09 Ottobre 2023
Ignazio La Russa - fonte foto @LaPresse
Presa di posizione del Presidente del Senato Ignazio La Russa sul tema de "La Russa dinasty", il servizio mandato in onda dalla trasmissione condotta su Rai 3 da Sigfrido Ranucci Report domenica 8 ottobre. Il servizio in questione riguarda la storia delle ultime generazioni della famiglia della seconda carica dello stato, dai primi passi nella politica siciliana fino all'approdo a Milano. L'inchiesta, in particolare tratterebbe di presunti rapporti del padre del Presidente del Senato, Antonino La Russa, con finanzieri come Michelangelo Virgillitto e Raffaele Ursini, oltre che con Michele Sindona. Fango sulla memoria del genitore, secondo Ignazio La Russa, che ha annunciato, poco prima della messa in onda della trasmissione, di intendere sporgere querela.
"Va subito affermato che dopo quasi due mesi di costose ricerche e di troupe sguinzagliate in varie regioni d’Italia, non avendo potuto trovare nemmeno un briciolo di attività non solo illegali ma anche solo inopportune del presidente La Russa, Ranucci e i suoi compagni hanno optato per cercare disperatamente di infangare suo padre e la sua famiglia con ricostruzioni del tutto difformi dalla verità e altamente lesive dell’onore di Antonino La Russa. Che oggi avrebbe 110 anni e mai in vita sua ha ricevuto un avviso di garanzia". Questo il commento del portavoce del Presidente del Senato al servizio di Report "La Russa dinasty".
Secondo la trasmissione di Ranucci, che cita delle dichiarazioni del colonnello dei Carabinieri Michele Riccio (il quale a sua volta afferma di riportare le parole del capomafia Luigi Ilardo), nel 1994 Cosa Nostra avrebbe dato indicazioni per votare in Sicilia Orientale a favore di Forza Italia e del figlio di Antonino La Russa, Vincenzo. Non solo, Report parla anche del trasferimento nel 1956 della famiglia a Milano, apparentemente presentato dal servizio come motivato dalla volontà di Antonino di "dare una mano" a Virgillitto, all'epoca in ascesa alla Liquigas, forse grazie all'aiuto di Sindona.
Nuovamente la replica del portavoce della seconda carica dello Stato: "Report riferisce di una accusa di uno sconosciuto pentito, o perlomeno a noi sconosciuto, secondo il quale nel 1994 il senatore Antonino La Russa avrebbe insieme al figlio Vincenzo, chiesto voti in ambienti criminali a favore di… Forza Italia! La circostanza già di per sé falsa e calunniosa, appare peraltro impossibile alla luce del fatto che da anni Antonino La Russa non era più candidato e il figlio Vincenzo (peraltro mai appoggiato elettoralmente dai familiari) era candidato non con Forza Italia bensì con l’Udc di Casini. E quel che più conta è che mai tale circostanza ha avuto alcun seguito giudiziario, anche minimo, né mai è stata contestata agli interessati che l’hanno potuta leggere solo su un “giornaletto” all’epoca dei fatti".
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