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Meloni in Libia con Tajani e Piantedosi: intese Eni Noc sul gas da 8 miliardi e guardia costiera potenziata

Dopo la missione in Algeria, la premier italiana in visita con il ministro degli Esteri Tajani e il ministro dell'Interno Piantedosi. Al via gli incontri istituzionali. Attesa in giornata la sigla dell'investimento Eni da 8 miliardi

28 Gennaio 2023

Meloni in Libia con Tajani e Piantedosi: sul tavolo la questione energetica e i migranti

Twitter: Imago

Il premier Giorgia Meloni è presente oggi in Libia, a Tripoli accompagnata dai ministri degli Esteri Tajani, e dell'Interno Piantedosi per un'importante missione nel Paese Nordafricano. Al centro dei colloqui con l'omologo Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi, e con il Primo Ministro del Governo di unità nazionale libico, Abdel Hamid al-Dabaiba la questione energetica e i migranti. Due nodi importanti e complicati da sciogliere per l'esecutivo che una volta insediatosi si è trovato queste due patate bollenti in mano. 

Meloni, intese su gas e migranti

Al termine della visita sono state firmate le intese Eni-Noc sul gas, che vale un investimento da 8 miliardi e per quanto riguarda maggior cooperazione tra Italia e Libia sulle partenze dei migranti. La premier su questo punto ha dichiarato: "Noi oggi in questa importante giornata abbiamo adottato un'intesa firmata dai nostri rispettivi ministri degli Esteri con l'obiettivo di potenziare le capacità e la cooperazione con l'autorità libica in relazione alla guardia costiera".

Meloni in Libia con Tajani e Piantedosi: questione energetica 

Dopo la missione in Algeria dei giorni scorsi, nell'altro Paese Nordafricano, Meloni si è recata a Tripoli con la stessa identica missione: parlare di gas, l'emergenza più impellente del momento e che ha costretto il governo a stanziare 2/3 della manovra per il caro bollette. Proprio a margine della visita ci sarà la firma per l'accordo sul gas tra Eni e Noc da 8 miliardi: nuovo tassello di quello che la premier chiama "piano Mattei".

Un investimento importante e senza precedenti negli ultimi 25 anni come confermato dal presidente della Noc, Farhat Bengdara e che ha come soggetti principali due giacimenti prospicienti la costa occidentale del Paese. Eni e Noc opereranno in due aree esplorative, in un blocco marino dove è già stato scoperto gas nelle strutture "A" ed "E", circa 140 chilometri a nord-ovest di Tripoli.

Un accordo importante dato che si prevede i due giacimenti possano avere riserve stimate per 6 trilioni di piedi cubi. Ma che ha un'altra faccia della medaglia: per svilupparli saranno necessari circa tre anni e mezzo.

Non solo gas, anche migranti

C'è anche il dossier migranti al centro della visita istituzionale di Meloni in Libia. Il capo dell'agenzia governativa che controlla le Ong in Libia ha affermato di avere curiosità per gli accordi a cui si arriverà sul tema. "Il dossier immigrazione è uno strumento di pressione in mano ad altri Paesi che limita gli interessi italiani e libici", ha sostenuto invece Ramadan Maiteeg direttore della "Commissione società civile" (Css).

Per quest'ultimo la politica italiana "è ancora lontana dalla posizione che le spetta quale primo partner economico di questo paese ricco di risorse" come gas e petrolio e "porta d'accesso al continente africano", auspicando poi che "i politici italiani non si collochino in una posizione sbagliata nella lotta per il potere in Libia". In caso contrario, il nostro Paese verrà inondato dall'ondata di "migranti, terrorismo, droga, contrabbando e criminalità organizzata".

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