07 Maggio 2023
Cottarelli, fonte: imagoeconomica
Carlo Cottarelli si sfila. Lascia il Pd ed anche il seggio da senatore. Una decisione di cui, complici i malumori più volti comunicati si aspettava solo l'ufficialità, che è arrivata questa sera domenica 7 maggio a "Che tempo che fa". "Ho deciso di rinunciare alla posizione di senatore", ha affermato. I motivi sono le posizioni troppo distanti dalla nuova segreteria Elly Schlein "che ho avvisato martedì scorso, insieme al capogruppo Francesco Boccia e a Enrico Letta". Cottarelli ha svelato di aver rifiutato le avance di Calenda e Renzi di passare col Terzo Polo, annunciando che tornerà a fare "il divulgatore. Mi è arrivata un’offerta dall’Università Cattolica di Milano e ho deciso di andare".
Cottarelli segue così quanto già fatto da Beppe Fioroni, Andrea Marcucci ed Enrico Borghi. Il Pd perde i pezzi complice la nuova linea di Schlein, e la presa d'atto dell'economista è arrivata dopo i profondi cambiamenti che avrebbe apportato la nuova segreteria dem. "Io stimo molto Elly Schlein e credo faccia bene a spostare un po’ più a sinistra il Pd. Ma ci sono differenze che si sono create, come il ruolo del merito. Nella mozione Schlein il valore del merito è scomparso e viene quasi criticato", ha osservato Cottarelli.
L’ecoonomista, che tornerà fare il professore, ha annunciato: "Mi è arrivata un’offerta e ho deciso di andare. Mi hanno chiesto di dirigere un programma per l’educazioni delle scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori. Questa cosa purtroppo non è compatibile con il Senato, e ho deciso di rinunciare al seggio: mi dimetterò nella prossima settimana. Credo di essere più utile nel mio ruolo di grillo parlante, tornando a fare il divulgatore".
Riguardo al fatto di poter restare in Parlamento ma cambiando casacca, l'economista precisa di aver deciso "per coerenza" di "lasciare il posto a una donna, Cristina Tajani". "A me non sembra giusto cambiare partito, io sono stato eletto nel proporzionale, la gente non ha votato il mio nome ma il partito".
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