15 Gennaio 2023
Stefano Bonaccini, fonte: Profilo Facebook
Stefano Bonaccini, il governatore dell’Emilia Romagna, si trovava in Campania per il suo tour elettorale in vista delle primarie del Pd. Doveva incontrare i militanti dem in una sala interna del complesso voluto da Ferdinando IV nella colonia serica borbonica. La sala poteva contenere solo 500 persone, ma i partecipanti erano poche manciate di più (comunque tanti se si considera che sarebbe stato un comizio elettorale per la segreteria di un partito e non per le elezioni). Da qui la decisone di uscire e salire su una sedia.
"Salgo su una sedia per farmi sentire da tutti - ha principiato Bonaccini all'inizio del suo discorso - come nei comizi degli anni ‘70". "Nonostante gli errori commessi e ciò che non ha funzionato, esiste ancora una comunità di donne e uomini pronta a raccogliere la sfida di cambiamento - ha detto Pina Picierno al suo fianco -. Una sfida che oggi è rappresentata da Stefano Bonaccini. Stiamo cercando di ripristinare la connessione con i luoghi reali del Paese, di tornare a stare tra le persone e a parlare con loro. Il nostro obiettivo è quello di generare partito che sia davvero popolare e che sappia adoperarsi per un Mezzogiorno che conti di più".
"Serve un Mezzogiorno in cui le politiche non siano solo assistenzialiste in quanto non creano futuro - ha rilevato Bonaccini, parlando del Sud - ma siano politiche che aumentino gli investimenti, nelle infrastrutture, nell’industria, nel lavoro: per questo ho sempre difeso il reddito di cittadinanza, perché per chi è povero o in difficoltà la Stato ha il dovere di concedere qualcosa che permetta di arrivare a fine mese".
"Ciò che non ha funzionato - ha continuato - è l’altra parte delle politiche attive sul lavoro. Dobbiamo mettere in campo politiche che permettano a chi ha perso il lavoro di recuperarlo o a chi non lo ha mai trovato di poterlo fare. Il lavoro è una delle prime forme di dignità che la politica dovrebbe assicurare alle persone. Il Sud ha enormi potenzialità, ma dobbiamo accorciare le distanze da altre parti del Paese, evitando che si vada a diverse velocità. L’Italia potrà esprimere le sue potenzialità solo quando il Mezzogiorno avrà colmato qualche ritardo; ci sono tante cose straordinarie che questa terra bellissima ha, va accompagnata affinché siano garantite opportunità".
"Non abbiamo preclusioni verso nessuno - ha detto poi Stefano Bonaccini, affrontando l'annosa questione delle alleanze con gli altri partiti (M5s, Azione e Italia viva) - però allo stesso tempo non possiamo scegliere qualcuno in sostituzione di qualcun altro: saranno i programmi a dire se si potrà stare insieme".
E ancora: "Il congresso serve a precisare la nostra identità, precisata questa si potrà parlare di alleanze. In questo Paese è sempre capitato che alleanze nei territori non sempre coincidono con quelle nazionali. Noi abbiamo per i prossimi mesi e per i prossimi anni alleanze da fare. La prima tappa sarà quella delle Europee, e lì si vota con il proporzionale, dopodiché abbiamo tante elezioni amministrative, dove le alleanze sono necessarie perché nessuno pensa di vincere da solo. Però le alleanze non si fanno a tavolino, si fanno sui programmi, sull’idea di futuro locale. I cittadini, in quel caso, scelgono al di là delle alleanze, scelgono se sei in grado di offrire un programma che raccolga la loro fiducia".
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