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Giorgia Meloni: “Lo Stato si assuma le sue responsabilità sugli effetti avversi del vaccino Covid", ma non basta

Dopo le dichiarazioni del Ministro Schillaci (“Commissione di studio sugli effetti avversi dei vaccini”), quelle del Presidente del Consiglio: no Signori, non è sufficiente

30 Marzo 2024

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni (fonte LaPresse)

Il numero dei malati di tumore raddoppiato, le morti improvvise di giovani ormai quotidiane: la verità inizia ad emergere e i politici corrono ai ripari.

Due dichiarazioni di intenti, per la verità estremamente generiche, dovrebbero servire a riguadagnare i voti di chi si sente tradito dalle Istituzioni. No Signori, non è sufficiente. Fino a quando non si indagherà seriamente su ciò che ci è stato imposto, fino a quando non si processeranno i responsabili (che hanno nomi e cognomi, in primis Roberto Speranza), queste belle parole resteranno lettera morta.

Vorrei iniziare col dire ciò che ormai sanno anche i deficienti: il virus chimera e il relativo vaccino sono armi biologiche fabbricate in laboratori di massima sicurezza. L’introduzione degli obblighi vaccinali era incostituzionale. La normativa in vigore è chiarissima: l’imposizione di un trattamento sanitario è un’eccezione rispetto al principio della volontarietà dei trattamenti sanitari sancito i) dall’articolo 1 della Legge 13 maggio 1978 n. 180; ii) nella stessa Legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (Legge 23 dicembre 1978 n. 833) che, all’articolo 33, stabilisce che gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori devono essere accompagnati da iniziative volte ad assicurare il consenso e la partecipazione da parte di chi vi è obbligato e iii) dalla Legge n. 145 del 28 marzo 2001 con cui l’Italia ha ratificato la Convenzione di Oviedo del 4 aprile 1997 sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina nonché naturalmente, dall’Art. 32 della Costituzione. Gli obblighi vaccinali non hanno affatto tutelato la salute collettiva in quanto: (i) i “vaccini” a mRNA non hanno arrestato né rallentato la diffusione del contagio e (ii) l’alto numero di reazioni avverse dimostra che la salute (sia individuale che collettiva) è stata posta a rischio.

Leggiamo un estratto del Decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica; Considerato che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività; ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare il quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del virus, estendendo, tra l'altro, l'obbligo vaccinale ai soggetti ultra cinquantenni e a settori particolarmente esposti, quali quello universitario e dell'istruzione superiore.”

 

Riassumendo, la motivazione addotta dal legislatore era quella di contenere la diffusione del virus. Ma oggi è cosa nota che anche i vaccinati si ammalano e diffondono il contagio esattamente come i non vaccinati.

Quanto alle reazioni avverse, chi di noi non ha un parente o un amico malato a causa dei “vaccini” alzi la mano.

Per mesi la Commissione Medica Scientifica Indipendente di Patrizia Gentilini e Alberto Donzelli ha denunciato l’assenza di farmaco vigilanza attiva da parte dell’AIFA.

Con l’introduzione dell’obbligo vaccinale, si è estesa a tutti i vaccinati la tutela prevista per i danni da vaccini ex L. Lorenzin.

La scorsa settimana, una mia assistita – dopo un iter defatigante durato due anni – è stata finalmente visitata dalla Commissione Medica Militare incaricata di decidere sulla sua richiesta di indennizzo. Persona giovane affetta da una malattia autoimmune, vaccinata in luogo protetto (contro il parere del medico di base che aveva suggerito l’esenzione), venti minuti dopo l’inoculazione cadeva a terra e si risvegliava invalida al 100%.

La prima frase pronunziata da uno dei medici della Commissione Medica Militare è stata: “Come facciamo a sapere che la causa è stato il vaccino?”.

C’è una perizia redatta da un medico legale (Professore universitario), una cartella clinica alta 30 cm, una ventina di paper pubblicati sulle più note riviste scientifiche internazionali che attestano il nesso di causalità tra la vaccinazione e l’improvviso aggravamento di quella particolare patologia: può un medico formulare una domanda simile?

Tralascio tutti gli ostacoli burocratici (memorabili le richieste del certificato di vaccinazione in originale o in copia autentica e dell’indicazione del lotto di vaccino!).

E vogliamo parlare dei costi per giungere alla visita?

Lo Stato ha prima violato i diritti costituzionali dei propri cittadini, poi li ha privati della farmaco vigilanza attiva, infine li ha abbandonati a se stessi nel momento in cui – per responsabilità criminali di persone note – sono invalidi (al 100% la mia povera assistita).

Concludo: lo Stato è colpevole. Non soltanto l’esecutivo, ma anche la magistratura. Colpevoli sono i medici – che salvo rare eccezioni (professionisti che si sono schierati contro i propri Ordini di appartenenza per rispettare il giuramento di Ippocrate) – hanno taciuto pur sapendo che i “vaccini” non erano vaccini.

Ora, in un clima già preelettorale, il Presidente del Consiglio e il Ministro della Salute strizzano l’occhio ai danneggiati. Vorrei che per una volta facessero sul serio.

di Alfredo Tocchi. 30 marzo 2024

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