre di più, la scienza, quella scienza che è sacra, è dogma quando fa comodo, ma appena diventa eretica non esiste più, non la si ascolta più. “Beh? Ve l’avevamo detto noi”, come adesso quell’altro cialtrone virologo, la cui faccia tosta non ha limite come il disprezzo della vergogna e, in definitiva, di sè. Ma è il gioco di sempre: la mia parola contro la vostra, e siccome la mia è quella del potere è l’unica che vale, l’unica che resta. Passata la follia degli anni di piombo, c’era uno slogan per quelli che avevano militato nel terrorismo o comunque stavano nel suo alone: noi avevamo ragione ad avere torto e voi avevate torto ad avere ragione. Comodo così! Ma Astrazeneca non ritira il suo veleno per scrupolo, avallata dalla UE che ne era e resta complice: lo fa per scamparsi guai, per concentrarsi su nuovi vaccini, presumibilmente altrettanto micidiali, e per evitare di fornire dati sempre più imbarazzanti. La revoca scatta dal marzo scorso, Astrazeneca ammette la pericolosità del suo vaccino a fine aprile, a inizio maggio viene resa nota e assume efficacia normativa. Serve altro?

Fatelo, maiali, sorci, che fa bene ed è sicuro. E Camilla moriva e all’Aifa confabulavano: “Cazzo e adesso?”. “Adesso spingiamo di più se no sembra che ammettiamo, invece bisogna coprire, non vorrete mica ammazzare il vaccino!”. Eh no, meglio chi lo assumeva. Con le bugie e i ricatti, non è vero? E facevano gli open day, e ci portavano tutti, tutti. Ci portavano come bestie al macello, “lei è allergico a qualcosa? Bene, fuori il braccio, sotto il prossimo”. La gente usciva dall’ambulatorio e cascava. “Fatelo, è sicuro e fa bene”. E Speranza al tribunale dei ministri: sapevo che poteva essere letale, ma abbiamo taciuti tutti, obbedivamo, non è colpa mia. Però truccavano i dati, soffocavano le denunce, mandavano i parassiti, i magnaccia, le zoccole di regime a far casino, ad insultare le vittime. “Se mi capita sotto un novax, gli faccio scoppiare le vene”. Poi subito a Dubai, zinne al vento. La vacanza pagata, dai produttori dei vaccini, per servizi resi. Quei farabutti che sui social ancora ieri vomitavano: “Il vaccino non ha mai fatto una sola vittima”, oggi: “Beh? Lo sapevate, no? Avete firmato la liberatoria”. Non esistono, sono false identità di quelli del potere stragista e dicono: zitti! Muti! Vi abbiamo salvati! Ancora? No, non taceremo più, sarete voi a dovervi ammutolire, per sempre, inchiodati alle vostre colpe, alle vostre infamie. Voi di destra e sinistra, perché eravate insieme, eravate un blocco di potere, un potere malato che ammalava, che uccideva e che mentiva. Che vorrebbe continuare a uccidere. Tre anni di propaganda forsennata, demoniaca, poi di colpo ammettono tutto, ritirano tutto, sbaraccano: dovrebbe essere clamoroso, immane, dovrebbe scuotere il mondo, e invece è tutto normale, tutto come al solito. Ve l’avevamo detto noi, si è sempre saputo, anche voi lo sapevate e adesso che volete? Risarcimenti? Cure? Eh, cari, ma se fanno tutti come voi! Avete o no firmato la liberatoria? L’avevano firmata anche Camilla, Stefano, Francesca, Davide e chissà quanti altri. La abbiamo firmata tutti, sì, tutti noi che passiamo lo straccio di vita che ci resta con una cannula in vena a farci bombardare. O in carrozzina. O aggrappati a un bastone, arrancando lungo un viale che non ha più orizzonte. O al cimitero a piangere “chi lo sapeva”. Chi si è fidato, perché non poteva fare altro, chi ha ceduto, perché non aveva scelta: stordito, spaventato, oppresso da una propaganda che ha superato ogni crimine. E, attenzione, qui si parla di una sola azienda per una sola patologia: seguiranno, lo vedremo presto, perché ormai è finita, gli argini della menzogna hanno ceduto, tutte le altre, e per tutti i mali indotti. Gli effetti avversi. Le reazioni. Dal cuore alle neuropatie, dai cancri “turbo” ai linfomi e mielomi, alle paralisi, alle sordità, le cecità, tutto, tutto. Perché questa roba, creata in laboratorio, ecco un altro segreto di Pulcinella che si sgretola, distrugge tutto, crea male in tutto. Hanno dato il Nobel a chi l’ha creata, e anche loro hanno detto: lo sapevamo che uccideva.

Loro sì, lo sapevano, anche se stavano zitti. Ma noi, noi lo sapevamo? Davvero? Lo sapevano gli atleti, morti a centinaia in questi tre anni? Ma guardate solo il tennis: ad eccezione di Djokovic, maledetto in fama di novax, ma ancora primo al mondo in vista dei 40 anni, tutti gli altri cascano a pezzi ed è gente di venti anni, ventidue, gente che ha appena intrapreso la carriera agonistica. Sinner a 23 anni come può avere l’anca di un ottantenne? “Il superlavoro” dicono, “la troppa attività”. Non hanno, questi semidei dello sport, dei team di specialisti di primissimo livello, non sono costantemente sorvegliati da cliniche di lusso al seguito? La verità è che sono tutti pluridosati e gli effetti, inesorabili, si vedono. Ma è come per il clima: dicevano arriva aprigiugno, l’aprile più torrido di tutti i tempi, aprile per tre quarti è stato gelido e piovoso come un gennaio, un novembre, allora hanno detto ma vedrete da domani, sono due settimane che dicono vedrete da domani, toccherà andare nel Sahara per un po’ di refrigerio, e domani è sempre peggio di ieri, allora dicono vedrete maggio, il maggio più torrido di tutti i tempi, ma a maggio nevica e grandina più che aprile e allora dicono beh, prima o poi farà caldo e allora vedrete. E aggiungono: se gela in maggio è colpa del riscaldamento globale. E concludono: beh? Che c’è? Si è sempre saputo, è sempre successo. Ve lo dicevamo, noi. Così si distrugge l’umanità e per cosa? Per il solito motivo: soldi, che generano potere, che genera soldi, che compera potere, che alimenta se stesso coi soldi, soldi, soldi. E se intanto c’è modo di sfoltire la popolazione, che è sempre troppa, di isteririrla, di abituarla al recinto e al guinzaglio, ben venga. Non c’è più separazione tra politica, industria, finanza, ricchezza, è tutto miscelato come un porco vaccino, indistinguibile e questi sono i risultati. “E ’l sangue corre e fa, commisto a i rivi De la gran pioggia, rosseggiar le strade”. Siamo qui, meno che vivi, quelli rimasti vivi, condannati ad arrancare per sempre, ma una cosa ve la diciamo noi, una sola, per sempre: andatevene affanculo. Tutti. Infami, criminali, vermi, pagliacci, bugiardi, vigliacchi, assassini. Andatevene affanculo, schifosi. Andatevene affanculo, vampiri. Andatevene affanculo, responsabili dei nostri inferni. Andatevene affanculo, lugubri repellenti aguzzini. Andatevene affanculo.

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