29 Luglio 2023
foto @imagoeconomica
La premier Giorgia Meloni, in visita negli Stati Uniti, alla fine del suo viaggio a Washington in una intervista a SkyTg24, ha detto che l'Italia esce rafforzata da questo incontro e soprattutto "seria, affidabile e credibile".
"Quello che è emerso è un governo serio - ha detto la premier - che pone con determinazione il tema dell'interesse nazionale, senza dimenticare gli interessi nazionali degli altri".
Alla domanda su come sia successo che Joe Biden abbia cambiato idea su di lei, la Meloni ha risposto: "E' successo che io ero anticipata da una propaganda falsa, che aveva raccontato l'ipotesi di un governo come un disastro delle tenuta dei rapporti internazionali, della tenuta economica e delle istituzioni. Pongo delle questioni di interesse dell'Italia ma cercando anche punti do convergenza con gli interessi degli altri. Quando poniamo il tema del Mediterraneo e dell'Africa non riguarda solo l'Italia ma riguarda il ruolo dell'Occidente e vedono che siamo seri, affidabili e credibili".
In merito al rapporto instaurato con Biden, Giorgia Meloni ha detto che "la politica e il governo dello Stato sono due materie molto diverse. Questo è un altro caso in cui la politica estera a volte si legge in modo un po' superficiale: qualcuno ritiene davvero che quando si guida una nazione si possa parlare solo con i propri omologhi che hanno le stesse idee? Sarebbe devastante, bisogna saper parlare con tutti e la centralità che l'Italia assume a volte è proprio per la capacità di parlare con tutti. Quando rappresenti una nazione- ha aggiunto - rappresenti l'interesse nazionale sulla base di una visione, che nel mio caso è conservatrice. Io ho una identità molto definita di cui sono orgogliosa ma dialogo con tutti e ho buoni rapporti con tutti".
La questione del salario minimo e il dialogo con le opposizioni
E, a proposito di dialogo, è stato chiesto a Giorgia Meloni se l'opposizione fosse pronta a dialogare sul salario minimo: "Non credo, sono io che ho aperto al dialogo sul salario minimo. Io ho fatto l'opposizione, non ho mai avuto problemi a dialogare, ma buona parte dell'opposizione, qualsiasi cosa tu faccia, dice che non va bene e io lo considero un approccio sbagliato, che non è stato il mio. Apprezzo quando vedo un approccio non pregiudiziale, ad esempio l'appello di Calenda sul salario minimo. Io - dice ancora - capisco il tema, è un tema per me sensibile garantire salari adeguati. Il dubbio che ho sul salario minimo - spiega - è che possa diventare sostitutivo e non aggiuntivo. Se ci sono soluzioni possibili sono disponibile e aperta a parlarne perché quando parte dell'opposizione cerca il dialogo è giusto darlo. Spero sempre di trovare un'opposizione dialogante".
Sulla nuova via della seta invece, Meloni parla della necessità di un mercato equo: "Il mercato non può essere libero se non è anche equo, altrimenti rischiamo di devastare i nostri sistemi industriali che hanno degli standard elevati che altri non hanno. Dunque non decoupling ma derisking nella definizione delle catene di approvvigionamento. E' un dibattito che va fatto insieme alla Cina non contro la Cina. L'alleanza con gli Usa e il dialogo con la Cina possono certamente stare insieme, è importante riuscire a farle stare insieme. Le semplificazioni in politica estera non sono utili, la base della politica estera è parlare con tutti difendendo i propri interessi e dicendo le cose che non funzionano. Ad esempio in passato qualcosa non ha funzionato sulle catene di approvvigionamento".
Per quanto riguarda l'Africa e i migranti invece, Meloni avrebbe ottenuto attenzione da Biden: "Io ho notato una consapevolezza di un tema che, appunto, spiego o cerco di spiegare con dovizia di particolari in ogni contesto multilaterale - l'ho fatto al vertice Nato, l'ho fatto al G7, l'ho fatto al Consiglio Europeo - ma mi pare di riconoscere anche la consapevolezza che l'Italia può giocare in questo un ruolo di portavoce, di leadership, di guida spero proprio per la capacità che ha anche di capire il punto di vista dei Paesi africani. Probabilmente - dice Meloni - senza il ruolo che l'Italia ha avuto sarebbe stato più difficile raggiungere l'accordo che è stato raggiunto tra Tunisia e Unione europea. Non solo per l'approccio tunisino, ma anche per quello che l'Unione Europea aveva e che era all'inizio un po’ diverso da quello che noi abbiamo promosso, cioè un approccio pragmatico, capire anche quali sono i rischi che si corrono, quali sono le alternative in campo. E questo è un lavoro che abbiamo fatto noi e alla fine mi pare abbia portato i propri risultati. La conferenza sulle migrazioni - prosegue - è un'altra iniziativa sulla quale anche gli Stati Uniti sono stati molto interessati, ci hanno fatto i complimenti. Insomma, ritengono che possa essere molto utile mettere insieme tutti i Paesi del Mediterraneo allargato - quindi non solamente Paesi africani, Unione europea ma anche i Paesi arabi - per ragionare insieme su come si fermano i flussi. Perché poi, purtroppo, attraverso le reti di trafficanti – chi conosce la materia sa - che non corre solamente la mercificazione degli esseri umani, dei migranti. Spesso le stesse organizzazioni si occupano di tratte di droga, di organi, di esseri umani. E quel potere che queste organizzazioni criminali stanno assumendo si rivolta anche contro gli Stati, contro la loro stabilità, particolarmente in Africa. Quindi tutto diventa, in una guerra che è sempre più ibrida, un problema che noi dobbiamo focalizzare. Questo, quindi, riguarda l'Alleanza Atlantica per esempio, riguarda i nostri partner, riguarda noi, riguarda i Paesi europei".
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