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Armi all'Ucraina, il governo compatto sull'agenda Draghi ma Romeo (Lega): "Rischio terza guerra mondiale"

Il capogruppo della Lega al Senato ha spiegato come "l’idea che la pace possa esserci solo con la sconfitta o, ancor peggio, con l’umiliazione di Mosca" è da rimuovere, ricordando il suo "sì convinto" alla proroga dell'invio di armi

12 Gennaio 2023

Armi a Kiev, via libera dal Senato. La Lega: rischio di guerra mondiale

Fonte: Imago

Il governo, compatto sull'agenda Draghi ha deciso ieri al Senato di prorogare l'invio di armi all'Ucraina fino alla fine dell'anno. Un sostegno che ha visto l'approvazione di tutti i partiti tranne l'Alleanza Verdi sinistra e il M5S, con quest'ultimo che ha riservato una stoccata all'esecutivo parlando di "massimo tradimento delle promesse elettorali, la più grande giravolta del governo Meloni". Parole dure arriverebbero anche dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo il quale ha evocato il rischio della "terza guerra mondiale".

Armi all'Ucraina, la Lega evoca la "guerra mondiale" ma vota sì alla proroga

Un rischio però che non sembra collimare con le gesta del partito, dato che Romeo ha rimembrato il "sì convinto" per la proroga. Il capogruppo ha anche avvisato: "Rimuoviamo l’idea che la pace possa esserci solo con la sconfitta o, ancor peggio, con l’umiliazione di Mosca". E ha ricordato le parole di Zelensky per cui "non ci può essere pace senza le terre perdute dicendo che solo tornando ai confini del 1991, quindi riprendendosi anche le terre compresa la Crimea, può essere garantita la famosa stabilità territoriale. È evidente che Putin non consentirà mai questo".

Per questo Romeo evoca il rischio di una "terza guerra mondiale o nucleare". Cortocircuito anche da parte di Gasparri il quale ricorda che "Forza Italia è favorevole all’invio di armi" ma che l'esecutivo deve rendersi "protagonista del processo di pace". Da parte dell'opposizione è arrivata la critica di essere una copia sbiadita dell'ultimo governo Draghi. Giorgia Meloni quand'era all'opposizione si è sempre dimostrata pro all'invio di nuovi aiuti militari all'Ucraina e sta proseguendo su quella scia col sesto pacchetto che tra polemiche e "ritardi burocratici" come li ha chiamati Crosetto, è in via di definizione.

Il governo approva con 125 sì e 28 no la proroga dell'invio di armi in Ucraina

Nessun problema al Senato dove i partiti di maggioranza sembrano condividere la linea "draghiana" dell'invio di armi all'Ucraina. Il via libera è stato approvato con 125 sì, 28 no e 2 astenuti. Non hanno votato per scelta Susanna Camusso e Vincenza Rando mentre il decreto approvato a dicembre dal governo arriverà alla Camera il prossimo 23 gennaio.

 

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