08 Marzo 2023
I giornali non gradiscono l'inchiesta sul Covid da Bergamo e il motivo è molto semplice: una coda di paglia trasversale, i fogli di sinistra appiattiti sulla versione di regime, quelli di destra che facevano i pesci in barile salvo rarissime eccezioni. Con il che si dimostra che le colpe dell'informazione sono state gigantesche. Perché bisogna essere chiari, bisogna tornare a dirlo: la magistratura non farà giustizia, non scoprirà chissà quali altarini e lo stesso dicasi della commissione parlamentare d'inchiesta; se mai le risultanze vanno confermando quello che si sapeva e che pochi avevano la forza di affermare: il ricorso sistematico alla menzogna, al terrorismo, all'arroganza che copriva la mancanza, la millantata scienza, il calcolo di potere, la scienza contorta in funzione politica, diceva il ministro della malattia al capo dell'istituto sanitario: “Non bisogna dare segnali positivi” e l'altro, da sottoposto non da scienziato indipendente: “Allora non divulgo quello che sappiamo”. Cioè la sostanziale controllabilità del virus, la totale pretestuosità o approssimazione delle misure che si venivano adottando, inutili contro il virus, punitive contro i cittadini. Dai messaggi via social, simili alle carbonerie dei congiurati, emergono la censura e la falsità come sistema di governo, un sistema più da regime autoritario che democratico: le mascherine? Non servono ma le rendiamo obbligatorie anche all'esterno, i tamponi? Ma che cazzo fate, ma siete scemi ad imporli a tutti? Sì, ma li facciamo pagare e ci facciamo su anche il business, i respiratori? Qui non se ne vedono, mi avete mandato quelli sbagliati. Sì, ma li ha negoziati quello dalla Cina, come si fa a non usarli?
La linea, costante, era “Non ci sono evidenze”. Per dire non sappiamo cosa stiamo facendo ma lo facciamo. Ma chi pativa lo stato concentrazionario le evidenze le aveva: della follia montante, del potere formato reality ma feroce, dell'incompetenza sublimata con accenti salvifici, con la nuova casta dei virologi che da medici erano zero ma da carogne si dimostravano secondi a nessuno, cambiavano idea di continuo, su tutto ma mai una ammissione e tutti a prostituirsi alla politica. Chi accusava la totale inconsistenza delle misure sanitarie e dalla sanità a misura di regime quanto a diagnosi, prognosi, terapie, metodologie, veniva distrutto, chi si ribellava ad obblighi e divieti patentemente pretestuosi e strampalati passava neanche in fama di infame, chi si ostinava a difendere le libertà residue veniva bollato, anche dal capo dello stato, come irresponsabile, pericoloso, mitomane.
Ma i mitomani erano loro. Per la vanità di un parvenu al governo, per il fanatismo paranoide di un politico locale, reggente di un partito-ombra, marionetta dei soliti marpioni, hanno devastato il corpo sociale, piegato le menti, ammalato i corpi, hanno reso furiosi e disperati i più giovani, hanno incrinato famiglie, hanno rovinato interi comparti produttivi, distrutto la filiera turistica, annichilito i centri cittadini che vivono di commercio, condannato a morte mezzo milione o un milione, non si è mai saputo davvero, di attività, illuso chi lavora con bonus mai arrivati o umilianti, viziato la logica, mentito senza ritegno, paralizzato scuole, uffici, ospedali relativamente a tutte le altre patologie con relative cure, falsificato i dati, fatto sparire i cadaveri, qualcuno ha addirittura gettato tra i rifiuti riciclabili un cuore, che non si vedesse come il vaccino lo aveva rovinato; hanno ricattato, obbligato a drogarsi a oltranza, irriso i menomati di conseguenza, i morti, hanno rubato sui presìdi primuliformi, sulle maschere, sui banchi a rotelle, hanno fatto scendere donne sole, la notte, da un treno per un lasciapassare scaduto, hanno punito i lavoratori, hanno mandato a picchiare chi manifestava, hanno impoverito i poveri, hanno scatenato lutti e tragedie, hanno mentito, mentito, mentito, “non ti vaccini ti ammali e ti ammazzi”, “il lasciapassare serve a non contagiare”, pazzi cialtroni, hanno diffuso una disperazione che non andrà più via. Dopo la farsa tragica seguita al Covid io non ho più smesso di raccogliere il lamento degli offesi di mente e di pelle: “Non so cosa mi succede ma non sono più quello di prima, sento una stanchezza malata che mi prosciuga mi svuota e non potrò tornare ad essere chi usavo essere; si è rotto qualcosa che non so come aggiustare, non ho più voglia di vivere”. E ci senti la vergogna dell'animale torturato e del popolo ripudiato cui è stato inflitto un destino crudele e ingiusto. L'esecutore di questo orrore/terrore è stato un tetro ministro leninista che voleva usare, così scrisse, “l'occasione della pandemia per rifare una società organica in senso gramsciano”. Gli artefici sono stati due presidenti del consiglio in successione, due inetti pericolosi, uno uscito da un laboratorio privato, l'altro dalla finanza massonica che muove il mondo. Il responsabile primo ed ultimo, quello che sta al Colle e lo ovazionano dalla Scala a Sanremo.
Noi sapevamo: adesso, anche se ai giornali non piace, lo sanno, lo debbono sapere tutti: “Niente messaggi positivi, chiudiamo tutto anche se non serve, anche le scuole, le chiese”. Mente per la gola chi, come Speranza, il lugubre, sostiene che il Covid ha creato il panico: è il panico che ha creato il Covid. Serviva a rinchiudere tutti. Serviva alla vanità, alla smania autoritaria, all'ambizione dei criminali e dei ladri, adesso pure una ipotesi per truffa aggravata in seno all'Iss ma non è il solito assalto alla diligenza a far schifo, sono le conseguenze del regime sanitario che non doveva esserci e ha stritolato tutti, gli entusiasti, i fanatici, i contrari, i colpevoli di libertà residua. Il lockdown per il lockdown, nel chiaro intento di rinviare sine die le elezioni, di abituare il paese alla soggezione autoritaria perenne. Non è stato un esperimento, come l'ha chiamato la stampa di tutto il mondo, è stato un Olocausto. Ai media non piace sentirselo dire, visto che sono stati parte in causa, ma questa è la verità e anche se emergeranno nuovi ladrocinii da esorcizzare manipolando gli stessi media, al fine di una autoassoluzione generale, quanto sgorga non si potrà più soffocare. È l'effetto collaterale più grave di una guerra in tempo di pace che, senza un Dio che a un certo punto s'è deciso a guardar giù, non sarebbe finita mai e che in qualche modo non finiremo mai di scontare, come chi è tornato dal lager.
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