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Riecco Draghi, il salvatore della patria (distrutta) che vuol salvare l'Unione: l'uomo giusto al posto giusto, ma il posto è l'inferno

Dopo il fallimento della Baronessa von der Vaccinen, le cosche euroaffariste spingono il banchiere del Britannia, quello che mentiva, "non ti vaccini, ti ammali, muori". Il programma è elementare: distruggere il risparmio privato per finanziare le politiche eurocriminali.

17 Aprile 2024

Mario Draghi

Molta enfasi è stata riservata all’uscita truffaldina, di Draghi per giustificare la fine della convivenza democratica sotto la pandemia infusa del Covid: “Non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire”. Ma un successivo aforisma era suonato altrettanto ignobile se non di più: “Volete la pace o i condizionatori?”. Qui c’era tutto l’uomo che ieri gestiva la UE da banchiere centrale e oggi pretende di riplasmarla da ultraburocrate irresponsabile che usa una situazione estrema, un conflitto potenzialmente globale, per imporre le deliranti politiche ambientaliste. La guerra tra Russia e Ucraina, con il suo portato di morti e di distruzioni, per ricattare moralmente i cittadini europei, tenuti a non rinfrescarsi, a rinunciare alle soluzioni della tecnologia in nome di un delirante moralismo ambientalista. E si potrebbe dire: l’approccio totalmente inconsistente dell’Unione, un approccio regolarmente monetario, finanziario, ma senza soluzioni concrete a parte l’affarismo cinico delle cosche di Bruxelles e Strasburgo. In questo senso il burocrate Draghi, già bollato come “vile affarista” da Cossiga, uno responsabile della frantumazione del sistema economico e sociale del Paese, decisa a bordo di un panfilo, è il personaggio più indicato, il più organico alla costruzione artificiale che da 30 anni ci impone le sue mascalzonate. Prendiamo la pandemia. Tutto è cambiato dopo il Panopticon, il ritorno alla normalità è stato predicato ma non raggiunto, c'è stata, esattamente come pretendevano gli Speranza e i Draghi, una nuova normalità regressiva fatta di abitudini malate, dirigiste, di servizi peggiorati, di attività sparite, di civiltà distrutta, di ristoranti che smontano alle dieci di sera, la voglia di uscire, di svagarsi si è sfilacciata, ammalata a sua volta, nei giovani sopravvive più che altro in forme violente o paranoidi, e le stagioni turistiche ancora vivono con l'ombra dello spettro. I nostri discorsi tornano sempre, inesorabilmente, a “quando eravamo rinchiusi” e molti, sui treni, per la strada, non sono mai usciti davvero: ancora stritolati dietro le loro maschere di pazzia. Aspettavamo da chi è venuto dopo la dittatura un impulso, una rassicurazione: c'è stata qualche promessa, presto annegata nel silenzio dell'oblio, e si assiste ad ogni giorno che passa ad una progressiva resa alle pretese malate dell'Unione, anche se poi vengono a dirci che l'Italia ha fatto la sua parte, ha preteso qualche etichetta, qualche rinvio, effimero, dell'inevitabile.

Una cosca da nessuno nominata, questa UE cresciuta per metastasi decide che nel 2029 non potremo più avere caldaie da riscaldamento, solo “pompe di calore”, costosissime, zero condizionatori, come pretendeva Draghi per “vincere la guerra” contro la Russia, e altre diavolerie di dubbio effetto ma di sicuro dissesto. L'Unione Europea tiranneggia tutto e tutti. Perché una insegnante del Mezzogiorno italiano non può decidere dove andare ad insegnare e deve stabilirlo la UE? Perché io debbo cambiare la mia caldaia, la mia automobile, l'educazione dei miei figli, il loro sesso e quello mio? Ci chiediamo sempre da dove salgano queste aberrazioni, assurde, bizzarre, e le risposte vanno sempre sul vago mefistofelico: è l'Agenda 2030, sono i poteri forti. C'è un reticolo di lobby che decidono e impongono su mandato dei potentati in particolare americani come la T&E che fa capo al direttore esecutivo William Todt e di suo disegna prospettive demenziali in tema di ambiente con tutto ciò che ne deriva. Perché oggi il cavallo di Troia per imporre le politiche ladre e criminali è l'ambiente: carburanti, mezzi di trasporto, dispositivi per il riscaldamento, alimentazione, tutto nel dogma del pulito, del resiliente. T&E, come Bill Gates, come l'impero Getty, non sono entità a se stanti, sono multinazionali dell'ideologico commerciale talmente vaste e obique da rasentare l'immaginario; si alimentano di un reticolo di interlucutori, di istituzioni, di ONG, di lobby, gineprai inestricabili dove tutti finanziano tutti: la UE riceve, nella sua globalità istituzionale così come nei singoli appartenenti, cospicue corruzioni delle quali si sdebita a sua volta dirottando fondi europei a questi centri, o cancri, di potere. Piattaforme, sottocomitati, riunioni sono rigorosamente segreti, in ossequio alla trasparenza millantata un po' da tutti; poi per gli obiettivi finali ci sono le sparate come quelle dello Schab del World Economic Forum: “Non avrai niente e sarai felice”. Loro invece avranno tutto e saranno ancora più felici.

