07 Agosto 2023
foto Marcello De Angelis @facebook
Dopo la bufera che si è scatenata per il post sui social di Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione della Regione Lazio, in merito alla Strage di Bologna e più in particolare sull’innocenza di Ciavardini, Mambro e Fioravanti.
Il post è finito nel mirino delle opposizioni che hanno chiesto un intervento del governatore del Lazio Francesco Rocca e le dimissioni di De Angelis.
Tuttavia, il presidente Rocca ha da subito affermato che il suo collaboratore “parlava a titolo personale”.
I due si sono incontrati nel pomeriggio per chiarire la vicenda: “La mia posizione, anche sulle sentenze, l'ho espressa ieri con chiarezza – aveva detto Rocca - De Angelis ha commesso un errore importante parlando in termini di certezza, anche se a titolo personale. Io farò le mie valutazioni ma lui non ha alcun ruolo politico nell'amministrazione regionale”.
Dal canto suo, Marcello De Angelis, in un altro post su Facebook si è scusato per le sue dichiarazioni.
“Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili – scrive sui social - Ho altresì il dovere di fare chiarezza su affermazioni che possono essere fraintese per l’enfasi di un testo non ponderato, ma scritto di getto sulla spinta di una sofferenza interiore che non passa ed è stata rinfocolata in questi mesi. I colleghi giornalisti che quotidianamente e pubblicamente mi definiscono un ex-terrorista - pur nella consapevolezza del fatto che non sono mai stato condannato per nessun atto criminale o gesto di violenza - infangano il mio onore e mi negano la dignità di una intera vita. Perché un terrorista è una persona schifosa e vile. Ho servito e rappresentato le istituzioni democratiche per anni e ne ho il massimo rispetto, così come per tutte le cariche dello Stato, che da parlamentare ho contributo ad eleggere e che oggi sostengo come cittadino elettore. Fra queste e prima di tutte, la Presidenza della nostra Repubblica”.
Tornando poi nel merito della frase in cui De Angelis si è detto “certo” dell’innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciavardini, il politico afferma: “In merito alla più che quarantennale ricerca della verità sulla strage di Bologna, l’unica mia certezza è il dubbio. Purtroppo sono intervenuto su una vicenda che mi ha colpito personalmente, attraverso il tentativo, fallito, di indicare mio fratello, già morto, come esecutore della strage. Questo episodio mi ha certamente portato ad assumere un atteggiamento guardingo nei confronti del modo in cui sono state condotte le indagini. Esprimo quindi dubbi, così come molti hanno espresso dubbi sulla sentenza definitiva contro Adriano Sofri senza per questo essere considerati dei depistatori o delle persone che volessero mancare di rispetto ai familiari del commissario Calabresi”.
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