02 Novembre 2023
Quelli che non mi amano, sapendo che mi ritrovo tra le vittime di effetti avversi, mi scrivono sotto gli articoli: “I vaccini salvano, fatti un’altra dose”. Alcuni con evidente intento sarcastico, altri viceversa con ammirevole convinzione e a me ricordano il nostro presidente Mattarella che va in giro a rilanciare la causa di Pfizer e Moderna con una devozione sospetta. No, non sto insinuando che possa essere pagato, sarebbe una demenziale assurdità, dico che questo accanimento tradisce, forse, qualcosa di peggio: l’ostinazione di chi è catafratto a qualsiasi smentita dalla realtà. Si può ben capire che il principale garante di un sistema, col senno di poi, sterile e catastrofico, resti abbarbicato alle proprie convinzioni: il coraggio, anche di ammettere i propri errori, se uno non ce l’ha, eccetera. Ma oltre quale limite l’ostinazione si trasforma in irresponsabilità? Mattarella insiste col vaccino anticovid che avrebbe salvato in tempi brevi milioni di vite, e non vuol vedere che ogni giorno di più la scienza, sì, proprio la scienza cui sostiene di riferirsi, lo smentisce; non vuol vedere che nessuno ha più l’ardire di negarli questi effetti avversi e micidiali, a cominciare dagli stessi produttori del siero, indotti dalla realtà a modificare i loro avvertimenti sanitari, i cosiddetti bugiardini: che mai furono letterali come in questo caso: bugiardoni, menzogneri a livelli imperdonabili perché materialmente responsabili di esiti anche tragici, comunque devastanti. Poi certo la magistratura può soccorrere con certe sentenze kafkiane come quella sul decesso del militare della Marina, Stefano Paternò, che nella stessa pronuncia si assume ucciso indubitabilmente dal vaccino ma senza colpevoli; un precedente che sta già originando analoghe, scandalose decisioni in giudizio. Si può anche scegliere di ignorare le voci d’allarme, che oggi non sono più dei soli Tarro, dei Montagnier, definito da un influencer senza alcun peso nella comunità scientifica internazionale, “vecchio rincoglionito”, così come si può far finta di niente circa i medici, gli specialisti che avvertono con cognizione di causa e dovizia di riscontri, dall’oncologo inglese Dalgleish all’epidemiologo di fama mondiale Kulldorff, anche lui intervistato di recente da Marina Pastorelli per “la Verità”. O il dottor Marco Cosentino, docente di Farmacologia che a Byoblu ha confermato la evidente pericolosità del vaccino anticovid assunto dopo l’immunizzazione naturale a seguito del contagio (la stessa che ha spacciato Paternò).
Si può perfino decidere di passar sopra l’infinita casistica di ammalati e di morti “improvvisi”, lasciandoli senza una motivazione e quindi senza la dignità che meritano, avendo cura di raccomandare una sorta di censura sui “novax”, sugli scienziati eretici, su tutto ciò che si ribella alla propaganda ufficiale, come Mattarella ha più volte trovato modo di fare. Si può, ma non è bello. E non è detto sia lecito. A meno di non contrabbandare la tutela delle istituzioni per quella dei cittadini, insomma di dover sostenere il sistema politico-sanitario ad ogni costo e ad ogni prezzo. Intanto le folgorazioni inaspettate non cessano, sempre meno inaspettate. Intanto a crollare sono sempre più adolescenti, anche ragazzini, gli stessi per i quali suona la banda di regime: “più somministrazioni e per fasce sempre più acerbe”. Ma, grazie al cielo, nessuno sembra più ascoltare, nessuno si fida più: il tasso di recidiva, di quelli che ancora obbediscono, non va oltre il 2,5% di un Paese che pure è stato capace di accettare le forme di pressione autoritaria ed extracostituzionale più palesi e più violente del mondo; anzi, probabilmente è proprio questo avere tollerato l’intollerabile che, a questo punto, scatena un rigetto fisiologico e, una volta