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Clima, i Pini di Roma si sciolgono per il caldo? Ma fatela finita con questo modo ignobile di prostituire l'informazione

L'informazione degenerata può dire le cose più assurde e nessuno gliene chiede conto: ci sono pazzoidi che annunciano l'estinzione della razza umana, possono teorizzare il grande olocausto, e li esaltano. Mentre gli sfigati in arte debunker censurano la logica e la realtà.

17 Luglio 2023

Respighi I pini di Roma

Dopo 32 anni e cinquantamila articoli, un numero eccessivo di libri, di polemiche, di interviste date e prese, mi sono rotto i coglioni. Di analisi, di discorsi, di articolazioni, di considerazioni. E mi rifugio nel caro vecchio Rasoio di Occam, o, come diceva il friulano a una dimensione Dino Zoff: “Le cose sono semplici, sono chiare e chi complica le cose chiare è in malafede”. Le cose sono chiare e chi dice che i vaccini non danno effetti avversi, spesso letali, è o un virologo o un debunker: per cui in malafede, in senso ontologico. Chi dice che i pini di Roma cascano per il caldo è la stessa cosa, povero Respighi. Non li chiamo vaccini, li chiamo prodotti genici e questi e la crisi climatica sono due cagate pazzesche: la lotta contro i cambiamenti climatici, come dice il mio amico Franco Battaglia, è come fare la lotta all’alternanza di giorno e di notte. Sono due truffe galattiche che una masnada di ricchi in maniera schifosa, come direbbe Renato Pozzetto, ha messo su per farci soldi ancora più schifosi con l’appoggio di una politica di malaffare e di tutti i malfattori, enormi, grandi, piccoli, microbi, che da questa farsa traggono un vantaggio finanziario, politico, amministrativo, di potere quale che sia. I sessanta o seicentomila o sei miliardi ammazzati dal caldo è roba da Greta, che a proposito di Rasoio di Occam è una disadattata confessa, però disonesta e fannullona: se mai, i morti in particolare italiani cascano perché gli è stato impedito di rinfrescarsi col solito terrorismo bugiardo e ricattatorio. Chi scrive non si nasconde le complessità, ma alla fine di complessità ci si strangola: che Zelensky fosse un farabutto si poteva dire senza passare, in modo ignobile, dalla parte di Putin come va di moda, e infatti qualcuno, pochi, l’ha detto fra cui precisamente il sottoscritto (non è necessario iscriversi sempre una fazione, no?). Che si dovesse sostenere un popolo massacrato all’interno di un sistema di alleanze fa parte della geopolitica, ma se il prezzo è di far morire la gente, la tua gente, allora devi andarci piano. Se però invece di uno statista sei un banchiere, e il tuo scrupolo non sono i viventi ma i contanti, allora puoi uscirtene fuori con roba del tipo “volete la pace o i condizionatori?”, vagamente mussoliniana, che riecheggia il “volete iniettarvi o infettarvi e uccidere?” di pochi mesi prima. Ecco, se fai questo non hai alibi; se poi lasci che il costo dell’energia elettrica decuplichi sei un irresponsabile e fai bene a scappare, solo che non devi più farti vedere, non devi aprire bocca per il tempo che ti rimane.

Io conosco gente che va nei centri commerciali per l’aria condizionata. Un tempo c’erano i clochard che ci andavano d’inverno, o nei bassifondi della metro, per non morire assiderati, adesso ci sono i normali che entrano per scampare un colpo di calore che può lasciarli secchi. Ma l’uomo la maniera per sopravvivere alle temperature estreme, che ci sono sempre state, l’ha trovata: sono altri uomini ad impedirglielo con politiche mascalzone frutto della globalizzazione finanziaria che, dietro le foglie di fico della guerra, avviluppano occidente, oriente estremo, oriente medio, tycoon americani, sceicchi, sultani, dittatori cinesi, zar neosovietici, balordi ucraini, e sulle quali i parassiti dell’Unione Europea, che è un coacervo della finanza e della grande industria fondate sulla corruttela di sistema, prosperano da nessuno autorizzati: adesso vogliono “tutelare la qualità dell’aria” impedendo il 75% delle attività produttive, vogliono abbattere le opere che hanno consentito alla specie umana di sopravvivere alla natura cieca, si sognano che l’auto-auto deve sparire, che bisogna andare su navicelle elettriche di costo proibitivo o meglio ancora a piedi, riempiono le città di bicicli e di monopattini con cui ci si ammazza peggio di prima, puntano ad impedire il latte, la carne, ad imporre diete punitive, da lager, a base di vermi, locuste, virus, vaccini e carni di laboratorio, una tabella di marcia farneticante, più nazista, da olocausto che malthusiana, la vicepresidente americana Kamala Harris, una non più lucida del suo capo, Biden, una incompetente che si è finta di colore per essere eletta, ha detto in un discorso che il loro scopo, di loro boia seriali, industriali, è “ridurre la popolazione”. Voleva dire la polluzione, per dire l’inquinamento, ma da sinistra l’hanno presa alla lettera e hanno cominciato a godere come verri alla monta di scrofe. Del resto, il proposito è il medesimo alimentato dal mammasantissima europeo Timmermans e questa volta senza lapsus: proprio così dice questo olandese cui non lascerei mio nipote per 30 secondi, ripristinare lo stato di natura, per salvare il pianeta basta cancellare la specie umana. Uno stato di natura da era dei dinosauri.

