Caso Cospito, Andrea Delmastro davanti ai pm di Roma: "Nessuna rivelazione, l'atto non era secretato"

In merito al caso Cospito, "non c'è stata nessuna rivelazione e l'atto non era secretato". A sostenerlo è stato il sottosegretario Andrea Delmastro, nel corso dell'interrogatorio, durato circa due ore, svolto davanti ai pm di Roma. Delmastro risulta indagato per rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio per la vicenda relativa all'intervento alla Camera del vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli sulla vicenda dell'anarchico Alfredo Cospito.

Caso Cospito, Delmastro ai pm: "L'atto non era secretato"

Delmastro è difeso dall'avvocato Giuseppe Valentino. Da quanto si è appreso Andrea Delmastro, avrebbe risposto a tutte le domande del procuratore Francesco Lo Voi, al quale ha annunciato che a breve depositerà una memoria. Una volta lasciato piazzale Clodio, il sottosegretario non ha voluto rispondere ai cronisti. Si sarebbe rifugiato dietro un semplice "buon lavoro".

Nell’esposto che ha dato origine al procedimento si fa riferimento alle conversazioni in carcere tra Cospito e un esponente della ‘Ndrangheta e un camorrista avvenute tra dicembre e gennaio scorsi poi lette in aula.

Caso Cospito, l'attacco di Enrico Letta

"Abbiamo da subito chiesto le dimissioni di Delmastro e Donzelli per la gravità politica e istituzionale del loro comportamento", ha scritto il segretario (ancora per poco) del Pd Enrico Letta, tramite un post su twitter. "Le parole di Nordio in Aula hanno aggravato la loro situazione. Le dimissioni sono l'unica via d'uscita a prescindere dalle decisioni dei magistrati", incalza il dem.

Sulla polemica è intervenuta anche Elly Schlein, sempre desiderosa di attenzione mediatica ora che deve competere con Bonaccini alla segreteria dello stesso Partito democratico. "Credo sia grave che il sottosegretario Delmastro non si sia dimesso e con lui anche Donzelli. Sono state utilizzate informazioni non divulgabili per colpire l'opposizione in Parlamento e questo è un atto gravissimo. Delmastro ne risponderà alla Procura che ha aperto un fascicolo e continuiamo a chiedere che Giorgia Meloni non rifugga dalle proprie responsabilità, non è più la leader del partito, ma la prima presidente del Consiglio donna di questo Paese, quindi ci aspettiamo che faccia gli interessi dei cittadini e non del partito".