Oggi Draghi dice, o lascia capire: sono io l’uomo giusto. Per cosa? Per adeguare la UE ai tempi mutati, ennesimo slogan alla Wanna Marchi. I tempi non sono mutati, sono peggiorati. Durante la pandemia la crescita dei prezzi ha anticipato quella dei salari, facendo sì che i profitti delle aziende aumentassero fortemente insieme all'inflazione. Ma lo scenario va mutando velocemente, provocando sì una decrescita dei profitti di pari passo all'inflazione ma che verrà scontata dai consumatori, come sempre. È questo che si vuole? Sì, è questo, Draghi lo teorizza e le sue fumisterie di imbarazzante banalità nascondono una cosa molto semplice: aggredire il risparmio privato, svuotarlo per finanziarie le politiche punitive e impositive che distruggeranno quel che resta della libertà sociale e individuale. Come dire pagare l’aguzzino che ti entra in casa con le catene. Il gioco si è fatto durissimo e travolge qualsiasi scelta personale e privata, c'è un dilagare del controllo e del perbenismo moralistico che non risparmia più niente e nessuno. Il vino è cancerogeno! E chi lo sostiene, come l'immunologa glamour Antonella Viola, non si perita di trarne, per curiosa conseguenza logico-sanitaria, la preferenza alla carne sintetica di Bill Gates, uno che ci ha investito dieci miliardi e adesso pretende rimborsi dall'Unione. Fondazioni, ONG, nuclei para-istituzionali premono, determinano con la corruttela sistematica orientamenti e decisioni a Bruxelles e a Strasburgo: quando la sinistra mediterranea si è fatta cogliere con le mani nel sacco delle tangenti mediorientali e maghrebine, nessuno si è vergognato, hanno detto tutti: ma questo è il meno, la vera mangiatoia la sappiamo tutti e fa impallidire le grandi rapine dei secoli passati, fa sbiadire il colonialismo commerciale da Compagnie delle Indie.

Il fatto compiuto! Il cortocircuito non è solo ideologico e affaristico o meglio ha bisogno di altri feedback tra i quali quello della Giustizia: le supreme corti un po' di tutti i paesi non esitano ad imporre per adozione con forza di legge quanto desiderato dalla UE per impulso statunitense. Come ha detto la nostra presidente della Consulta, Silvana Sciarra, ad un incontro berlinese: i cambiamenti climatici hanno a che vedere con il rispetto dei princìpi democratici e le norme di conseguenza vanno adottate seguendo in modo pedissequo i cosiddetti dati affidabili diffusi dagli esperti certificati. E la Danimarca boicotta la carne animale, carne-carne, “perché è una decisione etica”.

Le scemenze più insostenibili adottate come dogmi: piove per settimane, per mesi ma la propaganda climatica di stampo gretesco deve insistere: non piove, si scoppia di caldo anche se a metà maggio fanno 12 gradi come in ottobre. Poi ai primi temporali bisogna scattare nel dire che gli allagamenti sono colpa dei cambiamenti climatici anche se tutti sanno che si debbono alle amministrazioni ladre che non intervengono anche perché fa loro comodo il disastro per lucrare sullo stato di calamità. Il Consiglio europeo ratifica in modo arrogante il pacchetto Ets, relativo alle emissioni di anidride carbonica, e l'Italia, prima a patirne le conseguenze, si affretta a votare a favore: trattasi di misure cervellotiche per le quali l'ambiente non riceve alcun giovamento, in particolare in Europa e in Italia a fronte di emissioni colossali da India, Cina e Stati Uniti, ma che provocano il dissesto forse definitivo dell'economia nazionale. Ma che fa? Il ministro Pichetto Fratin, che si commuove alla recita di una guitta climatica, spiega: “Ho firmato ma non conosco l’inglese”. A questa Europa satanica s'è arresa anche la Chiesa. Il papa Bergoglio ne è un perfetto ambasciatore, dicono sia stato imposto da Obama che aveva fatto in modo di deporre Ratzinger con oscure trame finanziarie legate allo Ior, nel benestare dell'integralismo islamico. Di certo tutto quello che arriva dalla UE al pontefice va bene, l'agenda climatica, sessuale, migrantesca lo trova solidale in modo sbracato.

Il salvatore della Patria Draghi, che invece ha finito di strangolarla, oggi presunto salvatore della UE, corona la sua ascesa con la nomina del lobbysta alla gazzosa Di Maio a trafficone per il Golfo Persico ad opera del maneggione Borrell su raccomandazione del medesimo Draghi: è una provocazione miserabile, guappesca: uno sprovveduto certificato è stato promosso a 12mila euro al mese, verosimilmente per operare la corruzione spicciola della sinistra mediterranea, essendo quella delle grandi compagnie globali a un livello troppo alto e troppo autonomo? Sarebbe questo il modo di procedere del carrozzone UE, basato sulle nomine del peggio? Ne esce la solita conferma: Bruxelles e suoi derivati come metastasi burocratica autoreferente ed autorigenerante ma in grado di condizionare i singoli paesi che, come dice Mattarella, altro sponsor del parassita politico partenopeo, debbono cedere sovranità e adeguarsi. Infatti è quello che accade al prezzo di continui rincari di tutto. Ed è tutto collegato. Vaccini, pompe di calore, auto elettriche che esplodono, che bruciano come la genetica dei ragazzini costretti a cambiare sesso per soldi. E, sopra, Draghi, il mediocre, ma col cinismo dei peggiori della Storia.

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