Meloni a Catania, il comizio in diretta su RaiNews finisce in Vigilanza. Floridia (M5S): "Violata la par condicio"

Il comizio elettorale di Giorgia Meloni e del centrodestra a Catania, trasmesso da RaiNews ieri sera, venerdì 26 maggio ha sollevato il polverone. La commissione di vigilanza di Via Mazzini ha posto il faro sul caso, con la denuncia della presidente in quota 5 Stelle Barbara Floridia che parla di "par condicio" venuta meno.

Meloni a Catania, il comizio in diretta su RaiNews24 finisce in Vigilanza

Meloni, Salvini, Tajani e Lupi erano a Catania per il comizio a sostegno del candidato sindaco Enrico Trantino. L'evento, durante il quale la premier ha anche puntato il dito verso "la cultura dal potere intollerante della sinistra", non risparmiando qualche stoccata alla Annunziata ("qualcuno se ne va perché non sa misurarsi col merito") sta facendo parlare di se perché per i vertici della commissione, si sarebbe venuti meno alla par condicio.

"Apprendo dalle segnalazioni di diversi gruppi parlamentari che su RaiNews24 sarebbe andata in onda in diretta il comizio organizzato dal centrodestra a sostegno del candidato sindaco di Catania", scrive Floridia. "La commissione di vigilanza valuterà con estrema attenzione questo caso per tutti i profili di competenza, si potrebbe profilare una violazione importante della par condicio e del pluralismo che il servizio pubblico non si può assolutamente permettere". È attesa una replica dell'esecutivo, unito ieri in Sicilia in vista del voto delle comunali, il 28 e 29 maggio.

Meloni dal palco: "Libererò la cultura dal potere intollerante della sinistra"

Meloni tira dritto. La leader della coalizione di centrodestra e capo del governo punta molto su Catania e lo ha dimostrato presentandosi fisicamente assieme ai suoi alleati. Sul palco Meloni ha detto: "Io non intendo sostituire un intollerante sistema di potere con un altro intollerante sistema di potere. Io voglio un sistema meritocratico e plurale che rappresenti tutti, che dia spazio a tutti e soprattutto a quelli che se lo meritano, non in base alla tessera di partito che hanno in tasca, ma in base al valore che dimostrano".

"E se anche nella Rai, nel punto in cui qualcuno si deve misurare col merito, decide che non ce la fa e vuole fare qualcos'altro non è un problema che possiamo porci noi".