tanto, sano. Gli stessi medici non se la sentono più: tacciono, glissano sui loro sfondoni ma intanto a bucarsi ancora solo rimasti in meno di 500 su trentasettemila. Che farà lo Stato? Li obbligherà tornando ai vecchi ricatti, alle alternative di stampo mafioso, alle proposte che non si possono rifiutare? Le stesse scattate un po’ in tutto il mondo, ma in forme meno arroganti e per periodi più contenuti. Come in Inghilterra, dove il dibattito sul lockdown ha assunto i contorni di una resa dei conti spietata: alla prova dei fatti, i media chiedono scusa e con loro molti scienziati. Da noi, non uno. Anzi insistono nella tracotanza e come sia possibile sulla pelle di così tanti ammalati e trapassati è qualcosa di difficile da indagare visto che dalla superficie della conoscenza scientifica si discende fin nei meandri della coscienza. Ci sono situazioni spaventose e imbarazzanti, come quella dell’autista del pullman precipitato dal cavalcavia di Mestre, sul quale si fa di tutto per negare la possibilità del malore improvviso. Ma più lo negano, più segretano l’autopsia, più mandano l’informazione prostituita a spargere fumo e più l’ipotesi resta e si corrobora. E allora scattano i “no comment” tra gli apostoli del vaccino a tout prix. No comment, non posso dire niente ma neanche posso più negare come prima, se non altro per il rischio di sputtanarmi.
E allora no, noi non capiamo come, da capo dello Stato, ci si possa rintanare così in un sistema di convinzioni sempre più autoreferenziali: «la ricerca è garanzia di futuro. Eppure, dopo tanta evidenza, dopo che è stato dimostrato nella drammatica esperienza della pandemia che i costi umani sarebbero stati di gran lunga maggiori senza la scoperta dei vaccini in tempi rapidi, continuano a circolare teorie irragionevoli e antiscientifiche. Non soltanto offuscano la visione del bene comune, ma sovente minacciano la salute stessa dei cittadini, contravvenendo alla prescrizione dell'articolo 32 della Costituzione, secondo il quale la salute è, insieme, fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività». Non c’è, in questo lungo passaggio, una sola pezza d’appoggio, un singolo assunto dal quale partire, incluso il maldestro riferimento alla Costituzione che, viceversa, prevede limiti severissimi all’applicazione dei protocolli sanitari. È una concatenazione di frasi apodittiche che non trovano, e nemmeno cercano, una solidità etica, logica, scientifica. Ricorda i documenti superficiaali, dalla preoccupante disinformazione, di Bergoglio sul clima e difatti papa e presidente sono grandi amici, sodali nell’approssimazione e nella prepotenza. È la voce del potere che si giustifica di per sé, semplicemente manifestandosi. Ma è anche la voce ufficiale del negazionismo che accusa gli eretici di essere negazionisti. Questa voce a questo punto non basta più e non regge più. Non per colpa o per merito dei cittadini: sono “loro”, loro istituzioni, loro potere ad avere abusato della credulità popolare, ad avere stracciato i diritti e la dignità degli individui, tramutati da cittadini in sudditi. Volevano l’esperimento sociale che ha scandalizzato l’occidente, l’hanno avuto, ma nella vita, e nella storia, è sempre una questione di effetti collaterali. Che prima o dopo arrivano. Speriamo solo che questa tetra presunzione non si trasformi in qualcosa di ancor più aggressivo, perché se c’è una cosa che il potere italiano ci ha dimostrato, è che è buono a nulla ma capace di tutto. Lo è stato in questi tre anni, continua ad esserlo oggi, dove chi a vario titolo ha sbagliato, ha forzato, ha stravolto non solo non chiede scusa, ma continua a vantarsi dello scempio compiuto e ad indispettirsi se qualcuno, finalmente, alza la voce o se non altro non ascolta più.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia