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Gianni Letta dà il via all'operazione Draghi (in Italia, non in Ue), le stilettate a Meloni sul premierato sono solo una scusa. Dietro alle parole c'è molto di più - ESCLUSIVA

L’ex braccio destro di Berlusconi ha sconfessato Meloni: “La riforma ridurrebbe i poteri del Quirinale”, ma dietro alle sue parole si nasconde la strategia per riportare in politica Mario Draghi

01 Dicembre 2023

Gianni Letta dà il via all'operazione Draghi (in Italia, non in Ue), le stilettate a Meloni sul premierato sono solo una scusa. Dietro alle parole c'è molto di più - ESCLUSIVA

Gianni Letta è stato il Richelieu di Silvio Berlusconi. Ma non solo. Anche dei poteri forti economico finanziari e del deep state del bel paese. È la vera "scatola nera" dell'Italia repubblicana degli ultimi 30 anni. Per non parlare poi dei servizi segreti. E da grande uomo delle istituzioni continua a giocare ancora un ruolo importante nello scacchiere politico italiano.
Giorgia Meloni che ha notevole fiuto politico ha già capito l'antifona e si è messa immediatamente sul chi va là. È a dir poco irritata per quanto accaduto, le parole pronunciate dall'eterno Gianni sul premierato hanno scosso la sua tranquillità. A palazzo Chigi sono convinti: "le riflessioni di Gianni Letta non nascono per caso e nascondono motivi ben più ampi che la sola riforma costituzionale". Lo pensano soprattutto dalle parti del piccolo "Letta", quello di Giorgia Meloni, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovan Battista Fazzolari. Ma ancora non sono riusciti a capire qual è il vero punto di caduta delle frasi del "grande" Gianni nazionale.


Il punto, che ancora a palazzo Chigi non hanno capito è che l'uscita "inusuale" di Gianni Letta va incrociata con quella altrettanto inusuale di Mario Draghi del giorno prima e segnalano il forte disagio di tutto un mondo di centro destra (ma soprattutto della grande filiera anglo-americana) rispetto al governo Meloni. Altro che premierato, magari fosse soltanto questo il problema. Il punto vero è che si sta cercando di convincere Mario Draghi ad assumere un ruolo “politico” in Italia (e lui ci sta pensando...) anziché un futuro incarico in Europa e l’uscita di Gianni Letta fa parte proprio di questo disegno. La strategia comincia a prendere forma. Ci si scruta da lontano, si saggia la forza degli avversari, si prepara il terreno. Nei palazzi del potere (quello vero, non quello della politica) si teme che il paese non possa reggere la "botta" del rientro del patto di stabilità. Il debito pubblico rischia di esplodere mettendo a repentaglio la stabilità del paese. Il PIL è fermo. I sindacati scalpitano, Confindustria non è affatto contenta. I rapporti con il Quirinale sono ai minimi termini. Giorgia Meloni è avvisata.

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