04 Maggio 2024
Contro ogni pronostico possibile, la lista di Michele Santoro non ha superato il vaglio della Corte d'Appello per le circoscrizioni del nord ovest e isole, mentre altre forze politiche sono state depennate in toto.
I motivi? I più vari. Il sistema di valutazione usato dalla Corte d'Appello è un ginepraio di regole e regolette che solo chi ha esperienza in tal senso riesce a comprendere e, nel caso, a raggirare.
Così, ci siamo persi dei candidati eccellenti, come Paolo Rossi e Nicolai Lilin, due voci non certo allineate con il mainstream che, a queste condizioni, non entreranno mai in Europa. Allo stesso momento sono andate perse anche altre voci fuori dal coro, come Ital Exit di Paragone e Democrazia Sovrana e Popolare.
In pratica, senza troppo giri di parole, il gruppo dei dissidenti è stato quasi completamente azzerato non dalle urne, ma dalla burocrazia.
In compenso, ci dovremo subire i duelli ideologici tra i fanatici della Salis e di Vannacci, per non dimenticare la nipote di Giolitti, Silvia Sardone e Cecilia Strada: un potpourri di nichilismo politico.
E allora via con i partiti di Governo che si dilettano in discorsi da opposizione, e i partiti di opposizione che sembrano Meloniani incalliti.
Non dimentichiamoci poi il supergruppo di Stati Uniti D'Europa, il nuovo Frankenstein di renziana memoria che vede la Bonino capolista.
Che dire? Non c'é limite al peggio.
Di Aldo Luigi Mancusi
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