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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Elly Schlein, la salvatrice del PD, lo ha già distrutto: l'uomo comune l'aveva capito, gli analisti no

La narrazione di regime si regge sull'agiografia, la comunicazione pubblicitaria ha bisogno di miti e menzogne a fini commerciali: l'informazione ne esce mortificata ma non importa perché non esiste più.

12 Aprile 2023

Elly Schlein

La politica italiana, la società italiana si reggono su autentiche farse che i media non hanno modo o voglia di svelare; sì che per capirne la consistenza non resta che l'uomo della strada. Quando hanno fatto vincere la sardina Elly Schlein aprendo le primarie ai non tesserati, i media hanno detto: è il nuovo corso, il nuovo PD e i sondaggi volano. Un mese dopo il nuovo corso sa di decrepito, il Politburo piddino è il solito regno delle correnti, dei mandarini e i sondaggi arrancano, in Friuli Fedriga, per niente legato a Salvini che anzi detesta, ha stracciato la nouvelle vague che faceva sognare i commentatori e ridere l'uomo comune: “Hanno preso una sciocchina ricca perché non sanno dove sbattere la testa e così passa un anno, poi vedranno, ma forse non dura”. Infatti non dura, le sue sparate massimaliste e situazioniste in favore di vandali, terroristi, trafficanti di uteri le hanno alienato la componente moralista e bigotta del partito, che resta forte, le sue maniere da ragazzina viziata e non abituata al compromesso, alla mediazione le alienano il favore dei possibilisti e il suo destino è già segnato anche se lei riempie il Nazareno di emiliani. Anche della stramba coppia di piccoli egocentrici, Renzi e Calenda, i media della narrazione cretina dicevano: i nuovi riformisti, due teste fine della politica. Calenda con la politica non ha niente a che fare, è il classico bamboccione di famiglia ricca che cresce nello stordimento del “sì amore, ci pensa mamma amore” e gli regalano carrierine nello spettacolo o nella politica spettacolo; Renzi è passato da rottamatore a rottamato in un baleno e oggi usa la visibilità politica per fare turismo di lusso negli emirati dai diritti umani per così dire evanescenti. Potevano restare insieme due così? La “grande casa dei riformisti” non c'era, c'era una coabitazione surreale tra due che avevano scambiato il narcisismo e la megalomania per riformismo, ma una megalomania da 2 percento. E adesso si insultano, si odiano, uno come sempre col cerino in mano, l'altro, più furbo, a fare il direttore irresponsabile, lui a capo del giornaletto propagandistico e il direttore vero a prendersi le querele e le rappresaglie.

Ci sono segreti di Pulcinella che non vanno detti ma che si sanno benissimo e non stupiscono il cittadino suddito che vota e che subisce; che gli ambienti della politica lombarda e romana sono miserabili, che i vari circoli servono ad oliare le ruote, che i mammasantissima praticano la molestia sessuale per abitudine, che i piani regolatori sono greppie condivise da maggioranze e opposizioni che poi fingono di scannarsi ad uso mediatico, che basta prostituirsi per scalare i grattacieli e gli attici del potere, che un certo grado di criminalità fa comodo a tutti o se si preferisce è inevitabile, i poteri istituzionali, anche territoriali, reggendosi sulla connivenza con gli ambienti malavitosi. Cioè le cose che l'uomo qualsiasi dice da sempre, trovando solo conferme.

