Elezioni Regionali Lombardia, Moratti non eletta: è fuori dal consiglio regionale. FI: "Elettorato non perdona traditori"

La candidata del Terzo Polo non entrerà al Pirellone, il Lombardia non va oltre il 9%, mentre a Milano sfiora il 13%

Il Terzo Polo è tra i grandi sconfitti delle recenti elezioni regionali in Lombardia. La candidata Letizia Moratti, che aveva abbracciato il partito di Calenda e Renzi dopo essere uscita da Forza Italia, non viene eletta ed è fuori dal consiglio regionale. Niente poltrona al Pirellone, dunque, per l'ex ministro dell'Istruzione. Non ha pietà il suo ex partito, FI che ha fatto sapere che "L'elettorato non perdona chi tradisce".

Elezioni Regionali Lombardia, Moratti non eletta

Letizia Moratti, candidata alla presidenza di Regione Lombardia supportata da Azione e Italia Viva non entrerà in Consiglio regionale. Come ricorda Il Giornale, l'ex vicepresidente ha ottenuto personalmente il peggior risultato auspicabile nella partita delle regionali: quello di ritrovarsi tra i non eletti dopo essere stata a palazzo Lombardia come vicepresidente e assessore al welfare.

Moratti non entrerà in Consiglio regionale in quanto la legge elettorale lombarda prevede un posto per il secondo candidato alla presidenza più votato, ciò quello di centrosinistra, Pierfrancesco Majorino. Ma Letizia Moratti è arrivata terza, e per distacco, non riuscendo neppure a toccare la quota del 10% di preferenze. 



"Entreranno i miei candidati in consiglio", ha dichiarato Letizia Moratti. "E io continuerò con loro: faremo un punto a brevissimo, sono convinta che ci sia spazio per una proposta politica nuova". E ancora: "La campagna è stata molto breve, quasi anestetizzata senza confronto tra i candidati e i programmi e questo ha penalizzato sicuramente la partecipazione al voto. Il voto si è polarizzato sui partiti strutturati trainati dal partito della Meloni". "Vincere con un 41% è una sconfitta nel momento in cui la democrazia ha bisogno di partecipazione", ha concluso Letizia Moratti.

Elezioni regionali, Calenda: "Ammetto la sconfitta"

Il primo ad ammettere la sconfitta del Terzo Polo è stato il segretario di Azione, Carlo Calenda. "Sicuramente non ha funzionato. Non ho mai problemi ad ammettere una sconfitta", ha scritto l'ex ministro.

"La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque", ha continuato Calena. "Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo. Letizia Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi. Stessa cosa è accaduto a Alessio D'Amato, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti, rispetto al bacino dei voti Pd-terzo polo. Per quanto riguarda la nostra lista i risultati sono stati particolarmente penalizzati dal meccanismo bipolare delle elezioni regionali e della minor presenza del voto di opinione". Infine: "La costruzione di un partito unico del centro riformista, liberale e popolare diventa ancora più urgente".