21 Aprile 2023
Giorgia Meloni, Fonte: Imagoeconomica
La presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni, in merito al Pnrr, ha fatto sapere che "lo abbiamo ereditato dai precedenti governi e il tentativo di mettere sulle spalle del mio esecutivo il peso di scelte sbagliate e ritardi ha il fiato corto. Gli italiani sanno benissimo come stanno le cose". La leader di Fratelli d'Italia ha pronunciato queste parole in una lunga intervista a Il Foglio.
"Stiamo lavorando con la Commissione europea e intendiamo avvalerci di tutti i mezzi a nostra disposizione per realizzare le opere e fare le riforme necessarie", ha spiegato Giorgia Meloni. "Il Pnrr soffre degli stessi problemi di altri strumenti concepiti prima del cambio dello scenario geopolitico. Siamo in un’economia di inflazione alta, rialzo dei tassi e guerra, non più di emergenza post pandemia".
E ancora: "Il Pnrr ha problemi di costi delle opere –aumentati a causa del rialzo dei prezzi dei materiali da costruzione, non solo dell’energia – e ha un approccio ideologico di cui risente una certa transizione green calata dall’alto che ha bisogno di una correzione di rotta: difetta di pragmatismo e per calarlo nella realtà italiana (come in quella di altri Stati) servono determinazione e calma, velocità e ponderazione. Una cosa è scriverlo (in qualche parte, male) a tavolino, un’altra è realizzare i progetti".
"Alla fine, la realtà bussa alla porta e ora a Palazzo Chigi c’è un governo che non ha usato quell’inchiostro e avrebbe fatto ben altro - fa sapere Giorgia Meloni -. L’abbiamo ereditato, ci impegneremo al massimo per gli italiani. Abbiamo detto alla Commissione Ue cosa ne pensiamo e cosa vogliamo fare, con spirito costruttivo e un grande senso di lealtà verso le istituzioni che rappresentiamo. Ci attendiamo lo stesso atteggiamento, da parte di tutti, anche dell’opposizione che tenta l’impossibile operazione di rovesciare la frittata. Le tre priorità del Pnrr? In realtà è una: non perdere soldi. E noi - questo faremo, riportando le cose alla loro dimensione di progettazione e fattibilità".
La premier ha parlato anche del Mes."Il negoziato è in corso e mi pare evidente che alcuni strumenti dell’Unione europea vadano aggiornati alla luce del nuovo scenario geopolitico. Il Mes è stato concepito quando eravamo in un altro mondo e nemmeno allora è stato utilizzato. Si tratta di uno strumento, non di una religione, e gli strumenti devono essere aggiornati, utili ed efficaci".
Capito guerra in Ucraina. "Il nostro sostegno all'indipendenza dell'Ucraina non mancherà mai, sarà sempre coordinato con gli alleati, in un quadro di multilateralismo", ha affermato Giorgia Meloni. "Daremo all'Ucraina tutta l'assistenza di cui ha bisogno per esercitare il diritto alla legittima difesa, secondo quanto stabilisce la Carta delle Nazioni Unite, secondo quello che ci detta la nostra coscienza di europei, di italiani che amano e difendono la libertà. Le decisioni dell`Unione europea, le azioni della Nato, sono coerenti con i nostri ideali".
"L’ho detto e lo ripeto: non è una questione che si può sottoporre al consenso del momento, la sfida è immensamente più grande e chi pensa alle percentuali dei sondaggi spalanca solo le porte di una sottomissione all’aggressore. Agli sbandieratori dell’arcobaleno, ai maestri dell’utopia dico: pensate ai vostri figli e ai vostri nipoti, volete per loro un domani in un’Europa minacciata e senza libertà?", si è domandata la premier.
La premier è intervenuta di nuovo sul caso della denatalità, dopo le parole infelici del ministro dell'agricoltura Lollobrigida. "Quello che serve all’Italia è un modello di welfare adeguato alla sfida della quotidianità, capace di considerare la genitorialità un valore aggiunto, non un peso o un ostacolo, e che sappia conciliare i tempi di vita e lavoro. Una robusta politica a favore delle famiglie è indispensabile anche per uscire dalla glaciazione demografica nella quale stiamo vivendo e che mette a rischio la nostra nazione, la sua sostenibilità sociale, previdenziale ed economica. Ecco perché siamo fortemente impegnati su questo fronte".
Meloni ha infine detto la sua posizione sulle nomine: "I manager indicati (e per la prima volta c’è una donna amministratore delegato di una delle grandi aziende partecipate dallo Stato)" alla guida di "imprese che rappresentano i centri nevralgici della nazione sono persone con una vasta esperienza, alcuni sono stati riconfermati, altri vengono da storie imprenditoriali di successo, il nostro obiettivo finale è il rafforzamento e lo sviluppo delle aziende".
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