Lo scopo della sinistra demente è palese: rubare e decimare, sterminare e guadagnarci. Con la scusa del rispetto dei diritti, dell’aria, della madre terra, di tutti tranne l’uomo, sempre percepito una entità capitalistica. Da destra la reazione è se possibile più repellente, perché ambigua: un misto di indifferenza, fatalismo, opportunismo e adesione al pensiero dominante: vogliono durare, l’anima l’hanno già venduta, adesso vendono la carne, quella nostra, umana. La Meloni, che attualmente tutti considerano come la Madonna dell’Incoronata o dell’Altomare, dà i bonus, le card, come i grillini, però gli cambia nome, sceglie formule patriottiche. Ma il senso resta quello, lo stato provvidenziale ma autoritario che tutto decide, elargisce oppure nega. Sostegno, vero, a chi produce nessuno, tasse che non si schiodano da un livello insostenibile, infrastrutture da quarto mondo, ritardi ferroviari nell’ordine delle ore e nessuno protesta più, anzi ridono. Ma i nuovi parassiti dicono: che cosa volete voi, che fretta avete, lasciatela lavorare questa nostra Giorgia, lasciatele una decina d’anni. E perché non un ventennio secco, classico? Ma chi produce, chi lavora, sa che di italiano non c’è rimasto niente, sa che ci stanno togliendo anche l’aria e siamo servi in un paese che non è più nostro, dove l’ultimo pagliaccio d’importazione con trenta precedenti può rivolgere vaneggianti minacce di morte a chi vuole. E nessuno gliene chiede conto, anzi i destinatari, che essendo ministri potrebbero fare una telefonata ai Servizi, rispondono in modo quasi succube, da pusillanimi.

Ti pare troppo quello che ti sto dicendo? Ma no, che è tutto vero e lo sai, che ci vado anche piano e lo sai, ma ti prego lasciami andare avanti ancora un po’, lasciami sfrondare dalle cazzate e dalle menzogne col Rasoio di Occam. La gente casca perché non può vivere decentemente al caldo d’inverno e al fresco d’estate, grazie agli errori criminali e ladri della politica, ma ci sono ministri suonati che dicono cose da Elly Schlein, da Casarini, ci sono imbonitori che continuano a prendere le direttive dai manigoldi di prima. Questa è la verità delle cose e serve il Rasoio di Occam a sfrondarla. E c’è, infine, una informazione da bettola o da casino che, senza più dignità né onestà residua, propala leggende da malati, nega gli effetti avversi dove ci sono, li dirotta su cause improbabili, inventa storie da drogati, gli alberi che si sciolgono per il caldo, gli affogati che affondano per il caldo, l’umanità da eliminare per salvarla, i cento veleni che fanno scoppiare di tutto ma sono già pronti nuovi miliardi di siringhe per l’uomo malato a prescindere, che non deve permettersi di essere sano. E ogni giorno il più caldo da quando un Dio annoiato e rancoroso inventò questo pianeta con dentro una umanità infernale da punire in eterno siccome i primi due creati dal fango e dal soffio divino dopo aver scopato si sfamavano con una mela presa da un ramo. Crediamo di essere liberi, ma se ci si fulmina il telefono come è successo a me dieci minuti prima di condurre un evento, non vivi più e hai davanti tremila persone ma colla testa stai lì, al telefono morto che è come ti fosse saltato per aria l’ufficio. E sai che è con quello che ti controllano e ti minacciano, ti censurano, ti ammazzano. Ma che cazzo ci stiamo ancora a fare quaggiù? Forse hanno ragione le Kamala e i Timmermans, forse sarebbe proprio ora di estinguerci, non fosse che sono sempre i miti, i ragionevoli, gli innocenti a scontare l’inferno in terra e mai chi lo amministra.

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