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Carne coltivata, stop Ue alla legge Lollobrigida che la vieta in Italia: "Non applicabile, notificato male divieto"

"L'Italia ha adottato il testo prima della scadenza del periodo sospensivo previsto dall'articolo 6 della direttiva Tris", spiega una portavoce della Commissione Europea

01 Febbraio 2024

Carne coltivata, stop Ue alla legge Lollobrigida che la vieta in Italia: "Non applicabile, notificato male divieto"

Lollobrigida, fonte: imagoeconomica

Arriva uno stop dall'Ue al ddl Lollobrigida che vieta la produzione della carne coltivata in Italia. "Il 29 gennaio 2024 la Commissione ha chiuso la procedura di notifica sul portale Tris sulla legge italiana che vieta le carni coltivate. Ciò è dovuto al fatto che l'Italia ha adottato il testo prima della scadenza del periodo sospensivo previsto dall'articolo 6 della direttiva Tris. Pertanto, e alla luce della pertinente giurisprudenza della Corte di giustizia, la Commissione invita l'Italia a informarla del seguito dato", ha spiegato una portavoce della Commissione europea.

Carne coltivata, stop Ue alla legge Lollobrigida che la vieta in Italia

Per Bruxelles, l'Italia ha violato la normativa europea sulla legge che vieta la carne coltivata. Di conseguenza l'esecutivo Ue ha bocciato la notifica della legge che porta il nome del ministro dell'Agricoltura sul divieto produzione e commercializzazione della, chiedendo una rendicontazione delle modifiche al disegno di legge.

Una cosa che non allarma il Ministero. "L'Ue chiede solo di essere informata sull'applicazione", spiega Lollobrigida. "La Commissione europea ha chiuso la procedura Tris, avviata a seguito della notifica della legge sulla carne coltivata. La chiusura comporta che sia stata definitivamente accertata, da parte della Commissione europea, la compatibilità della legge con i principi del diritto dell'Ue in tema di mercato interno. Diversamente, la Commissione avrebbe proceduto con un parere circostanziato, a prescindere dalle modalità di notifica. Non ci sarà pertanto nessuna procedura di infrazione, né richiesta all'Italia di abrogare la legge. La Commissione chiede solo di essere informata sull'applicazione della legge da parte dei giudici nazionali. Come per tutti i provvedimenti che entrano in vigore in Italia, spetta ai giudici nazionali, in sede di applicazione, l'ulteriore vaglio di compatibilità con il diritto unionale".

In poche parole una cosa che non preoccupa il ministro, che prende quanto arrivato da Bruxelles come una sorta di "richiamo", piuttosto che un divieto. Lo stop è arrivato per una questione procedurale. Il ddl era arrivato a metà dicembre, era stato firmato da Mattarella e poi inviato all'Unione Europea per la "valutazione". In Gazzetta Ufficiale non diventò mai operativo in quanto vincolato al via libera europeo.

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