Anche nella società, nello spettacolo i bluff regnano inflazionati e sovrani. Questo Morgan, come artista una pippa ma bravo a trovarsi sempre gli sponsor della situazione e ad irretire qualche scriba che casca nell'equivoco, il presuntissimo genio dalla cultura musicale sconfinata mentre è un mestierante che infarcisce i suoi sproloqui di strafalcioni. E più programmi gli danno e più non va oltre percentuali d'ascolto condominiali. Eh ma lui è un genio. Un genio che si è rottamato da solo e non può più neanche cantare. Che ha saputo fare in una carriera mai decollata, a parte qualche timido segnale trenta anni fa scimmiottando le tendenze della new wave anglosassone? Vale per lui come per quasi tutti gli altri come per i narratori penosi da premio Strega ma la comunicazione pubblicitaria ha bisogno di miti e di bugie a fini commerciali. I Ferragnez che altro sarebbero se non un epifenomeno, un una coppia fittizia unita solo dall'avidità del qui ed ora? E Greta, questo manichino della finanza truffaldina, che altro sarebbe se non la farsa di una ragazzina disagiata, che ha ottenuto la dispensa dalla scuola elementare e le danno lauree ad honorem in teologia? Ma una farsa che costa tre, quattro trilioni di dollari l'anno per la grande rapina sui cambiamenti climatici, a loro volta una leggenda imposta manipolando il consenso col terrore come col Covid.

L'ambiente dove più si riscontrano millantatori e imbroglioni è quello giornalistico e non può essere un caso: per confezionare miraggi e imbrogli chi meglio degli imbonitori e gli arrivisti di carriera? E allora avanti coi genii e le favole belle: le ONG che salvano i migranti invece di lucrarci in combutta con gli scafisti, i terroristi climatici da chiamare attivisti anche se di attivo non hanno che i bonifici dei Soros e dei Getty, i tornei pallonari all'ultimo sangue mentre sono già decisi all'inizio e condizionati dalle mafie e dalle conduzioni mafiose delle società. Ma avanti coi discorsi risorgimentali e strappacuore dei ministri che parlano ai poliziotti e agli infermieri come di martiri, mentre fanno a malapena il dovuto, avanti con la retorica che maschera il cinismo: nel Lazio una scolaresca ha rinunciato alla gita per non abbandonare una compagna disabile e tutti, dal preside ai genitori: “una prova di eroismo”. Ma quale eroismo, era il minimo di empatia in ragazzi di sedici anni.

Strana, curiosa politica e strana, curiosa società dove nessuno si fida di nessuno, il divino è finito e perfino il papa ci ha rinunciato, ma il sacro sacrilego impera: fioriscono santoni pregiudicati, bancarottieri, in fuga con la cassa, santi che annunciano querele, che vogliono sempre soldi e i pazzi se la cavano alla maniera dei pazzi: come puoi negare? Come puoi rifiutare? Tu c'eri? Per dire c'eri mentre la statua divina piangeva sangue, “che però non succede più da tre anni”, c'eri mentre la santona oggi riparata in Romania replicava le nozze di Cana con le pizzette. A questa stregua tocca credere a tutto, fidarsi di tutti. Non fosse che a prestar fede a gente di questa risma sono poi i grandi scettici che dappertutto infilano complotti e trovano le spiegazioni più assurde: uno su tre è convinto che lo sbarco sulla luna non sia mai avvenuto, che l'America si sia buttata giù da sola le Torri e se obietti che per una cospirazione del genere occorre coinvolgere milioni di persone e piegare il 100% dei media, ti insultano, ti dicono che sei stupido, che credi a tutto. Mentre il loro credere al contrario di tutto sarebbe lungimiranza e saggezza. Hanno creduto in otto milioni anche al comico Grillo che ha messo su una setta di dementi e di ladri e adesso lancia la sua “Chiesa dell'altrove”, la solita puttanata plateale in modo da poter dire: se ci credete pagatemi, se non ci credete è uno scherzo. Ma chi ci crede si trova sempre. Hanno somministrato vaccini già abbastanza nefasti per loro conto senza bisogno di insinuare che ci avessero infilato dentro le scie chimiche e il 5G. Ma senza le fantasie malate non c'è gusto. Tra gli idoli attuali che non convincono appieno l'uomo approssimativo, non colto, non scafato, ma neanche così stupido, l'attuale stella della destra responsabile, Giorgia Meloni: “Ma dove va, se in sei mesi non ha saputo arginare gli sbarchi, fa la voce grossa poi cede su tutto e si è spalmata sulla propaganda europeista che ci rovina?”. Ma almeno su questo, sospendiamo, ancora per un poco, il giudizio.

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