27 Dicembre 2023
Giorgia Meloni, fonte: Imagoeconomica.it
È stata rinviata per la seconda volta la conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni, prevista per giovedì 28 dicembre. Il tradizionale appuntamento con i giornalisti era già stato programmato per il 21 dicembre, ma era saltato a causa dell’influenza che ha colpito il premier. Influenza che, fa sapere Palazzo Chigi, non è ancora passata. Ecco la motivazione del nuovo rinvio.
“Si comunica che, per indisposizione della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, domani, 28 dicembre, non si terrà la conferenza stampa di fine anno”, ha comunicato l’Ordine dei giornalisti in una nota. “Siamo in attesa di conoscere la nuova disponibilità”.
La Federazione nazionale della Stampa italiana aveva invitato, tramite i suoi vertici (la segretaria generale, Alessandra Costante, e il presidente, Vittorio di Trapani), a disertare la conferenza stampa di fine anno di Meloni organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione stampa parlamentare. L'evento, in programma per domani, 28 dicembre, è stato annullato a data da destinarsi.
“Non è un’esortazione a disertare un appuntamento istituzionale al quale i colleghi vengono inviati per lavoro, ma l’inizio della mobilitazione che il sindacato dei giornalisti metterà in campo contro provvedimenti che sanno di censura e per la dignità della professione” si legge nel comunicato diffuso dall’Fnsi prima del nuovo rinvio. “La prima protesta della Fnsi sarà una passeggiata davanti ai palazzi del potere con il bavaglio sulla bocca”.
In segno di solidarietà alla Fnsi, Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito Democratico, assicura che “faremo di tutto per opporci in Parlamento all'emendamento Costa che va contro la Costituzione, la Carta dei diritti della Ue, la Convenzione dei diritti dell'uomo e il diritto degli italiani di essere informati. Un gesto forte, mai successo prima d'ora, per segnalare l’attacco alla libertà di stampa nel nostro Paese. Da anni il giornalismo d'inchiesta, il diritto di cronaca sono sotto attacco da una parte della politica, che vuole solo giornalisti amici. Mettere il bavaglio, come fa il decreto Costa, alla stampa vuol dire mettere il bavaglio al diritto dei cittadini e delle cittadine di essere correttamente informati e informate. Si sono ridotti gli spazi di pluralismo nella carta stampata, mentre imperversa TeleMeloni e viene meno il diritto di cronaca. Siamo perciò a fianco delle associazioni e dei sindacati dei giornalisti”.
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